Cinema Festival Biografilm XXI° Edizione (Bologna, 6-16 giugno 2025): Quale allegria di Francesco Frisari (Biografilm Art & Music)

  • Voto
3

Cofinanziato dalla Fondazione Lucio DallaQuale allegria non è un documentario nel senso classico del termine quanto più uno sguardo intimo e in soggettiva di Francesco Frisari dedicato al suo rapporto molto personale con un familiare a lui particolarmente vicino: lo zio Massimo. Fin da bambino Frisari è rimasto affascinato dalla spiccata personalità dello zio, affetto da una forma di disabilità cognitiva, tanto da arrivare, cinepresa in mano e piglio curioso, ad indagarne il modo di vivere, in bilico fra una radicale chiusura agli altri e al cambiamento, e l’eccessivo attaccamento a persone, luoghi e oggetti di un mondo limitato e familiare dall’altra.

Dopotutto Frisari si era già occupato in un suo precedente documentario di un’altra figura, anch’essa eccezionale ed eclettica: la regista e artista Lorenza Mazzetti, nel film Perché sono un genio! Lorenza Mazzetti presentato alla Mostra di Venezia nel 2016. Ora ripropone un tema simile, scegliendo per soggetto del suo studio una fra le persone a lui più care. Dal momento che gli si vuole avvicinare con grande rispetto si fa aiutare in questo film da un altro ‘genio’: il cantautore Lucio Dalla. Sì, perché seppure la spiegazione si faccia un po’ attendere, il quarantenne regista romano ci racconta in voice over come sia nata l’idea originale del film: da bambino era sicuro che lo zio Massimo e Lucio Dalla fossero la stessa persona.

Siamo nell’intimità dell’appartamento di famiglia. Qui la cinepresa segue il muoversi lento ed incerto, per corridoi e stanze, della figura dello zio che ci vive da sempre ed in questi spazi ha costruito non solo il suo mondo, ma un vero e proprio rifugio, che gli permette di affrontare le paure della sua quotidiana esistenza e dalle quali fa molta fatica a separarsi. Per farlo si è creato una forma di disciplinato passatempo, nientemeno che la costruzione metodica, da bravo artigiano, di scatole di cartone rinforzate da nastro adesivo. In queste lo zio Massimo tiene in ordine i più svariati oggetti, così come negli armadi tiene ordinati i CD di musica e i DVD di molti film. In verità però le scatole gli permettono di dare ordine alla vastità del tempo, e quindi alla propria vita, che altrimenti rischia di scappargli via di mano.

Al ritmo lento e rilassato delle sequenze in casa dello zio si alternano brevi spezzoni di interviste al cantautore italiano, materiali d’archivio tratti dai suoi video o da registrazioni televisive. Non si può negare che la ricerca del regista negli archivi si sia posta il preciso obiettivo di andare a cercare determinate immagini, che rinforzassero la convinzione di un tempo, e quindi, le somiglianze fisiche e gestuali dei due eroi infantili sono nel film molto puntuali. In ogni caso Frisari è riuscito a trovare quello che cercava e a creare un nesso fra le due, comunque diverse, personalità. Tre sono le caratteristiche in comune che lo hanno mosso a questo paragone: innanzitutto il corpo dal busto peloso dello zio, i movimenti ondulatori della testa e il suo essere rimasto bambino in un corpo adulto. A sancire poi questo connubio, scorrono in calce alle immagini casalinghe le parole tratte dai testi delle canzoni del cantautore. Grazie a Lucio Dalla, il regista è riuscito a penetrare, forse anche a capire, la disabilità dello zio, e quindi ad accettarla come una ‘normalità’ della sua vita familiare.

Come si è soliti inventarsi da bambini, Frisari, del quale ascoltiamo le spiegazioni sebbene la sua sagoma rimanga sempre in fuori campo, si era creato una figura eroica da ammirare ed emulare, nel suo caso un giano bifronte: mezzo Dalla, mezzo zio. Un mito di bambino che torna ad analizzare in questo documentario. Tanto più che il regista si ritrova come davanti ad uno specchio e quasi con apprensione in alcuni comportamenti dello zio. Ma chi nel corso della vita non è stato affetto da momentanei comportamenti ossessivi o da fasi di particolare fragilità emotiva nella gestione delle relazioni affettive? O chi più banalmente, non ha mai provato la voglia di chiudersi in casa per godersi un poca di tranquillità? O come confessa Lucio Dalla non si è sentito vittima di un handicap? È tutto lì, in quello stretto margine al confine fra ciò che consideriamo ‘normale’ o no, la chiave di lettura della genialità. Il film non è solo un’appassionata dedica ad un amorevole ‘zio Massimo’, ma anche un tentativo di comprendere le paure insite in noi tutti e che rendono lo zio del filmmaker forse più vicino a noi di quello che pensiamo e vorremmo credere.


Quale Allegria  – Regia e sceneggiatura: Francesco Frisari; fotografia: Francesco Frisari e Greta De Lazzaris; montaggio: Alice Roffinengo; musiche: Lucio Dalla; interpreti: Massimo Prosperi, Lucio Dalla, Tullia Prosperi, Laura Fuentes Suarez, Roberto Frisari; produzione: Fantomatica in collaborazione con Rai Cinema e Fondazione Home Movies; origine: Italia, 2025; durata: 74 minuti; distribuzione: Fantomatica Film.

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