Siamo nel mese di giugno, ormai dichiarato il mese dei Pride, dei diritti LGTBQ+ e della diversità. E per questo è importante che anche Girls & Gods, il documentario austro-svizzero diretto da Arash T. Riahi e Verena Soltiz e presentato in anteprima al CPH:DOC di Copenaghen, sia arrivato in Italia. È infatti stato premiato al Biografilm dove ha vinto come miglior film del concorso internazionale. Il documentario affronta il tema del femminismo oggi, nei suoi vari e sfaccettati aspetti, specialmente il complesso rapporto tra religione, spiritualità e diritti delle donne.
Il regista austriaco di origini iraniane Arash T. Riahi dopo Everyday Rebellion del 2013 torna a lavorare insieme a Inna Shevchenko. La protagonista, e autrice del film, è un’attivista ucraina conosciuta per le sue provocanti performance nel gruppo femminista Femen. Ed è proprio da un video di una sua azione a Kiev, dove nel 2012, per solidarietà al gruppo russo Pussy Riot contro la Chiesa ortodossa, sega una croce a seno nudo, che inizia il film. Shevchenko che si definisce radicale ed aggressiva ma non violenta intraprende quindi un lungo viaggio per discutere con donne di vari paesi, tra cui attiviste femministe, femministe religiose, teologhe e donne credenti di varie confessioni. Il suo scopo è di raccogliere diverse prospettive ed esperienze su quanto e come sia possibile conciliare i valori femministi e i diritti delle donne alla fede religiosa.
Vista l’impossibile battaglia di sconfiggere il patriarcato dall’esterno, molte donne religiose cercano di farlo dall’interno. Fra queste incontriamo Seyran Ateş la prima Imam donna, ma anche la prima donna rabbino di New York, un gruppo di sacerdotesse cattoliche austriache, e la femminista musulmana Amina Wadoud. Inna Shevchenko invita al dibattito sui codici di abbigliamento religiosi perché non sono da tutti interpretati in modo unanime: l’hijab per i musulmani in Germania può essere un segno di libertà, mentre in Iran segnala la sottomissione delle donne alla dittatura religiosa. Inoltre, vengono mostrate o citate numerose opere d’arte e artiste femministe. La vulva nelle sue tante rappresentazioni e installazioni posta davanti ad un altare, il sangue mestruale che macchia la Venere del Botticelli e la Giovane donna di Schiele, sono azioni che vogliono reinterpretare l’arte del passato al femminile e sono contro la repressione storica che le donne hanno subito sotto il patriarcato.
Tra le artiste e attiviste figurano la vignettista francese Coco del giornale satirico parigino” Charlie Hebdo”, e la poetessa keniano-somala Halima Salat, la giornalista e femminista iraniano-americana Masih Alinejad, e la scrittrice femminista del Bangladesh Taslima Nasrin. Il cerchio ed anche il film si chiude quando Shevchenko incontra l’attivista russa Nadezhda Tolokonnikova delle Pussy Riot finita in carcere per le sue performance contro la Chiesa ortodossa russa.
Volutamente Arash Riahi si ricollega al movimento ‘Donna, Vita, Libertà’ delle donne in Iran e riesce a dare il senso antitetico che l’uso di simboli ha nei diversi contesti. I lunghi capelli che si muovono al vento sono simbolo di libertà, mentre le parrucche per le donne sposate della comunità ultraortodossa di New York nascondono i capelli veri tanto quanto un velo. Nel corso del documentario vengono affrontati sia i conflitti che i punti in comune, in particolare per quanto riguarda le strutture patriarcali nelle istituzioni religiose.
Il film mostra donne che si battono per le riforme all’interno delle loro comunità religiose, così come quelle che rifiutano la religione in linea di principio. Girls & Gods è un documento esaustivo e ben costruito, che mostra un movimento femminista vivace, non connesso perché differenziato, che non ha niente a che fare con il femminismo di vecchio stampo, quello comodo, chiamiamolo alla J. K. Rowling, ma è aperto a tutti e tutte ed ancora oggi, come al tempo delle prime suffragette, prende botte e soffre il carcere. Il femminismo ha una lunga storia di disobbedienza civile fatta di azioni e scandali e la lotta al patriarcato religioso di Femen e Pussy Riot è forse fra le più radicali, ma altre donne come vediamo nel film stanno aprendo la strada, con successo e non violenza, ad una parità dei generi.
Girls & Gods – Regia: Arash T. Riahi e Verena Soltiz sceneggiatura: Inna Shevchenko; fotografia: Simone Hart, Anna Hawliczek; montaggio: Lisa Zoe Geretschläger, Elisabeth Pucar; musiche: Alicia Mendy, Baby Volcano, Anohni, Gina Keller; interpreti: Inna Shevchenko; produzione: Golden Girls, Amka Films; origine: Austria, 2024; durata: 104 minuti.
