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Voto
Yuri Ancarani, autore e regista ravennate, conosciuto principalmente per The challenge, film dedicato allo strano mondo dei ricchi falconieri dell’Oman e vincitore del Premio Speciale della “Giuria Ciné + Cineasti del presente” al Festival del Film Locarno 2016, presenta in questa edizione di Venezia, in Orizzonti, Atlantide. Secondo il mito di Platone, risalente al IV secolo a.c. Atlantide è un’isola leggendaria e florida, una grande potenza marittima, sprofondata poi in una sola notte per opera di Poseidone. Proprio come in un mito, Ancarani ambienta il suo intreccio in un luogo quasi a sé, sconnesso dalla realtà e sceglie di raccontare, almeno visivamente, un’altra faccia di Venezia, non quella plastificata e classica, ma il microcosmo che si intreccia a Sant’ Erasmo, un’isola che si trova a nord-est della parte più popolata di Venezia focalizzandosi su Daniele, un ventiquattrenne malinconico e introverso con una smodata passione per il barchino, una imbarcazione equipaggiata con motori sempre più potenti.
Daniele e tutti i suoi coetanei del posto condividono la stessa passione per il culto del barchino proprio perché avere l’imbarcazione più potente e veloce significa essere potenti e rispettati.
E la potenza, la forza, a Sant’Erasmo si misura in questo modo. Una passione smisurata che spingerà Daniele a rubare un’elica e che diventerà nevrosi prima e ossessione poi, risultandogli fatale.
Gli adolescenti che popolano l’ Atlantide di Yuri Ancarani sono annoiati, poco motivati, sconnessi dal mondo reale e psicologicamente poco sani, anche nelle loro relazioni.
I dialoghi tra di loro sono accennati e smozzicati, e si gioca tutto sull’immagine. Concepito in tre anni di studio mischiandosi con i ragazzi del luogo, Atlantide ci rilascia una fotografia cupa e misteriosa di questa gioventù. L’aspetto più interessante, è sicuramente quello visivo: il film non ha infatti una sceneggiatura vera e propria, risulta quasi senza una storia e l’intreccio vero si ritrova nell’aspetto nelle immagini e nei giochi di luce capaci di regalare una visione inusuale e intrigante di Venezia. Tuttavia la scelta di accompagnare, quasi pigramente, le giornate di Daniele e dei suoi coetanei senza connotarne l’intreccio, rende in alcuni momenti confuso e poco coerente l’insieme.
Lo spettatore, sembra perdersi non trovando il senso della storia, proprio perché la vera anima di questo documentario è nel gioco di colori, immagini sfavillanti che si sposano perfettamente con l’acqua di Venezia, luci e suoni.
Insomma in alcuni momenti è lo sguardo a gioire e a perdersi come davanti ad un’installazione vera e propria, accattivante e inusuale. Ma per quanto intrigante, affascinante e innovativo, la mancanza di un intreccio si sente e ciò a tratti priva Atlantide di coerenza e di organicità.
Un momento a sé resta la sequenza finale che ci regala un’immagine diversa e psichedelica dei canali veneziani, mostrandoci concretamente la possibilità di immergersi in una visione diversa e capovolta della realtà. Uno stravolgimento del reale giocato sulle prospettive e sulle luci.
L’idea , molto brillante, ricorda la carta dei tarocchi dell’appeso: basta cambiare prospettiva per vedere un altro microcosmo, un mondo sommerso pieno di bellezza.
In definitiva Atlantide resta una prova riuscita di sperimentazione e di perfezione visiva: un involucro perfettamente strutturato, con tocchi di innovazione e originalità, ma emoziona poco e per quanto la bellezza visiva possa incantare la visione, il risultato è ancora troppo acerbo, da un punto di vista contenutistico, per poter catturare pienamente non solo lo sguardo, ma soprattutto la sfera emotiva e psicologica dello spettatore. Manca un processo di interiorizzazione e di rispecchiamento. Una bellissima prova sperimentale, con poca anima.
Atlantide – Regia, fotografia e montaggio: Yuri Ancarani; musica: Lorenzo Senni, Francesco Fantini; interpreti: Daniele Barison, Maila Dabalà, Bianka Berenyi, Jacopo Torcellan; produzione: Dugong Films (Marco Alessi, Marta Tagliavia) con Rai Cinema, Luxbox, Unbranded Pictures, Alebrije Producciones, Mirfilm; ; origine: Italia/ Francia/USA/Qatar 2021; durata: 104′.
