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Voto
Con La Petite Dernière l’attrice e regista Hafsia Herzi (classe 1987) ha presentato la sua terza opera per la sala, tornando a Cannes dopo La Bonne Mère del 2021. Molto nota al pubblico francese anche per le sue collaborazioni con Abdellatif Kechiche a cui si ispira – per Cous Cous aveva vinto il Premio Marcello Mastroianni come miglior attrice emergente alla Biennale di Venezia del 2008 – ci consegna qui un film intenso e delicato sul racconto dell’identità femminile tout court.
La Petite Dernière non è semplicemente un film che parla di identità queer, bensì una storia di crescita e di scoperta di sé da parte di una giovane donna musulmana nella Francia attuale: se il bellissimo La vita di Adele (2013) di Kechiche era imperniato sul conflitto di classe sociale tra due donne innamorate, questo, invece, pone l’accento sul background religioso, sociale e culturale della giovane protagonista Fatima (interpretata dall’esordiente Nadia Melliti).
Meno corale e più introspettivo, il lavoro di Hafsia Herzi si concentra sul mondo arabo da cui lei stessa proviene – è di origine tunisino- algerina – , consegnando al pubblico un quadro onesto, semplice e accurato sui dilemmi morali di una giovane ragazza francese musulmana che scopre la sessualità, le sue passioni e le sue amicizie.
Come dicevamo, appunto, il ritratto che la regista delinea attraverso l’interprete Nadia Melliti – premiata a Cannes per la sua interpretazione – investe un percorso di scoperta che parte dalle proprie origini familiari e culturali per poi espandersi naturalmente alle amicizie quotidiane, alle passioni (il calcio e la filosofia) e alla scoperta della sessualità, ma – soprattutto – del primo amore.
Fatima è una ragazza di 18 anni, che – come tutti – deve fare i conti con l’esame di maturità e le scelte future; da subito la regista ci catapulta nella vita quotidiana della giovane, prima a partire dalla famiglia nella quale è la terza figlia (la più piccola), poi nell’ambiente della scuola che frequenta, in cui si distingue per bravura e si trova a fare amicizia con i ragazzi, piuttosto che con le altre ragazze.
È proprio in questi dettagli di spaccato quotidiano che la regista francese riesce a dare il meglio di sé: in particolare le scene di incomprensione e rivalità tra Fatima e il compagno di classe gay sono esemplificative del grande realismo con il quale Herzi raffigura le dinamiche sociali esistenti anche all’interno del mondo queer, senza inutili ipocrisie. Non capita di rado, infatti, che vi siano incomprensioni tra il mondo gay e quello lesbico, così come tra chi si percepisce bisex rispetto agli omosessuali.
Lontano da rappresentazioni astratte del mondo queer – e in questo caso lesbico – La Petite Dernière fotografa allora il vissuto quotidiano di una protagonista alle prese con le scelte più importanti della vita, ossia amicizie, passioni, università, amore.

Hafsia Herzi ritrae la sua protagonista anche e soprattutto nei momenti di amicizia e convivialità e lo fa con una naturalezza e una semplicità che parlano della solitudine che vive chi si discosta dal canone ritenuto comune.
La solitudine che alle volte attraversa chi è percepito come diverso, è difficile da spiegare in maniera astratta, poiché rincorre regole sociali non scritte ed implicitamente accettate dalla maggior parte delle persone; pertanto il cinema della regista e attrice francese non spiega, ma mostra, racconta, evoca. In tale suo modo di fare cinema, la regista è sicuramente debitrice al già citato Abdellatif Kechiche. In questo alternarsi tra solitudine e voglia di condivisione e appartenenza, oltre alle toccanti scene familiari e a quelle con i propri amici, risalta la passione per il calcio di Fatima: pur essendo una giocatrice talentuosa, la ragazza si allena per lo più da sola, anche se il calcio è evidentemente uno sport di squadra.
Dettagliato, semplice e autentico, l’ultimo lavoro di Hafsia Herzi non ha soltanto fatto conoscere al mondo un’attrice esordiente quale Nadia Melliti, ma ha consegnato agli spettatori una riflessione autentica sulla diversità femminile, scevra da ipocrisie e virtuosismi culturali e concettuali.
Vincitrice del Palma d’argento per la migliore attrice protagonista Nadia Melliti al Festival di Cannese del 2025.
Queer Palm
La Petite Dernière – Regia: Hafsia Herzi; sceneggiatura: Fatima Daas, Hafsia Herzi; fotografia: Jérémie Attard; montaggio: Géraldine Mangenot; musica: Amine Bouhafa; scenografia: Dièné Bérété; interpreti:Nadia Melliti Park Ji-min, Louis Memmi, Mouna Soualem; produzione: June Films, Katuh Studio, Arte France Cinéma, ZDF/ARTE, MK Productions, MK2 Films; origine: Francia/Germania, 2025; durata: 106 min; distribuzione: Fandango.
