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Voto
Dio non esiste. Se non ascolti quella piccola vocina nella tua testa, avrai ucciso Dio. Senza conseguenze. Così tutto ci è permesso. Ascoltando queste parole, durante la proiezione di You’ll never find me, abbiamo notato qualcosa o qualcuno muoversi nella poltrona a sinistra accanto a noi. Solo suggestione, ci siamo detti, ma la paura c’è stata, e molta. Perché il film, diretto dai giovani e promettenti australiani Indianna Bell e Josiah Allen, l’ha generata molto bene, portandoci addirittura a pensare di essere dannati e di essere per sempre costretti in quella sala cinematografica, per quanto di solito amata, da quel momento diventata tragico castigo infernale. In effetti, l’esordio dei due registi, che, rispettivamente, hanno sceneggiato l’uno e montato l’altro, il loro film, oltre a produrlo entrambi, rappresenta una discesa inesorabile all’inferno, tecnicamente virtuosistica e, narrativamente, sorprendente.
In scena, solo due personaggi, un uomo e una donna, interpretati alla grande da Brendan Rock e Jordan Cowan, all’interno di una grande casa mobile ai confini estremi di un campeggio non meglio descritto. Un fortissimo temporale domina il loro dialogo e con esso una musica assordante sempre presente, angosciante e decisiva per il racconto – una scelta dettata, pensiamo, dalle, comunque volute, ristrettezze della messa in scena. Cosa fanno queste due persone, di cui una ha bussato alle porte dell’altro, alle due di notte, a confrontarsi in modo paranoico sul motivo del loro incontro? La prima parte del film ci pone questa domanda, che poi è la stessa che si pongono i due personaggi, attraverso l’uso da parte degli autori di intensi primi piani, di volti freddi e poi angosciati, duri e poi perplessi. Attraverso, anche, eleganti movimenti di macchina che disegnano i limiti dello spazio con grazia, e, subito dopo, attraverso improvvisi stacchi che trasmettono una forte claustrofobia, necessaria in una sorta di casa mobile, ma non scontata nel gestirla e nel farla provare agli spettatori.
Già fino a qui, siamo circa a metà del film, i due registi hanno fatto bene, ma è la seconda parte del loro esordio che ha attirato ancor più la nostra attenzione, quando si scatena una caccia all’uomo e alla donna credibile e paurosa, sempre sotto una pioggia incessante e sempre all’interno di quella casa ambulante che si fa prigione improvvisa per le colpe commesse dai due personaggi.
È esattamente a questo punto che, in una sala, purtroppo, colpevolmente deserta, abbiamo avuto paura e ci siamo sentiti anche noi in colpa. Un delirio, se pur breve, simile a quello dei due protagonisti che si accusano di essere i carnefici l’una dell’altro e viceversa, fino a arrivare a un finale inaspettato. You’ll never find me è stato presentato con successo al Tribeca Film Festival del 2023, ora è nelle nostre sale e, non chiedendoci il perché del ritardo della distribuzione, ci sentiamo di invitare i nostri lettori a non perderlo, perché è decisamente una esperienza forte, tenebrosa ma alla fine liberatoria. Le tre caratteristiche del film, i due personaggi, il temporale, il luogo circoscritto, non sono originali, eppure gli autori sanno esserlo, e proprio questo significa usare bene la macchina da presa, e per questo a noi piacerà sempre andare al cinema.
In sala dal 17 luglio 2025.
You’ll Never Find Me – Nessuna Via d’Uscita (You’ll never find me) – Regia: Indianna Bell, Josiah Allen; sceneggiatura: Indianna Bell; fotografia: Maxx Corkindale; montaggio: Josiah Allen; effetti speciali: André Donadio; musica: Darren Lim; interpreti: Brendan Rock, Jordan Cowan; produzione: Indianna Bell, Josiah Allen; origine: Australia, 2023; durata: 99’; distribuzione: Filmclub Distribuzione.
