Festa del Cinema di Roma: Nottefonda di Giuseppe Miale Di Mauro (Freestyle)

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NEST è un acronimo che sta per Napoli Est Teatro, ed è una delle esperienze di uso dell’arte come strumento per la riqualificazione sociale del territorio più interessanti degli ultimi anni.
A San Giovanni a Teduccio, periferia orientale del capoluogo campano, dove negli anni Ottanta c’era un morto di camorra al giorno, nel 2007 un gruppo di giovani, attori, registi, scenografi e drammaturghi ha ristrutturato la palestra di una scuola abbandonata e l’ha trasformata in un teatro. Tra di loro c’era Francesco Di Leva, che prima di vincere il David di Donatello come Miglior attore non protagonista per la sua prova in Nostalgia di Mario Martone, si era già fatto notare nel 2020 con un Premio Biraghi in Una vita tranquilla di Claudio Cupellini e soprattutto nell’adattamento cinematografico de Il sindaco del Rione Sanità  sempre di Mario Martone, messo in scena dallo stesso regista proprio al NEST prima di approdare sul grande schermo.
Di Leva, nel frattempo, è diventato un nome di prima fila dello stardom nazionale (lo abbiamo appena visto alla Mostra di Venezia in Familia, lo vedremo presto in tv nella versione by Netflix de Il Gattopardo, per tacere de Il treno dei bambini, passato qui da Roma), ma non scorda le sue radici, lui che a San Giovanni a Teduccio ci è nato.
Eccolo infatti riapparire sugli schermi dell’Auditorium in un film diretto da un altro dei fondatori del NEST, Giuseppe Miale Di Mauro, che ha pure scritto il soggetto (assieme allo stesso Di Leva e a Bruno Oliviero), ricavandolo da un libro da lui pubblicato col titolo La Strada degli Americani.

L’adattamento cinematografico si chiama Nottefonda e narra la storia di un uomo alla deriva, sospeso tra “dogfighting” e abuso di droga, tra il lutto della moglie da elaborare e il futuro di suo figlio da proteggere. Tra vite deragliate e voglia di riscatto, tra tentazioni sempre affioranti di consumare la vendetta e l’opzione sempre possibile del rifiuto della violenza.
Se la trama qui sopra abbozzata potrebbe far pensare al solito frusto copione da neorealismo napoletano, nella sua più scontata variante vernacolare (complice la naturale teatralità del dialetto napoletano), a marcare un elemento di decisiva diversità da quel rischio sono due elementi fondamentali per comprendere il senso ultimo di questa operazione culturale (si usa tale vocabolo non a caso: di NEST si è già detto, aggiungiamo qui che Nottefonda è stato prodotto dalla sempre più emergente Mad Entertainment, casa di produzione e insieme studio di animazione partenopeo che ha partorito gioielli animati come L’arte della felicità e Gatta Cenerentola).
Il primo di questi tratti originali lo abbiamo già sfiorato, consiste proprio nella costante presenza scenica del corpo d’attore del Di Leva, che dà qui vita a un’interpretazione erratica e febbricitante che lascia il segno. La flagranza del suo impegno nell’intrapresa è altresì certificata dalla presenza nel cast del suo vero figlio, Mario, giovane volto già noto delle serie tv.
Ma l’elemento che solleva il film dai cliché più scontati di un revenge-movie made in Naples è un altro: la trovata incredibile del copione che si traduce in un colpo di scena nel sottofinale (e che pertanto non sveleremo), fino a stravolgere quanto visto fino ad allora e sconvolgere i giudizi già emessi dagli spettatori più frettolosi. Un twist che rende questa operina gracile ma onesta un monumentale momento di esperienza emotiva.


NottefondaRegia: Giuseppe Miale di Mauro; soggetto e sceneggiatura: Bruno Oliviero, Giuseppe Miale di Mauro, Francesco Di Leva; liberamente tratto da La strada degli americani di Giuseppe Miale edito da Frassinelli; fotografia: Michele D’Attanasio; scenografia: Carmine Guarino; costumi: Giovanna Napolitano; interpreti: Francesco Di Leva, Mario Di Leva, Adriano Pantaleo, Valeria Colombo, Giuseppe Gaudino, con Dora Romano e l’amichevole partecipazione di Chiara Celotto; produzione: Mad Entertainment con Rai Cinema In collaborazione con Leocadia; origine: Italia, 2024; durata: 92 minuti; distribuzione: Luce Cinecittà.





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