La città è Madrid. Ma questo resoconto tempestivo della crisi economica e del suo impatto su tre vite interconnesse potrebbe ugualmente svolgersi in qualsiasi altra città europea in questo momento storico.
I tre personaggi principali sono Rafa (Luis Tosar), un avvocato e attivista i cui istinti altruistici vengono a scapito della stabilità nella propria vita e famiglia; una lavoratrice presso un supermercato di nome Azucena (Penelope Cruz), una moglie e madre che sta per essere sfrattata di casa; e Teodora (Adelfa Calvo), una donna anziana che sta cercando, senza riuscirci, di mettersi in contatto con il figlio che incolpa se stesso per i loro problemi finanziari.
Si tratta del primo lungometraggio diretto dall’attore Juan Diego Botto che combina una coscienza sociale con il senso di suspense di un thriller. E se i temi non sono affatto nuovi, ora più che mai storie come queste – di vite sull’orlo della catastrofe finanziaria, di case sull’orlo del pignoramento, di famiglie minacciate da circostanze fuori dal loro controllo – sembrano urgenti e importanti.
In questa solida opera prima , Botto appare anche nel film come Manuel, il marito sconfitto di Azucena. En los márgenes (titolo internazionale: On The Fringe) condivide parte dell’energia irrequieta, dettata dal ticchettio dell’orologio e della compassione per i personaggi messi in scena, propria dei Fratelli Dardenne: ci sembra evidente una parentela con film come Two Days, One Night o Rosetta, in quel senso di vite precariamente in equilibrio e in procinto di cadere. In più, in un impianto stilistico abbastanza teatrale dove le tre storie si intrecciano, si segnala la presenza magnetica di Penelope Cruz che da una bella mano al risultato finale del film.
Rafa e sua moglie Helene (Aixa Villagrán) stanno aspettando un bambino. Ha promesso di raggiungerla per l’esame dell’amniocentesi più tardi nel corso della giornata, e di accompagnare il suo figliastro adolescente Raul (Christian Checa) in una gita scolastica al mattino. Ma entrambi gli impegni sono messi in pericolo dalle continue crisi che accadono nel suo lavoro: Rafa, per caso, vede la giovane figlia di uno dei suoi clienti essere portata via dai servizi sociali. Egli conosce il sistema abbastanza bene da rendersi conto che ha una finestra limitata di tempo per trovare sua madre e intervenire prima che la bambina venga affidata ai servizi sociali in modo permanente.
Azucena, nel frattempo, è attanagliata da mille preoccupazioni. Esausta anche per avvitare il coperchio sulla sua moka, lotta, senza successo, per nascondere al figlio il grande stress a cui è sottoposta dalla vita. Di fronte allo sfratto causato dall’ inadempienza a pagare un mutuo, e con un marito assente, la donna si affida a un gruppo di supporto di attivisti anti-sfratto. Teodora, invece, chiama al cellulare il figlio che non le risponde. Vergognandosi per aver perso i risparmi in un’impresa che è fallita, lui preferirebbe evitare le chiamate piuttosto che affrontare il suo fallimento.
I personaggi vivono in uno stato di caos a malapena controllato, in questo film sulla famiglia, sull’amore e sulla solidarietà. Un conto alla rovescia per le storie intrecciate di tre protagonisti, che cercano di restare a galla e superare le ventiquattro ore che cambieranno la loro vita. Una regia che lascia senza fiato ed un montaggio eccezionale, riflettono alla perfezione questo stato di caos e di impotenza. E in un crescendo di tensione raccontato in modo armonioso, è palpabile l’intento coraggioso dell’autore, che possiamo considerare assolutamente raggiunto.
En los márgenes (On the Fringe) – Regia: Juan Diego Botto; sceneggiatura: Juan Diego Botto, Olga Rodriiguez; fotografia: Arnau Valls Colomer; montaggio: Mapa Pastor; interpreti: Penélope Cruz, Luis Tosar, Christian Checa, Adelfa Calvo, Juan Diego Botto, Aixa Villagraan, Font Garcia, Maria Isabel Diaz Lago, Sergio Villanueva, Nur Levi; produzione: On the Fringe AIE, Morena Films; origine: Spagna/UK, 2022; durata: 105′; distribuzione: BIM.