Amate sponde di Egidio Eronico

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Mira molto molto in alto Egidio Eronico (1955) con il suo documentario Amate spondecoproduzione SKY e Istituto Luce, presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, (sezione Freestyle) e ora in sala per la Giornata nazionale del Paesaggio.

Mira molto in alto- dicevamo – perché il modello sono i grandi documentari muti degli anni ’20, da Dziga Vertov a Walter Ruttmann. Sono questi i modelli per diverse e complementari ragioni: è un documentario fatto solo di suoni e di colonna sonora, senza nemmeno una parola, muto, si direbbe; è un documentario tutto fatto di ritmo, con improvvise accelerazioni e altrettanto repentini rallentamenti, è un documentario panoramico che attraversa una quantità spaventosa di luoghi, luoghi antropizzati, tecnologici, ipertecnologici, e luoghi naturali, naturalissimi, selvaggi, luoghi quasi fantascientifici da quanto sono moderni, modernissimi, futuribili, luoghi antichissimi (parchi archeologici), insomma: robot e mamuthones. Luoghi e personaggi che Eronico è andato a pescare in tutto il paese, come ci dimostrano titoli di testa e titoli di coda che menzionano la bellezza di sei Film Commission regionali, oltre a una serie location sparpagliate per 11 diverse regioni, se abbiamo contato bene.

Questo multiforme caleidoscopio, girato con una straordinaria dovizia tecnologica (4K e 6K, cinepresa avanzatissima, una quantità industriale di riprese dall’alto, virtuosismi a tutt’andare), parte dalla citazione di un celeberrimo verso di Vincenzo Monti (“Bella Italia, amate sponde”) e sembra esser mosso da un afflato nobilmente patriottico, teso ad esaltare attraverso le immagini tutto un insieme di valori che, nella retorica del linguaggio politico, si è soliti chiamare le “eccellenze italiane”. E proprio in questa direzione vanno anche le affermazioni del regista in merito all’obiettivo dell’intero progetto, che ha avuto una gestazione lunghissima, quasi decennale, e che si avvale di una serrata, qua e là ridondante, colonna sonora del compositore Vittorio Cosma, già componente della PFM e assiduo collaboratore di Elio e le Storie Tese.

Ma non ci sono solo le eccellenze italiane, perché il film non vuol certo fornire un’immagine pittoresca e falsa dell’Italia, vi sono all’interno del testo numerose sequenze in cui il degrado e l’emarginazione in cui versa il Paese la fanno da padrone, si potrebbe anzi dire che il film si appropria di un’attitudine marcatamente dialettica (coesistenza di bellezza e squallore).
Vi sono tuttavia due aspetti che lasciano interdetti: da un lato l’eccessiva territorializzazione dell’assunto, come se le contraddizioni enucleate non riguardassero tutto il mondo ma solo l’Italia, dall’altro il film appare costantemente a rischio estetizzazione, Eronico, di provenienza architetto, non nasconde una spiccata inclinazione verso un marcato formalismo ed eccessive simmetrie, nelle singole sequenze come anche nel montaggio.

In sala dal 14 marzo 2023


Amate spondeRegia, soggetto, sceneggiatura: Egidio Eronico; fotografia: Sara Purgatorio; montaggio: Diego Volpi; produzione: Istituto Luce Cinecittà, SKY, Eiefilm; origine: Italia 2022; durata: 78 minuti; distribuzione: Luce Cinecittà.

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