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Voto
Arsa è il primo lungometraggio dei Masbedo, un duo di registi italiani (Nicolò Massazza e Iacopo Besogni), che si presenta intrigante nelle suggestioni visive, ma resta acerbo sul piano dei dialoghi e dello svolgimento delle premesse.
Difficoltoso parlare di questo film non solo perché è un’opera prima, ma per lo svolgimento della pellicola stessa: il lavoro di Masbedo parte infatti da premesse interessanti, per poi divenire ridondante nel suo svolgimento. Arsa vorrebbe sviluppare una poetica sul rapporto tra uomo e natura, tra arte e consumismo, sacro e profano, ma non riesce a posizionarsi su una scelta artistica che sia efficace.ì, è probabilmente un lavoro che vorrebbe aspirare a essere ermetico, ma finisce per risultare lacunoso.
Vediamo, intanto, alcune di queste premesse e il plot della pellicola. Il nome del film è quello della sua protagonista (interpretata da Gala Martinucci): una giovane donna che vive da sola nella Riserva naturale dell’Isola di Stromboli. Un isolamento volontario che sembra quasi una scelta del destino dopo il lutto del padre, artista e artigiano (interpretato da Lino Musella).
Tutto il lavoro sarà poi un alternarsi della vita presente della protagonista con dei flashback sui ricordi del padre, da bambina; a interrompere questo gioco altalenante tra infanzia e maturità sarà unicamente l’arrivo di tre ragazzi sull’isola: in particolare Andrea (Jacopo Olmo Antinori) che si invaghirà di lei e poi i suoi due amici, tutti appassionati di Cinema.

In questo incontro/scontro tra la riservata Arsa e i turisti venuti da fuori si sarebbe potuto trovare il punto di svolta delle riflessioni e della trama stessa, tuttavia i Masbedo tentano un’altra strada, temeraria e poco riuscita. Il loro film risulta per lo più un lungometraggio che vuole consegnare un messaggio attraverso le immagini e i ricordi evocativi, negando spessore a una trama e a dei dialoghi che avrebbero necessitato invece di più attenzione, anche perché supportati da un buon cast di attori.
Il tema principale di Arsa stessa finisce col rimanere sfocato, all’interno di contrapposizioni concettuali e visive, che non vengono approfondite fino in fondo e che si sovrappongono in alternanze, riflessioni ed evocazioni di ricordi. Ma quali sono queste contrapposizioni?
Prima di tutto quella tra natura e cultura, ci verrebbe da dire, ma poi anche quella tra arte e consumismo, sacro e profano. La suggestiva dimensione della Riserva Naturale di Stromboli in cui si è sempre rifugiata la protagonista avrebbe potuto fornire la cornice per approfondimenti e incursioni concettuali maggiori sul tema dei confini e delle giustapposizioni tra mondi diversi, che coesistono nello stesso spazio, ma con tempi diversi.
Il viaggio di Arsa si sviluppa, allora, concettualmente e visivamente in maniera sfocata, senza osare troppo, se non nella scelta di una forma di racconto volutamente esclusivamente visiva, piuttosto che narrativa.
La ricerca della sperimentazione e di un certo virtuosismo formale finisce così per lasciare con l’amaro in bocca, ripercorrendo – dal punto di vista contenutistico – strade già tracciate da altri e rimanendo sempre un passo indietro da un approfondimento concettuale che vada al di là delle singole evocazioni.
In sala dal 24 aprile 2025.
Arsa – Regia: Masbedo; sceneggiatura: Beatrice Bordone Bulgari, Masbedo, Giorgio Vasta; fotografia: Gherardo Gossi; montaggio: Jacopo Quadri; musiche: Davide Tomat, G.U.P. Alcaro; interpreti: Gaia Zohar Martinucci, Jacopo Olmo Antinori, Tommaso Ragno, Lino Musella, Luca Chikovani, Giovanni Cannata, Michele Sinisi, Maziar Firouzi, Matilde Schiaretta; produzione: Eolo Film Productions e Alción in collaborazione con Rai Cinema; origine: Italia, 2024; durata: 94 minuti; distribuzione: Fandango.
