Festival di Cannes (2024): Motel Destino di Karim Aïnouz (Concorso)

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Per realizzare il suo ultimo film, Motel Destino, il regista brasiliano Karim Aïnouz (A Vida Invisível De Eurídice Gusmão, 2019; Firebrand, sempre in Concorso l’anno scorso e di imminente uscita anche in Italia) torna nel suo paese natale, Cearás, nel Nord-Est del Brasile. Ma, se per la trama sceglie di raccontare di un pericoloso triangolo amoroso che prende spunto da Il postino suona sempre due volte dello scrittore americano James M. Cain, il vero interesse di Aïnouz si concentra in particolare sulla resa formale. La singolare ambientazione in un motel a ore, che si trasforma in una gabbia dei desideri sessuali per i protagonisti, vive soprattutto della soffocante atmosfera e della corposa vivacità dei cangianti colori.

Il giovane Heraldo (Iago Xavier) dovrebbe essere una mattina a compiere una rapina con il fratello Jorge, ma, ubriaco dalla sera precedente, sia di alcool che di sesso, si ritrova, derubato dalla conquista serale, senza soldi e bloccato nella camera di un hotel a ore della zona dal nome di Motel Destino. Arrivato, ormai in ritardo sul luogo pattuito da rapinare, ha solo il tempo di vedere il corpo morto del fratello portato via dall’ambulanza. Pieno di rimorso e paure, il ragazzo – la gang per la quale lavora lo vuole morto – torna al motel dove ha passato la notte, e chiede asilo e lavoro a Dayana (Nataly Rocha), la donna che insieme al marito Elias (Fabio Assunção) gestisce il posto. Heraldo, circondato da video erotici, preservativi e un continuo martellante rumore di sottofondo, imbastisce presto una relazione fisica con la matura ma ancora avvenente Dayana. Lo stesso Elias non rimane del tutto insensibile alla vicinanza del giovane e virile corpo del giovane. L’instabile equilibrio a tre comincia a vacillare in questa soffocante gabbia che si chiama, non a caso, Destino. Quando Dayana decide che è arrivato il momento di mollare il marito violento e la vita senza prospettive che le riserva il futuro, non servirà a nulla il bagno in piscina o l’aria condizionata a rinfrescare e calmare gli spiriti.

Karim Aïnouz e la fotografa Hélène Louvart (Disco Boy, La Chimera) hanno scelto una tavolozza di colori complementari estremamente satura e calda che entra in contrasto con l’illuminazione ed i toni acidi delle luci al neon. Inoltre, proprio per permettere di lavorare sui colori anche in presenza di poca luce, per le riprese è stata utilizzata pellicola cinematografica (Super 8 mm e Super 16 mm), sfruttandola inevitabilmente anche come modalità di narrazione. Qui viene in mente una sequenza voyeuristica del film dove, da una piccola apertura, si guarda un rapporto sessuale reso sfuocato dalla mancanza di luce. Questa saturazione della pellicola avvolge ogni cosa con un’atmosfera di caldo opprimente. Inoltre, la narrazione viene enfatizzata da un set design scelto con grande cura per rendere l’idea di un edificio chiuso in sé, circondato da alti muri, nel quale è difficile accedere da fuori e difficile evadere da dentro: non solo le camere si presentano quasi prive di finestre, ma le pareti sono anche ricoperte di specchi che riflettono la corposa ed eccessiva intensità dei colori. Chi vi entra viene risucchiato dal desiderio fisico. Gli stessi asini che Elias tiene in cortile paiono vinti dal reciproco desiderio sessuale, come questo fosse l’unica alternativa alla noia. Così anche Dayana ed Heraldo nell’ambiente chiuso, senza via d’uscita, si scontrano inevitabilmente con i loro desideri.

Sicuramente un film interessante dal punto di vista formale e dello sperimentalismo visivo, punti questi, su cui Aïnouz ha preferito concentrarsi, dimenticando però i suoi protagonisti, i quali rimangono un po’ troppo prigionieri, non solo dei loro desideri sessuali, ma anche dei loro stessi ruoli predefiniti. Nonostante il tentativo di Motel Destino di rinnovare con nuovo look il genere del noir riesca solo in parte, e la nuova patina rimanga solo di superficie, rimane comunque un film che ci auguriamo di poter vedere presto anche in sala.


Motel Destinoregia: Karim Aïnouz; sceneggiatura: Karim Aïnouz, Wislan Esmeraldo, Mauricio Zacharias; fotografia: Hélène Louvart; montaggio: Nelly Quettier; musica: Benedikt Schiefer; interpreti: Iago Xavier, Nataly Rocha, Fábio Assunção; produzione: Cinema Inflamável, Gullane, Maneki Films, The Match Factory, Globo Filmes, Telecine, Canal Brasil; origine: Brasile/ Germania/ Francia, 2024; durata: 115 minuti.

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