Fuori di Mario Martone

  • Voto
Sembrerebbe un sequel dell’anno scorso quando sulla Croisette venne presentato con grande successo L’Arte della gioia, la bella miniserie diretta da Valeria Golino, tratta dal celebre romanzo di Goliarda Sapienza (1924-1996), che, poi, di recente, dopo essere passata su Sky, si è aggiudicata tre David di Donatello per la Sceneggiatura non originale, la Miglior Attrice protagonista e la Miglior Attrice non protagonista. Ma in effetti non è affatto come sembra, anche se molti ingredienti sono restati gli stessi, a partire dalla presenza (questa volta in scena) dell’anarchica scrittrice catanese e da quella di Valeria Golino qui interprete appunto del personaggio di Goliarda. Con Fuori  Mario Martone è tornato dietro la mdp a tre anni dal suo film di fiction Nostalgia – anche in quella occasione unica presenza italiana nel Concorso del Festival di Cannes del 2022. Sceneggiato dallo stesso regista napoletano insieme alla sua compagna Ippolita Di Majo – avevano lavorato insieme per Il giovane favolosoIl sindaco del rione Sanità Qui Rido Io – questo nuovo film racconta sostanzialmente (ma non solo) un momento cruciale nella vita della autrice, un evento realmente accaduto nel 1980. Chissà se per rabbia e per rompere in modo definitivo con l’ambiente borghese-intellettuale dei Parioli e di Piazza Euclide che non sentiva più suo, di sicuro per una reale necessità economica, la donna, colta come da un raptus, aveva rubato dei gioielli in casa di un’amica. Ma ovviamente non essendo una ladra di professione, viene scoperta quasi subito finendo per trascorrere dei giorni in carcere – un’esperienza dura, imbarazzante ma che le cambierà la vita e la aprirà a vedere ed esperire il mondo in maniera diversa. Il film di Martone, che è stato ispirato da due libri della scrittrice ovvero L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, gioca, a partire dal titolo, su una polisemia che caratterizza le figure,  marchiate da un luogo di esclusione e marginalità (anche politica) com’è ed era Rebibbia, per cui anche quando si è fuori, un po’ (anzi molto) si resta dentro. C’è una scena, bella e classica, che rende tangibile, tramite le immagini, questa riflessione: Goliarda e le sue amiche aspettano l’uscita dal carcere di un’altra detenuta, una spacciatrice cinese chiamata spiritosamente Susy Wong (ricordate il celebre film di Richard Quine del 1960 o il brano di Nico Fidenco) e altrettanto spiritosamente interpretata da Sonia Zhoui, nota ristoratrice nei pressi di Piazza Vittorio a Roma. Le donne allora si avviano per strada, tutte insieme, riprese dall’alto, lungo le mura del carcere, sfrecciano due volanti della polizia, una dice “non sono per noi” e poi intonano una canzone che viene proseguita da dentro dalle amiche detenute a significare appunto l’assunto di cui si parlava poc’anzi.
Valeria Golino (al centro) Matilda De Angelis (a destra) e Elodie
Dopo aver immediatamente conosciuto, ad apertura di film e priva di ogni abito, una spaurita Valeria Golino appena entrata in carcere, la prima parte di Fuori, quella che ci è sembrata la più riuscita, è costruita, tramite un fluido, complesso montaggio di Jacopo Quadri, quasi fosse un bergsoniano flusso di coscienza a intrecciare passato e presente. Tutto questo per mostrarci e mettere a fuoco la crisi e l’insuccesso della scrittrice che se la passava male economicamente, cercava qualunque possibile lavoro, oltre a non riuscire a pubblicare quanto scriveva (tanto è vero che il suo capolavoro appunto L’Arte della gioia già completato nel 1976, è uscito postumo solo nel 1998 nell’edizione integrale). Sempre tramite tale intreccio narrativo, veniamo a conoscere la nuova esperienza nata in quei pochi giorni di prigionia. Lì dentro Goliarda incontra infatti Roberta (Matilda De Angelis), tossicomane e attivista politica, e l’amica di lei Barbara (Elodie), che dopo essere uscita di prigione grazie all’aiuto di un inscenato suicidio aiutata da Roberta, ha aperto un negozio di profumi nella profonda periferia romana, all’Acqua Bulicante. È qui che poi ritroveremo le tre donne, ormai divenute amiche, in una delle sequenze migliori di tutto il film. Dentro questo triangolo che ha anche un sottofondo sentimentale e sessuale (assai più accentuato, molto probabilmente, rispetto a quanto riportato sulla carta, come ad esempio la scena esplicita delle tre sotto la doccia), si sviluppa un’intimità profonda e una complicità soprattutto tra Goliarda e Roberta, in virtù dell’energia disperata e incontenibile di quest’ultima, resa da una superba interpretazione di Matilda De Angelis che da sola vale la visione del film. Inoltre, c’è da sottolineare che Fuori, a partire della seconda parte, abbondona la sua precedente struttura narrativa rapsodica, incentrata sulla figura della scrittrice, per seguire in maniera più lineare e forse meno affascinante l’evolversi dei rapporti tra le due protagoniste sino alla conclusione che non va rivelata. Nei titoli di coda vediamo un pezzo di un filmato tv del 1983 con un’intervista della vera Goliarda Sapienza a Enzo Biagi (qui si può vedere in toto su YouTube), dove parla appunto della sua esperienza in carcere – dunque è lo stesso Mario Martone ad invitarci a fare un parallelo con l’interpretazione nella fiction di Valerio Golino che, malgrado la sua indiscutibile bravura, ci appare forse un gradino sotto, meno dirompente ed esplosiva, rispetto alla forza della natura dell’originale. A tratti affascinante, a tratti un po’ meno, in un alternarsi di qualche stop and go, il film di Martone narra, così, la trasformazione di un’anima che ritrova la verità di se stessa in dei legami inaspettati e che scopre, paradossalmente, la propria libertà creativa e personale in un luogo adibito, istituzionalmente, alla detenzione.  Chissà se riuscirà a convincere e sedurre la Giuria di Cannes e il pubblico italiano che a breve potrà giudicarlo di persona al cinema. Presentato al Festival di Cannes 2025 (Concorso) – Si veda anche la nostra intervista a Daphne Scoccia In sala dal 23 maggio 2025.
Fuori  – Regia: Mario Martone; sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo; fotografia: Paolo Carnera; montaggio: Jacopo Quadri; musica: Valerio Vigliar; scenografia: Carmine Guarino; interpreti: Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Sylvia De Fanti, Stefano Dionisi, Daphne Scoccia, Antonio Gerardi, Francesco Gheghi, Corrado Fortuna, Luisa De Santis, Sonia Zhou; produzione: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri, Toufik Ayadi, Christophe Barral, Jean Labadie, Alice Labadie per Indigo Film, RAI Cinema, The Apartment, SRAB Films; origine: Italia/Francia 2025; durata:  115 minuti; distribuzione: 01 Distribution.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *