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Voto
C’è un limite alla decenza. Oltre quel limite c’è l’idiozia, che in arte può essere chiamata in altro modo: provocazione, e la provocazione è scintilla. Se poi voglia diventare fuoco o preferisca cadere sul bagnato, questo è un altro discorso. Jackass Forever, per la regia di Jeff Tremaine, è la quarta messa in pellicola (l’ultima?) di una serie tv andata in onda dall’ottobre 2000 al febbraio 2002 su MTV. Controverso, indecente, autolesionista fino all’assurdo. Gli elementi ‘tradizionali’ del gruppo della Città degli Angeli ritornano e con essi una buona dose di demenzialità. Però all’americana, e quindi esagerata, fino e oltre il permesso.

Godzilla invade la città e avanza tra le strade finché a bloccargli il passaggio non appare il capitan Johnny Knoxville e la sua banda al seguito. Sono sufficienti pochi istanti perché il mostro riveli il suo vero aspetto e dal tragico si passi al comico e poi dritti dritti al demenziale. È l’inizio, la terapia d’urto per passare a una lunga serie di stunt, tra vecchi e nuovi, sempre e comunque ridicoli e pericolosi. Se ne richiamino un paio: la banda marciante, oppure le poltrone musicali. Quest’ultimo vede quattro jackassiani camminare attorno ad altrettante poltrone a tempo di musica, una di queste ha una molla sotto e quando qualcuno si siede, be’, il volo è dietro l’angolo. La musica si ferma, e non succede nulla. Almeno la prima volta, perché la seconda vengono tutti e quattro scaraventati in aria.
Sbalzati come il capo della combriccola, Knoxville, che prima viene proiettato – a imitare il ‘volo di Icaro’ – da un cannone nelle acque di un lago e poi a lanciarlo è un toro furioso che gli assesta un trauma cranico, un paio di costole rotte e quant’altro. Ma c’è spazio anche per qualcosa di più estremo, come a esempio il gioco del mimo. I nostri eroi dovranno subire in silenzio, chi si lamenta perde: la prima deve testare la carica di un teaser, il secondo baciare la testa di un crotalo adamantino («è velenoso? / Ehmm»), il terzo ricevere uno skateboard sulle gambe a mo’ di ghigliottina. Si lascia l’interrogativo su chi sia lo sconfitto, e no, probabilmente non avete indovinato.

Nessuno si salva, e allora c’è la prova della conchiglia. La vittima di turno deve subire prima il destro di un campione di pesi massimi, poi il lancio di un disco da un giocatore di hockey e infine il tiro da una campionessa di cricket. Tutti i colpi diretti in un solo punto, e non c’è bisogno di indicare quale sia. La protezione sarà sufficiente? Certamente non lo è per chi, parapendio alla schiena, si lancia su un letto di cactus o per chi si fa pungere da uno scorpione al fine di operare un lifting al ‘naturale’.
Per i Jackass i film hanno da sempre la funzione di contenere ciò che in televisione non ci può entrare nemmeno dalla porta secondaria. Ciò che è censurabile qui c’è senza tagli alcuni, anzi: l’esplicito si fa dissacrante fino al punto di non ritorno perché come viene detto: «non c’è nessuna intelligenza, non c’è nessuna logica». Così nessuno può mai riposare, la trappola è sempre dietro l’angolo: quando si va a comprare un caffè, nel mezzo di un’intervista promozionale, quando si va in bagno. D’improvviso qualcosa può esplodere, qualsiasi cosa può essere riversata contro. E pure alle maestranze, al povero fotografo di turno, nulla viene risparmiato, soprattutto un assaggio affettuoso di teaser.
Jackass Forever è un film per appassionati. Non può essere differentemente perché il demenziale piace o non piace, si nasce amandolo e non lo si può imparare ad amare, soprattutto quando è portato all’estremo e sfocia nell’autolesionismo più spiccio (e doloroso).
Certo, quello che si vede è un gruppo di amici. Storici amici che però hanno fatto il proprio tempo – camicie hawaiane e sneakers nere –, anche loro stanno invecchiando e quando il fondatore, nonché protagonista, si ritrova senza sensi nella sabbia – dopo il salto triplo provocato dal toro inferocito – allora due domande sul presente e futuro dello show ce le si fa. Ma probabilmente sono proprio loro, i Jackass, i primi ad essersele poste, e dimenticare la risposta rende giustizia a quella categoria di film che vive del tempo in cui è nata, il cult generazionale, e che alla generazione che l’ha reso celebre, appunto, deve tutto. Quei ragazzi che trascorrevano le serate a ridere nel guardarli, tra birra e sigaretta, tra divano e poltrona, insomma, ora sono ben altro. I Jackass invece rimangono, e sono declassati a nostalgia, immancabile.

P.S.: per i più curiosi, a perdere il gioco del mimo è il terzo.
Dal 10 marzo al cinema
Jackass forever – Regia: Jeff Tremaine; fotografia: Dimitry Elyashkevich, Rick Kosick; interpreti: Jhonny Knoxville, Steve-O, Chris Pontius, Dave England, Jason ‘Wee Man’ Acunña, Preston Lacy, Sean McInerney, Ehren McGhehey, Davon Wilson, Rachel Wolfson; produzione: Dickhouse Productions, Gorilla Flicks, MTV Entertainment Studios, MTV Films, Paramount Pictures, Paramount Players; origine: USA, 2022; durata: 96’; distribuzione: Paramount Pictures Italia.
