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Voto
Lou Ye, come anche Jia Zhangke, pure presente a Cannes con il film in concorso Caught By the Tides, viene generalmente considerato un rappresentante della così detta 6° generazione di registi cinesi, proprio per la spiccata predilezione per storie di quotidiana sopravvivenza in una ambientazione urbana e caratterizzate da uno stile realistico molto vicino al cinéma vérité. Di Ye avevamo particolarmente apprezzato La donna del fiume (Suzhou River, 2000), film che venne fortemente osteggiato e censurato in Cina.
In questo suo nuovo lavoro Un Unfinished Film, Lou Ye opta per un film di finzione che si finge documentario per raccontarci il drammatico momento del lockdown cinese a causa della pandemia di Covid-13.
Siamo nel gennaio del 2020, in concomitanza con il nuovo anno cinese, quando il regista Xiaorui (Mao Xiaorui) decide di riprendere in mano un vecchio progetto filmico di dieci anni prima e mai portato a termine per mancanza di finanziamenti. La troupe e l’attore principale Qin Hao (Jiang Cheng) si ritrovano in un hotel nella regione di Wuhan per girare le ultime scene mancanti. Dopo le prime notizie di ambulanze e blocchi stradali, la situazione da incerta diventa improvvisamente drammatica quando un membro della troupe collassa all’improvviso. L’hotel viene subito isolato ed ogni persona confinata in camera. Ai tentativi di fuga la polizia reagisce con la forza e anche Qin Hao ne subisce le conseguenze; non gli resta che l’attesa e fare video chat con la moglie e la figlia piccola a casa, o con il resto della troupe e consolarsi con un aperitivo comunitario a distanza per festeggiare il nuovo anno cinese.

Lou Ye combina immagini di repertorio e dietro le quinte di alcuni suoi precedenti film con scene originali, video e i vari filmati che hanno inondato la rete durante la pandemia per creare una riflessione sul fare cinema durate il lockdown cinese. Il lungometraggio, pur raccontando di una situazione che tutti abbiamo conosciuto, riesce nella sua semplicità a toccare nel profondo. Sono immagini, se vogliamo, viste e vissute da tutti nel mondo, che però in An Unfinished Film acquistano, con quel loro tono pacato e intimo che solo il regista cinese sa dare, un qualche cosa di dolce che mitica la drammaticità del momento. Nonostante alcune sequenze documentino la violenza e le dure misure restrittive che la Cina ha usato (e abusato) per nuovi lockdown, o per reprimere delle sommosse nate, per esempio a Ürümqi nel novembre del 2024, il film non è un’accusa alla brutalità della reazione delle forze dell’ordine sulla popolazione, ma preferisce donare una visione collettiva e ottimistica della pandemia cinese.
Un film necessario e importante che forse avrà difficoltà a trovare il suo pubblico ancora sotto lo choc di quello evento epocale, ma, che fra i tanti film girati sul lockdown, è probabilmente l’unico a descrivere in modo eccellente la drammatica situazione vissuta in Cina – e forse non solo lì. Lo vedremo anche in Italia grazie alla Lucky Red che lo ha acquistato.
An Unfinished Film – Regia: Lou Ye; sceneggiatura: Yingli Ma, Lou Ye; fotografia: Jian Zeng; montaggio: Jiaming Tian; musica: ; interpreti: Ming Liang, Qin Hao, Mao Xiaorui, Xuan Huang, Xi Qi, Zhang Songwen; produzione: Yingfilms, Essential Films, ZDF/Arte, Cinema Inutile, Teamfun International, Gold Rush Pictures; origine: Cina/Singapore/Germania, 2024; durata: 106 minuti; distribuzione: Lucky Red.

想看,不知道有没有机会。