
La regista britannica Julia Jackman presenta a Venezia il suo secondo lungometraggio tratto dal graphic novel, The One Hundred Nights of Hero dell’autrice Isabel Greenberg. Molto diverso dalla sua precedente commedia Bonus Track (2023) su due teenagers che insieme scoprono la musica e l’amore, 100 Nights of Hero rimane legato alla dimensione favolistica e fantastica del libro che l’ha ispirato, anzi, questa componente si rivela forse ancor più accentuata nel film, anche grazie ai costumi.
Ci troviamo in un mondo parallelo di un tempo indefinito, passato o futuro (o Medioevo futuristico?) probabilmente non ha una grande importanza, fatto sta che in questa società distopica altamente patriarcale e maschilista, governata dal despota Birdman, alle donne è vietato leggere e scrivere. Costrette e relegate ad una totale sottomissione al marito e al compito di concepire figli, le mogli che non procreano rischiano l’eliminazione. Le donne-vittime trovano però un modo di trasmettere per via orale il vietato Sapere e, grazie ai racconti di chi ha osato andare contro l’autorità o ne ha subito le tragiche conseguenze, si forma a poco a poco una contro-cultura clandestina.
Cherry (Maika Monroe) e il marito Jerome (Amir El-Masry) vengono interpellati dal despota perché ancora, dopo mesi dal matrimonio, non hanno procreato e Cherry viene avvisata delle conseguenze che l’attendono se dopo cento e una notte non ci saranno risultati. Jerome, al quale in ogni caso non interessa molto della moglie, scommette con l’amico Manfred (Nicholas Galitzine) il suo castello che non riuscirà a sedurre la sua timida e riservata moglie, e parte per un viaggio per lasciargli libero il terreno di caccia. Hero, l’ancella, dama di compagnia e amica di Cherry (Emma Corrin) ed erede di una ribelle, grazie ai suoi racconti si appresta a fare da scudo all’opera di seduzione di Manfred per proteggere la facile preda Cherry. Solo che dall’amicizia fra le due donne nasce un rapporto che poco alla volta, e grazie alla narrazione delle gesta eroiche di altre donne-vittime della tirannia, sfocia in qualcosa di più profondo. I racconti creano un terreno fertile per liberare la mente così che lo stesso Manfred, visitato la notte pure lui come Cherry da incubi persistenti, comincia ad avere dei dubbi sul suo ruolo di seduttore-cacciatore.

Narrativamente il film è una variazione queer dei racconti di Le mille ed una notte, con Hero nel ruolo di Shahrazād, (ma ci è tornato in mente per l’occasione anche Il racconto dell’ancella della canadese Margaret Atwood) e come quest’ultima si affida alla forza salvifica della narrazione, aggiungendoci poi una dose di disobbedienza civile per avviare una piccola rivoluzione sociale, femminista e queer.
L’intero film risente fortemente dell’influsso del cinema di Stanley Kubrick. Prima di tutto per la voce narrante in voice over, l’uso di metafore ed un certo gusto per il farsesco, ma anche per l’impianto generale dell’ambientazione vittoriana e la composizione fotografica. Entrambe ricordano infatti le altrettanto ben studiate creazioni dei Tableaux vivants di Barry Lindon. Lo stesso si può dire anche per i magnifici, fortemente eccentrici e futuristici costumi della costumista Susie Coulthard per i quali si è lasciata ispirare dal mondo degli uccelli e dalla natura. Mentre per i loschi figuri mascherati, che fanno da corollario ai protagonisti, probabilmente l’ispirazione è venuta ancora una volta da Kubrick, e per la precisione dai partecipanti alla misteriosa festa mascherata di Eyes Wide Shut. Non da ultimo la musica composta da Oliver Coates (Occupied City, Mary & George) che pone in risalto il carattere eroico di questa moderna epopea.
Visualmente potente 100 Nights of Hero rimane molto legato al suo intenzionale carattere sperimentale e performativo, come una pièce teatrale, certo, ma esageratamente recitato e con una leggera punta parodistica nel commento della narratrice in-off. L’ordinata composizione simmetrica delle inquadrature frontali, i pochi movimenti di macchina rimangono un interessante esercizio di stile, volutamente molto controllati e allo stesso tempo caricaturali, e perlomeno alcune scene, come per esempio Manfred a petto nudo, tutto insanguinato, che trascina il corpo senza vita di un cervo cacciato e urla:”Lunch!” ossia “Pranzo!” sono puro trash. Film interessante, quasi divertente, che a un festival fa sempre piacere trovare.
100 Nights of Hero: – Regia e sceneggiatura: Julia Jackman; fotografia: Xenia Patricia; montaggio: Amélie Labrèche, Oona Flaherty; musiche: Oliver Coates; scenografia: Sofia Sacomani; costumi: Susie Coulthard; interpreti: Nicholas Galitzine, Emma Corrin, Maika Monroe, Charli XCX, Richard E. Grant, Amir El-Masry, Felicity Jones; produzione: Erebus Pictures; origine: Regno Unito 2025; durata: 90 minuti.
