Ballerina di Len Wiseman

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Tempi estivi di arsura e di film di grande violenza grafica: a seguire l’italiano Mani nude, ora in arrivo sugli schermi di casa nostra l’atteso primo spin-off cinematografico della grande saga di John Wick (alias il bravo Keanu Reeves), intitolato Ballerina e diretto da Len Wiseman. Probabilmente quasi nessuno ricorderà una figura molto secondaria di John Wick 3: Parabellum (2019), Rooney, interpretata da Unity Phelan, una giovane ballerina addestrata a diventare una assassina. Ecco il personaggio lì appena abbozzato ora si chiama Eve Macarro, (Ana de Armas) e la vediamo, nel prologo, da piccola (Victoria Comte) assistere alla tragica uccisione del padre da parte di una misteriosa setta, “The Cult”, dalla quale l’uomo era fuggito portandosi via la figlia , riuscendo comunque a salvarsi da un rapimento. L’orfana viene accolta allora nella organizzazione criminale della “Ruska Roma” (che già conoscevamo da John Wick 3 e da John Wick 4), con sede in un teatro a New York e guidata dalla torva Direttrice (Anjelica Huston),  dove, oltre alla danza in cui Eve non eccelle, le viene insegnato a diventare un letale killer, una cosiddetta “Kikimora”, in omaggio, appunto, alla mitologia slava nel quale rappresenta uno spirito malvagio che risiede nella casa.

Ballerina si situa dunque tra gli eventi del terzo capitolo e quelli del successivo John Wick 4, mostrandoci dodici anni dopo, la ragazza e la sua vendetta nei confronti del nonno (Gabriel Byrne) che è “the Chancellor”, il capo supremo, lo spietato dittatore della misteriosa setta responsabile dei lutti familiari, e che ha sede nella montuosa cittadina austriaca di Hallstatt. Eve, infatti, dopo una serie di “contratti”, riesce a capire chi sono gli assassini che da sempre ricerca, e allora parte da New York, contro il volere della “Ruska Roma”, avversaria ma non nemica di “The Cult”, per dirigersi in Europa e fare quello che il destino (e lo script) le comanda: uccidere non per soldi ma per vendetta. Il che avverrà non senza dubbi e problemi.

E con ciò si è detto tutto o quasi, di quanto sia d’obbligo raccontare del film di Len Wiseman che, ambientato tra New York, Praga e l’Alta Austria, per altro ha avuto una lavorazione piuttosto lunga e forse travagliata, durata più di due anni, ed è stato in parte in parte integrato con nuove scene da Chad Stahelski, qui solo nel ruolo di produttore ma autentico cervello della saga, dato che aveva diretto tutti i quattro precedenti episodi. Aggiungiamo soltanto che sul suo cammino, Ana de Armas, peraltro impeccabile nel suo impegno attoriale, incontrerà, oltre a tanti ostacoli, numerosi volti che già abbiamo conosciuto in passato: da Winston Scott manager del  New York Continental Hotel (Ian McShane), al portiere Charon (Lance Reddick, la sua ultima apparizione prima della morte), dalla già citata Anjelica Huston allo stesso killer originario, la cui presenza, un po’ da fantasma arrivato lì per caso, ad alcuni  recensori è sembrata persino troppo ingombrante e distraente (non mi pare ma sarà il pubblico a deciderlo).

Keanu Reeves e Ana de Armas

Devo candidamente confessare che rispetto al complesso del franchise che a me personalmente è sempre piaciuto molto, questo nuovo action‑revenge nel quale Ana de Armas diventa quasi un Keanu Reeves al femminile, meno carismatica e più fragile, mi ha convinto poco. Se si può apprezzare l’impegno di tutto il cast a partire da quello della protagonista, la trama è, però, esile per non dire striminzita o, ancor peggio, inesistente. Non si richiedevano, certo, dei grandi sforzi di approfondimento psicologico dei protagonisti da parte della sceneggiatura di Shay Hatten – siamo in in blockbuster hollywoodiano, non in un film alla Ingmar Bergman, lo si sa – ma almeno un pizzico di verve o di inventiva in più, sì. Anche i rarissimi colpi di scena (tipo la presenza di una sorella di Eve) poco aggiungono ad un plot costruito molto linearmente che inanella una sequenza quasi perenne di combattimenti di ogni forma e tipo: corpi a corpo, sparatorie e inseguimenti vari, oppure duelli al lanciafiamme, i più originali e spettacolari di tutto il film. Le adrenaliniche scene d’azione in genere sono anche ben condotte e coreografate, ma si esauriscono in se stesse, senza riuscire a generare in Ballerina una vera tensione narrativa, a renderla appassionante. Insomma, per chiuderla qui, un prodotto standard per fan del genere, alcuni dei quali, forse, torneranno a casa un po’ delusi. Non senza ragione, temo.
Ps.: Dal finale, ovviamente, il sequel è dietro l’angolo.

In sala dal 12 giugno 2025.


Ballerina Regia: Len Wiseman; sceneggiatura: Shay Hatten; fotografia: Romain Lacourbas; montaggio: Jason Ballantine; musica: Tyler Bates, Joel J. Richard; interpreti: Ana de Armas, Keanu Reeves, Lance Reddick, Norman Reedus, Ian McShane, Anjelica Huston, Gabriel Byrne, Catalina Sandino Moreno, Robert Maaser, David Castañeda, Anne Parillaud, Togo Igawa, Sharon Duncan-Brewster, Abraham Popoola; produzione: Basil Iwanyk, Erica Lee, Chad Stahelski per Summit Entertainment, Thunder Road Pictures, 87Eleven Entertainment, Lionsgate; origine: Usa, 2025; durata: 120 minuti; distribuzione: 01 Distribution.

 

 

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