La figlia oscura di Maggie Gyllenhaal

  • Voto 2

I figli possono essere una responsabilità schiacciante.

Passato in Concorso alla scorsa 78° Mostra del Cinema, dove aveva vinto il premio per la migliore sceneggiatura, La figlia oscura (The Lost Daughter) segna il debutto dietro la macchina da presa di Maggie Gyllenhaal. Per questo esordio nel lungometraggio, l’attrice nominata a un Oscar per Crazy Heart ha scelto di adattare il romanzo omonimo di Elena Ferrante – la scrittrice napoletana de L’Amica Geniale, da cui è stata tratta la serie tv diretta da Saverio Costanzo, Daniele Luchetti e Alice Rohrwacher.

Narrato su due piani temporali paralleli, il film è incentrato sul personaggio di Leda, una madre tormentata dal senso di colpa verso le figlie. Durante una vacanza in Grecia, l’incontro in spiaggia con una donna più giovane e la sua piccola bambina, riaccendono in lei i ricordi di un passato fatto di scelte le cui conseguenze continuano a procurarle ancora angoscia.

La figlia oscura  è un dramma sulla maternità malvissuta o, addirittura, rifiutata, sullo stato d’infelicità e insoddisfazione che incombe anche nelle famiglie più solide; quando le strilla o il pianto insistito di una bambina uscita dal tuo stesso grembo si fanno così fastidiose da volerla chiudere in una stanzasbattendo la porta. Il soggiorno estivo di Leda racchiude il mare, il sole e un co-inquilino che la fa la corte; tutto sembrerebbe una piacevole apoteosi di benessere e, invece, qualcosa di marcio sembra muoversi attorno a lei e dentro di lei, come delle mele pieni di vermi e la compagnia che la circonda.

La regia di Maggie Gyllenhaal è caratterizzata da camera a mano, primissimi piani e inquadrature ravvicinate che evidenziano i momenti di gioco e intimità tra madre e figlia: qualcosa che immaginiamo come idilliaco e pieno d’amore; ma, che, a volte, può essere tanto asfissiante e opprimente da far venire voglia di trovarsi una via di fuga. Se il suo lavoro dietro la macchina da presa potrebbe essere anche accettabile, è la sceneggiatura che rende sempre più monotono e, a tratti, ridicolo un plot che non decolla mai del tutto.

La pellicola vanta un ricco cast, nel quale spiccano la vincitrice di un Oscar Olivia Colman e Jessie Buckley, nei rispettivi panni della versione presente e passata di Leda. Mentre la prima ha offerto performance migliori, la seconda è, maggiormente, convincente ed è, forse, l’unico vero pregio dell’intera opera prima. Nei panni di Nina – la donna della spiaggia con cui Leda inizia a confrontarsi – c’è, invece, Dakota Johnson, incapace dare spessore al proprio personaggio. A restare sullo sfondo, Ed Harris  e Peter Sarsgaard – marito, nella realtà, della stessa Gyllenhaal – che sono, superficialmente, utilizzati; oltre al cameo di un’inspiegabile Alba Rohrwacher  con protesi e trucco deformanti al viso.

Ogni madre è stata prima, anch’essa, figlia e – come in una malsana ripetizione – il modo in cui si è state cresciute può, terribilmente, influire sul modo in cui si alleverà la propria progenie. Leda ha subito il rifiuto da figlia e rischia di riproporlo da mamma. Non è stata abbastanza amata da piccola e non riesce a dare – almeno, in parte – un affetto che non le è stato impartito. In uno ritorno emotivo ed inconscio ad uno stato quasi infantile, solo il gioco con una bambola rubata riesce a darle un minimo di conforto.

La figlia oscura  si trascina via in una durata ingiustificata e in sequenze stonate, che sviano dal fulcro della vicenda; dalla quale lo spettatore rimane sempre più distaccato. Il finale porta sé con la stessa vacuità del principio e ciò che rimane sono delle note di musica leggera e niente più.

In sala dal 7 aprile


La Figlia oscura (The Lost Daughter) Regia: Maggie Gyllenhaal; sceneggiatura: Maggie Gyllenhaal (basata sul romanzo La Figlia Oscura, di Elena Ferrante); fotografia: Hélène Louvart; montaggio: Affonso Gonçalves; musica: Dickon Hinchliffe; interpreti: Olivia Colman, Jessie Buckley, Dakota Johnson, Ed Harris, Peter Sarsgaard, Jack Farthing, Paul Mescal, Oliver Jackson-Cohen; produzione: Endeavor Content, Faliro House Productions, Pie Films, Samuel Marshall Productions;  origine: Grecia, USA, 2021; durata: 121’;   distribuzione:  Bim; webinfo: https://bimfilm.com/schede/thelostdaughter/

 

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