C’è una affermazione iniziale di principio nel film di Fabiana Sargentini sulla madre oggi ottantasettenne, l’artista Anna Paparatti, che mi ha colpito e che dice più o meno: “fare il pittore è una professione, fare l’artista è una iattura e non ci si può fare niente”. E c’è una immagine che mostra le due donne, madre e figlia, testa contro testa di nuca, in una sorta di incontro-scontro molto peculiare tra due diverse generazioni che sembra essere l’essenza di questo documentario artistico intitolato La Pitturessa. E che era stato già a suo tempo il sottotitolo del volume ARTE-VITA a Roma negli anni ’60 e ’70 la Pitturessa di Anna Paparatti (a cura di Guglielmo Gigliotti, De Luca Editori d’arte, 2015).
Come cineasta Fabiana Sargentini ha diretto alcuni corti come Se perdo te (1998) per poi realizzare alcuni lavori di non fiction sull’identità femminile – Sono incinta (2003) e Di madre in figlia (2005) – e poi girare la sua opera prima di finzione Non lo so ancora (2011), scritta insieme al critico Morando Morandini. Ma negli anni si è anche occupata d’arte e della propria famiglia girando nel 2003 Tutto su mio padre Fabio Sargentini: qui si ricostruiva la carriera di uno dei più importanti galleristi italiani e insieme la storia dell’Attico, la celebre galleria romana che ha ospitato opere e performance di grandi personalità artistiche dagli anni Sessanta e Settanta in poi, da Pascali a Kounellis, da De Dominicis a Trisha Brown o Philip Glass. Più di recente Fabiana ha proseguito quest’opera di scavo su una grande personalità e precursore nel mondo della danza, Steve Paxton, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale Danza del 2014, con il doc. Looking for Steve Paxton (2016-19). Infine, oltre a scrivere di cinema su varie testate (anche la nostra), ha come chiuso un cerchio artistico-familiare passando a raccontare, a vent’anni esatti dal suo doc sulla figura paterna, la carriera materna, quella appunto di Anna Paparatti.
E così veniamo a scoprire, nel corso dei minuti del suo lavoro (81’ per la precisione), come la madre sia stata una delle rare donne (se non forse la sola, ma ci potremmo sbagliare) iniziatrici e animatrici della scena romana delle avanguardie artistiche degli anni Sessanta e Settanta, artista d’avanguardia lei stessa, oltre che compagna storica di Fabio Sargentini con la sua galleria L’Attico di cui si è sopra detto. Ma non solo: Anna con i suoi numerosi viaggi in India e il suo interesse per la religione e la cultura di quell’immenso paese, ha preso spunto e ispirazione, soprattutto a partire dagli anni Novanta, per le sue opere e i suoi mandala. Una attività indefessa e con una energia invidiabile negli ultimi tre decenni che la ha portata per esempio nel 2022, chiamata da Maria Grazia Chiuri, a curare le scenografie delle sfilate della Maison Dior a Parigi.
In un notevole collage di tante belle foto, con molteplici interviste ad amici/che, pittori come Giancarlo Limoni, critici o storici dell’arte (tra cui ad esempio quelle a Gianluca Mazziani, Massimiliano Polichetti ed Elena Del Drago) e tra diversi siparietti familiari di incontri/scontri – con la stessa Fabiana, il suo marito-pittore Luca Pedroni e il figlio Flaviano -, emerge piano piano un quadro variegato della figura artistica e familiare della nostra “Pitturessa”. E a ciò si aggiungono ovviamente i suoi dipinti e mandala ma anche i tanti oggetti che ha collezionato e gelosamente ha conservato in casa, in un simpatico, ordinato caos fatto di caftani, vestiti orientali, gioielli o idoli buddisti. In particolare, tra le tante testimonianze raccolte, c’è da ricordare l’intervista molta affettuosa al pittore Piero Pizzi Cannella che descrive con semplicità ma anche con grande forza emotiva tutta romanesca gli esordi, la spiccata personalità e la carriera di Anna accanto ai nomi più noti dell’avanguardia a Roma degli ormai storici anni Sessanta. E così con una grande attenzione all’uso del colore (ha curato la fotografia Simone Pierini) – fondamentale anche per rendere e valorizzare le opere presentate – il documentario di Fabiana Sargentini, in modo poco lineare ma di notevole efficacia, ci racconta, sull’esempio pionieristico di una donna come Anna Paparatti, la presunta iattura (ma che non sia, forse, una gran fortuna?) di essere dei creativi e degli artisti, di sentirsi liberi e di amare la bellezza. Oggi soprattutto, con i tempi che corrono, ce ne abbiamo estremamente bisogno.
In sala a febbraio 2024
La Pitturessa – Regia e sceneggiatura: Fabiana Sargentini; fotografia: Simone Pierini; montaggio: Alice Roffinengo; musica: Andreina Noce; interpreti: Anna Paparatti, Fabiana Sargentini, Pizzi Cannella, Maria Grazia Chiuri, Giancarlo Limoni, Luca Pedroni, Elena Del Drago; produzione: Riccardo Biadene e Valeria Adilardi per Kama Productions e FilmAffair; origine: Italia, 2023; durata: 81 minuti; distribuzione: Lo Scrittoio.