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Voto
Lydie ed Agnes (Naomi Ackie ed Eva Victor) sono una coppia di amiche sin dai tempi del college, ora abitano distanti, l’una va a trovare l’altra, le due passano del tempo insieme, si capisce che nel passato è successo qualcosa di poco gradevole a una delle due. Partono i flashback che abbracciano un arco temporale di cinque anni. Ci portano al periodo in cui entrambe stanno preparando la tesi di laurea. Il relatore si mostra particolarmente interessato al lavoro di Agnes, e forse l’interesse non è esclusivamente accademico e limitato alla tesi.
Il relatore è un bell’uomo, sposato con figli. Invita la ragazza a casa sua, dove succede qualcosa che non doveva succedere.
Eva Victor, autrice e co-protagonista di questo film, si è affermata come una delle voci più originali e virali di Twitter. I suoi video, quasi sempre sotto i due minuti, raggiungono regolarmente i suoi 116.000 follower e spesso superano numeri impressionanti. Che si tratti di depressione, della serie Fleabag o di astrologia, Victor ha saputo costruire un linguaggio riconoscibile e un pubblico affezionato.
Prodotto da Barry Jenkins, Adele Romanski e Mark Ceryak della società Pastel (Moonlight, Aftersun) e vincitore del Waldo Salt Screenwriting Award al Sundance Film Festival 2025, Sorry Baby è il debutto nel lungometraggio di Victor, basato sulla sua esperienza personale, parla di amicizia, di solitudine, di isolamento e di abuso, con un tono che nella prima parte si mantiene ben calibrato tra leggerezza e dramma.
Se il film fosse riuscito a tenere il passo delle sue intuizioni e dei momenti più riusciti per tutta la durata, avremmo tra le mani un lungometraggio onesto, ben fatto, e a modo suo anche toccante. È sicuramente ben raccontata tutta la parte che coinvolge l’episodio cardine, reso molto bene, nel modo in cui la protagonista lo descrive all’amica, una volta tornata a casa.
Quel momento apre un circolo narrativo che riesce a restituire bene le sfumature, le ambiguità, e il senso profondo dietro a certi atteggiamenti solo apparentemente contraddittori che può avere una ragazza in una situazione di paralisi e panico. Lo straniamento, l’incapacità di raccontare, la scelta di lasciarsi tutto alle spalle e dimenticare.
Colpisce anche la mancanza di sensibilità degli interlocutori, dal medico presso cui Agnes si rivolge per farsi visitare, fino alle rappresentanti dell’università, che si lavano le mani da ogni responsabilità e assumono un atteggiamento di ipocrita vicinanza, attraverso frasi come: “Sappiamo cosa stai passando, siamo donne”, sciorinate con la meccanicità di automi e un’espressione bovina.
Anche qualche gag, a dire il vero, risulta riuscita. E questi elementi aiutano a collocare il film all’interno di quel filone di commedia drammatica che la regista in qualche modo padroneggia e riesce a far funzionare con i tempi giusti. Lodevole il fatto che le gag e le battute sugli uomini scambiate tra le due amiche denotino una certa pochezza e trivialità, a ricordare che le stupide speculazioni sull’altro sesso non sono prerogativa maschile.
Le figure maschili nel film, e lo si nota senza voler essere polemici, risultano essere o apertamente negative, oppure ben intenzionate ma piuttosto ingenue. Ma forse ce lo meritiamo, dopo tanti film in cui la figura femminile è stata svilita e mortificata, intellettualmente e simbolicamente.
È difficile però non provare un certo fastidio quando si scivola in un patetismo inutile, posticcio. Quando le scene, nella seconda parte del film, cominciano ad accavallarsi senza un ritmo né una progressione drammatica che ne giustifichi la presenza, e quando la catarsi arriva attraverso un atto che sembra scritto a tavolino, appiccicato alla meglio, e che ricalca la superficialità risolutiva delle peggiori commedie americane. La seconda metà purtroppo sbanda verso un finale che rimane impresso per i motivi sbagliati, e finisce per far dimenticare le buone cose imbastite nei primi 40 minuti.
Probabilmente a buona parte del pubblico, questo Sorry, Baby piacerà, riesce comunque a trattare un tema delicato senza cedere mai del tutto alla retorica. Eva Victor non trova sempre la misura giusta, ma è una voce che vale la pena continuare ad ascoltare. Ci auguriamo che, con un maggiore equilibrio narrativo, il suo prossimo film possa rivelarsi un’opera più riuscita.
Sorry, Baby – Regia e sceneggiatura: Eva Victor; fotografia: Mia Cioffi Henry; montaggio: Alex O’Flinn, Randi Atkins; musiche: Lia Ouyang Rusli; interpreti: Eva Victor, Naomi Ackie, Lucas Hedges, John Carroll Lynch, Louis Cancelmi, Kelly McCormack; produzione: Pastel, Big Beach, High Frequency Entertainment, Tango Entertainment; origine: Usa, 2025; durata: 103 minuti; distribuzione: I Wonder Pictures.
