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Voto
Il coltello, che osserviamo in dettaglio, è chirurgico nella sua operazione: vengono via le interiora mentre i suoni fuori campo accompagnano il quadro e si allineano ai movimenti di una mano. I riflessi di luce, bianchi e rosati, aprono al grasso e lentamente la carne viene via dalla spina dorsale. Presto il tutto potrà essere forse servito a tavola ma prima c’è un percorso da intraprendere e infine comprendere se la storia, che va a raccontarsi, finisce bene o finisce male.
Luca torna a Genova dopo tanti anni per il funerale del suo migliore amico. Lo aspettano Claudia e Maurizio, mentre i ricordi lentamente riaffiorano. I quattro, da ragazzi, hanno vissuto la città tra luci, psichedeliche, e ombre, dettate dalla droga, e da una pulsione di morte e gioia accompagnata dallo sfrecciare della motocicletta, vero collante emotivo. La cronaca vuole che l’uomo sia morto per un’overdose ma Luca lentamente sprofonda in pensieri ossessivi crollando in un dubbio attanagliante: e se fosse stato ucciso?

Il personaggio di Luca, portato in scena dal bravo e camaleontico Tommaso Ragno, è il vettore emotivo della narrazione e del quadro. Il suo sguardo e il suo incedere tra i carruggi, con la chioma bianca e gli occhi concentrati e cupi, esaltano e plastificano l’atmosfera noir del film. Il passato, veicolato dai flashback e dai sensi di colpa del personaggio, è il combustibile che muove le continue paranoie del protagonista con la m.d.p. che si nutre di quadri fissi, dialoghi serrati continuamente inframezzati dai pensieri, dalle supposizioni del protagonista in contrasto con le forze avverse, di fatto quel mondo abbandonato e ritrovato dopo venticinque anni. L’universo del mare, che governa la città e che offre il fianco ai pensieri, alla memoria e alle ossessioni del protagonista, diventa teatro della confusione che lentamente setaccia, affetta la città, come un coltello potrebbe fare con le interiora di un pesce spada. Le musiche incorniciano l’atmosfera ma sono soprattutto i suoni fuori campo, dalle onde del mare ai passi di un uomo in penombra, che testimoniano le azioni dei personaggi. La fotografia di Massimiliano Kuveiller ci presenta infine una Genova molto spesso plumbea, che esalta e incontra gli stati emotivi e psicotici di Luca.
Questa prima opera del regista e attore Alessandro Roja, presentata alle scorse Giornate degli Autori (Notti Veneziane), fa emergere l’occhio chirurgico di un autore affascinato, condizionato dalle sorti di un essere umano. Da un lato, dalla scelta del genere alla costruzione del personaggio principale, l’opera trasmette vitalità e interesse, anche sul versante prettamente narrativo. I dubbi, o forse semplicemente i limiti, emergono nel confronto tra Luca e gli altri personaggi, poco approfonditi e incapaci, in alcuni frangenti, di allinearsi al peso specifico – emotivo del protagonista o negli intermezzi dedicati al passato, in cui l’atmosfera da sogno stenta ad armonizzarsi con il presente risultando artificiosa. Per il resto un film coerente e sincero.
In anteprima alle Giornali degli Autori 2023 (Notti veneziane)
In sala dal 30 novembre 2023
Con la grazia di un Dio – Regia: Alessandro Roja; sceneggiatura: Alessandro Roja, Ivano Fachin; fotografia: Massimiliano Kuveiller; montaggio: Marco Spoletini; musica: Lyra Pramuk; interpreti: Tommaso Ragno, Maya Sansa, Sergio Romano; produzione: Bartlebyfilm, Rai Cinema; origine: Italia, 2023; durata: 74 minuti; distribuzione: RS Productions in collaborazione con Mirari Vos.
