Eterno visionario di Michele Placido

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 Alla sua quindicesima regia Michele Placido propone la storia di uno dei più amati drammaturghi e scrittori della nostra letteratura, un uomo che ha fatto della propria vita un’ispirazione totale per la propria arte: Luigi Pirandello.
Eterno visionario ci dona un’opera biografica sullo scrittore agrigentino, mantenendo lo stile narrativo tipico della fiction ed evitando qualsiasi elemento documentaristico, che non avrebbe permesso di mantenere un clima onirico e appunto della “visione” artistica.
Il film si apre con una scena in cui Pirandello viaggia in treno verso Stoccolma nel 1934 per andare a ritirare il premio Nobel, è da questo epilogo felice ma malinconico per l’assenza della sua amata Marta Abba, che lo scrittore è suggestionato dal suo umore nell’evocare tutti i ricordi più significativi di un’esistenza complessa e difficile.
Nella mente del protagonista riemergono i sogni e le ossessioni, che affondano le radici soprattutto nella sua famiglia, nel suo rapporto con il teatro e in un amore irrequieto.
È così che assistiamo alla follia della moglie e allo sbilanciamento emotivo che ha provocato la sua malattia nella vita dei figli, che appaiono tutti molto irrisolti.
Uno dei motivi che deve avere scatenato la malattia mentale della moglie (Valeria Bruni Tedeschi), potrebbe essere stato un evento che raramente viene raccontato dalla letteratura: la frana delle zolfare di Aragona, che provocò la morte di moltissimi bambini (già costretti a lavorare duramente all’interno di ambienti angusti e malsani).
La parte del film più consistente ci mostra in particolar modo la relazione con l’affascinante, nonché talentosa Marta Abba, (interpretata con grazia e bravura dalla anche produttrice Federica Luna Vincenti) con la quale si reca a Berlino in virtù di un film che avrebbe dovuto diventare un kolossal europeo con la regia di Friedrich Wilhelm Murnau, il quale già si trovava in America per girare il suo film alla Fox.

Fabrizio Bentivoglio e Federica Luna Vincenti

Altro pensiero ricorrente nella mente dello scrittore è la messa in scena della celebre pièce Sei personaggi in cerca d’autore, interpretati dagli stessi attori, che sono  stati coinvolti nella tournée dell’opera firmata da Michele Placido.
E in un clima di sovrapposizione tra finzione e realtà anche della propria esistenza personale, che Fabrizio Bentivoglio riesce a ricreare un personaggio sognante, leggiadro e pieno di umanità nonostante i difetti tipici dell’Ego di molti artisti di spessore.
Notevoli le scenografie e le scene corali/di massa, nonché la fotografia, che danno l’impressione di un film dal respiro internazionale, nonostante alcune fasi in cui i personaggi assumono una rilevanza teatrale dominante rispetto al film.
È come se Michele Placido avesse scelto di raccontare Pirandello e la sua vita per poter scegliere ancora una volta il teatro, come chiave di lettura di un’esistenza visionaria, in cui i fantasmi, le paure e le ossessioni dello scrittore assumono aspetti reali e lo accompagnano sempre in tutti i suoi percorsi senza lasciarlo mai.

Presentato in anteprima alla Festa di Roma 2024 (Sezione Grand Public)
In sala dal 7 novembre 2024.


Eterno visionario  – Regia: Michele Placido;  sceneggiatura: Michele Placido, Matteo Collura, Toni Trupia, dal libro di Matteo Collura Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandellofotografia: Michele D’Attanasio; montaggio: Consuelo Catucci; musica: Oragravity; scenografia: Tonino Zera; interpreti: Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Luna Vincenti, Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo, Michelangelo Placido, Michele Placido, Ute Lemper, Mino Manni, Marcello Mazzarella, Dajana Roncione, Guia Jelo, Cele Abba; produzione: Federica Vincenti, Joseph Rouschop per  Goldenart, GapBusters, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura e il sostegno di Sicilia Film Commission; origine: Italia/Belgio, 2024; durata: 112 minuti; distribuzione: 01 Distribution.

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