Biografilm XXI° Edizione (Bologna, 6-16 giugno 2025): Le Macabre – La famiglia del rock italiano di Luca Busso (Biografilm Art & Music)

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3

Esistono locali che per strane coincidenze rimangono nel cuore e nella memoria di generazioni. Ancora di più se sono così speciali da superare le mode passeggere e hanno gestori aperti all’evolversi dei generi e al cambiamento dei gusti del pubblico. Questo è già difficile succeda nelle grandi città, una rarità se capita in provincia. Eppure, è quello che è avvenuto nella cittadina di Bra, situata fra Torino e Cuneo in Piemonte, nel locale Le Macabre della famiglia Busso. Le Macabre – La famiglia del rock italiano diretto da Luca Busso e prodotto da Ines Vasiljevic, Stefano Sardo e dallo stesso Busso, cerca di ricostruire, nelle sue diverse fasi segnate dai generi musicali, la storia di questo particolare spazio sonoro diventato per qualche tempo un luogo di riferimento importante per la scena musicale italiana.

Inizia come una biografia familiare, con la voce di Busso a raccontare in fuori campo, e immagini di filmini di famiglia girati al mare, questo inconsueto documentario che si rivela poi dedicato alla musica italiana di quasi un ventennio: grosso modo dagli anni Ottanta fino a fine anni Novanta. La storia di una famiglia sì, quindi, ma un po’ più allargata. Il locale Le Macabre nato come prima discoteca della zona ancora negli anni Settanta, e venuto a soppiantare la moda dei dancing, è stato uno fra i primi a suonare e mixare musica su vinile e ad avere un disc jockey. Un esperimento che poi si è trasformato nel tempo riuscendo a adattarsi con grande facilità ai vari generi musicali e rimanendo per lungo tempo un importante centro nevralgico per la scena culturale e musicale della zona, andando addirittura in certi momenti a superare i confini regionali, o anticipando il successo di alcuni gruppi, quali Marlene Kunz, oppure offrendo il palco ad artisti noti internazionalmente, ma non più all’apice del successo, come Nico dei Velvet Underground.  Insomma, un locale attento alle nuove e vecchie correnti di musica underground, un CBGB (il mitico locale di New York è stato il centro focale per molti esponenti della New Wave americana), ma a Bra. E probabilmente molto ha contato l’affascinante ambiente dall’aspetto di una grotta, grazie alle sue stalattiti, i suoi muri ruvidi e irregolari, la sala poco ampia e dal basso soffitto, che sarà rimasta nella memoria dei tanti artisti passati per il rock club. Al Le Macabre sono gli anni in cui gira la rivista musicale Rockerilla e le band musicali italiane si sforzano di cantare in un inglese, che per quanto approssimativo, non ricalca la sorpassata lingua italiana dei cantautori tanto amati dai genitori. Ma ecco che con un concerto dei CCCP arriva il rivoluzionario Lindo Ferretti a cantare mezzo nudo e per giunta in italiano. È però con gli anni Novanta che il locale si riempie delle note e della musica indipendente italiana, quella nata nei centri sociali e che canta anche nei dialetti locali, come i Mau Mau che scrivono i loro testi soprattutto in piemontese. Nella sala del Le Macabre a suonare fra il pubblico – vista la mancanza di un vero e proprio palco – si esibiscono in tanti. La lista è lunga: Diaframma, Africa Unite, Subsonica, Massimo Volume, Roy Paci, Ezio Bosso, Vinicio Capossela, Tiromancino, Devovo, C.C.C.P, Nico, Thin White Rope

 È dovuto passare qualche anno prima che Luca Busso, già sceneggiatore e regista, riuscisse a mettere da parte l’amarezza della perdita di un luogo caro alla sua infanzia e alla sua famiglia per realizzare questo documentario che si spinge a mettere ordine nel caos di tendenze e derivazioni e riesce a cogliere il fervore artistico di quegli anni. Servendosi di molte foto ma anche video amatoriali di famiglia e registrazioni del tempo, ha messo insieme un collage visivo che ricostruisce con entusiasmo la storia di questo spazio, anche totalizzante, capace di inglobare una famiglia con i suoi hobby e il suo lavoro. In particolare la figura materna di Dorina sembra aver giocato un ruolo centrale nella gestione del club. A questo aspetto più intimo si aggiungono interviste più attuali girate con vari protagonisti delle band che vi hanno suonato. Fra gli altri, Cristiano Godano dei Marlene Kunz, Stefano Sardo dei Manbassa, fino all’onnipresente Manuel Agnelli, riportano una loro ottica personale, interessanti aneddoti, e allo stesso tempo lanciano uno sguardo esperto sui movimenti e tendenze di cui si parla. 

Dispiace che Le Macabre sia uno di quei luoghi ormai della memoria, visto che il locale è stato demolito nel 2008 e non esiste più. Conta ancora di più quindi questa dedica, come esperienza vissuta in prima persona e tratta dalla biografia del regista a dare le prime coordinate di una geografia di luoghi della musica vivi e attivi sul territorio, che oggi purtroppo stanno andando scomparendo.


Le Macabre – La famiglia del rock italiano:  – Regia: Luca Busso; sceneggiatura: Luca Busso, Giuseppe Napoli; fotografia: Beppe Gallo; montaggio: Marco Ferrara; musica originale: Marco Montano e di Pietro Jona; interpreti: Dorina Della Torre (fondatrice di Le Macabre), Manuel Agnelli, Antonio Albanese, Paolo Bedini, Vinicio Capossela, Casino Royale, Roy Paci,  Subsonica, Neffa, Cristiano Godano e Marlene Kuntz, Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni (CCCP), Bobo dei Fratelli di Soledad, Luca Madonia e Mario Venuti, Madsky e Africa Unite, Mau Mau, Stefano Sardo, Alberto Campo; produzione: da Ines Vasiljevic, Stefano Sardo e Luca Busso per Nightswim; Tapeless Film con il contributo di MIC – Ministero della Cultura, Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund; origine: Italia, 2025; durata: 100 minuti.

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