Sequel di Smile, horror campione di incassi del 2023, Smile 2, ancora una volta scritto e diretto da Parker Finn, è, a nostro avviso, purtroppo, meno riuscito del precedente. Dopo i fatti del primo capitolo, la catena del male non si è interrotta, anzi, il demone, invisibile e sorridente, possiede e miete vittime attraverso deliri che culminano sempre in un omicidio o in un suicidio, trasferendosi poi nel corpo di chi ha partecipato all’evento traumatico.
Skye Riley, la protagonista, (una convincente Naomi Scott), si trova ad assistere, appunto, al suicidio dell’amico e spacciatore Lewis Fregoli, ben interpretato da Kyle Gallner, ma, all’oscuro della catena malefica e iniziando ad avere allucinazioni sanguinose e paurose, le riconduce, in un primo momento, al suo passato di tossicodipendente. L’evidenza irrazionale la costringe poi a credere alle forze soprannaturali, che la mettono in continuo imbarazzo nel suo ruolo di popstar di successo.
In questo caso, la denuncia sociologica, se da una parte rappresenta uno spunto originale e meritevole, dall’altra poteva essere descritta più a fondo. Perché, di per sé, rappresenta uno spunto critico molto interessante, per una società abbastanza delirante come la nostra, sempre in bilico tra canzoni, video e messaggi ininterrotti. L’eroina, che scopriamo, scena dopo scena, essere una figura negativa, è fondamentalmente una persona egoista e per questo sola, che aspirava e mirava al successo senza saper poi gestirlo, diventando un personaggio ancora più sgradevole. Qui, nella deriva psicologica, sta proprio la forza del film, in un crescendo di consapevolezza della propria anima oscura, che mette in crisi anche lo spettatore più sereno e in pace con la propria coscienza.
Mentre la sua situazione precipita, Skye viene contattata da Morris (Peter Jacobson), un infermiere che le propone una via di fuga, ma distinguere l’incubo dalla realtà è ormai difficilissimo, se non impossibile.
Contraddistinto da cinque buoni jumpscare, abbiamo preferito la seconda parte di Smile 2, nella quale Kyle inizia a guardarsi dentro, manifestandosi a sé stessa opportunista e vanitosa, e – non piacendosi o avendo paura delle conseguenze – cerca di attaccare il demone con folle determinazione, preannunciando la sua fine e non quella del demone, già pronto per prossimo, inevitabile sequel.
È nato dunque un franchise, ma, per ora, il miglior film resta, per noi, come si accennava, il primo Smile, che, come si è stato scritto su queste pagine, è un buon horror ansiogeno e disturbante che non dà tregua allo spettatore. Il secondo episodio, invece, ci è apparso più sfilacciato e meno sorprendente, nonostante gli eccellenti effetti speciali, che ripagano sempre la visione e gli danno senso. Il realismo delle scene più sanguinolente, infatti, è perfetto e viene da chiedersi dove sia data la possibilità di fare meglio – una domanda fondamentale per il cinema, insieme a quella su come far tornare il pubblico nelle sale.
Domande che richiedono tempo per delle risposte efficaci, ma intanto a vedere Smile 2, alla nostra proiezione in sala, c’erano tantissimi giovani spettatori, a conferma, se ce ne fosse bisogno, che il genere horror rimane ancora vitale per un largo pubblico.
Da ricordare, infine, l’uso della musica e dei suoni in un vortice psichedelico che rende più avvincente questo non perfetto ma alla fine godibile Smile 2.
In sala dal 17 ottobre 2024
Smile 2 (Smile Deluxe) – Regia: Parker Finn; sceneggiatura: Parker Finn; fotografia: Charlie Sarroff; montaggio: Elliot Greenberg; musica: Cristobal Tabia de Veer; scenografia: Larry W. Brown; effetti speciali: Johann Kunz; interpreti: Rosemarie DeWitt, Kyle Gallner, Naomi Scott, Lukas Gage, Dylan Gelula, Peter Jacobson, Drew Barrymore, Raúl Castillo, Miles Gutierrez-Riley; produzione: Paramount Pictures, Paramount Players, Temple Hill Entertainment; origine: Usa, 2024; durata: 132 minuti; distribuzione: Eagle Picture.