Prodotto dal Lab Film e Luminarie, il documentario Il Pilastro altro non è che un film dedicato alla zona di periferia situata a cinque chilometri a Nord-Est della città di Bologna chiamata appunto Il Pilastro. La zona è nata come agglomerato residenziale per accogliere l’immigrazione interna dal Sud del paese verso le città del Nord negli anni Sessanta e dovuta allo sviluppo industriale, il così detto “miracolo economico”. Doveva essere una città satellite per accogliere tutti i poveri e i lavoratori disagiati. Quello che il Pilastro fortunatamente non è mai stato.
Se infatti Il Pilastro non è diventato un Corviale o una Scampia lo si deve proprio all’impegno dei suoi abitanti. Il progetto originario non è stato completamente realizzato come doveva essere ma è stata inserita, per volontà di un comitato di residenti, una variante urbanistica che ha permesso di trasformare molte delle unità abitative previste come case pubbliche in abitazioni private per professionisti ed artigiani. Questa non piccola differenza ha fatto del Pilastro un quartiere ‘nato male, che poteva diventare peggio, ma così non è stato grazie all’impegno dei suoi cittadini’, come sembra dicano le parole scritte sul manifesto per i vent’anni della sua nascita.

Il regista Roberto Beani realizza un interessante collage di interviste, filmati d’epoca e fotografie per ricostruire le tappe salienti che hanno segnato la storia degli spazi e degli abitanti del quartiere. Alcuni inquilini storici raccontano come grazie alla volontà e all’iniziativa privata e l’appoggio del Partito Comunista siano stati fondati e costruiti l’asilo, la scuola, entrambi con tutte le classi a tempo pieno, e la biblioteca. Non sono mai mancate le iniziative culturali: l’offerta varia dai corsi di danza classica, ai gruppi di poesia, fino al teatro sperimentale, che si tiene sotto la cupola del DOM, quest’ultimo sfruttato anche come luogo di riunione per la comunità e per gli incontri di box. Inoltre, è l’unico quartiere italiano che possa vantarsi di aver avuto un programma televisivo proprio, una vera e propria TV di condominio che ha permesso di dare voce e visibilità a molti interessi degli abitanti.

Non sempre però Il Pilastro è stata la zona modello che avrebbero voluto i suoi abitanti e non sempre le tante iniziative sono andate sempre a buon fine. Ci sono stati momenti dove il quartiere era stato paragonato al Bronx di New York e alcune volte le sue strade sono state teatro di violenze e incidenti piuttosto gravi. Fra i peggiori la Strage del Pilastro causata dalla Banda della Uno bianca nella quale il 4 gennaio del 1991 sono stati uccisi tre giovani carabinieri e che per ben quattro anni rimase impunita e portò cattiva luce sulla zona.
Nel film di Beani rimane l’intenzione di presentare questa periferia come risorsa e non come problema, come oggi spesso viene vissuta dal ‘centro’ delle città, in una sterile visione binaria e bidimensionale che dimostra il poco interesse delle amministrazioni per la complessità del territorio e la sua realtà, per le interrelazioni sociali e i veri bisogni del cittadino come unità sociale e come individuo. Il Pilastro è buon punto di partenza per la riflessione sulle dinamiche urbane che caratterizzano le nostre città moderne e su come prefiggersi futuri modelli di sviluppo edilizio.
Il Pilastro – Regia: Roberto Beani; produzione: Lab Film, Luminarie; origine: Italia/Francia 2025; durata: 80 minuti.
