-
Voto

Ali Asgari ha raggiunto con Komedie Elahi, presentato ora al Lido, la sua quarta regia dopo i toccanti drammi Disappearance (2017), La bambina segreta (2022) e il più episodico e grottesco Kafka a Teheran (2023) girato insieme ad Alireza Khatami. Se pensiamo che gli ultimi due lungometraggi sono stati entrambi girati senza permessi ufficiali, e anzi, al regista è stato formalmente vietato di fare film, comunque un buon numero. In regimi come quello di Teheran, però, la disobbedienza diventa l’unica via di sopravvivenza. E come un altro regista più famoso, Jafar Panahi, anche lui ha imparato a sviluppare strategie e stratagemmi per continuare a lavorare clandestinamente in Iran.
Un destino che condivide con il protagonista di Komedie Elahi, suo alter ego. Bahram (Bahram Ark) è un regista turco completamente squattrinato, autore di film indipendenti di nicchia in lingua turca, che non sono mai stati distribuiti in Iran perché sempre bloccati dalla commissione di censura. Proprio per questo, accompagnato su una vespa rosa dalla produttrice-fidanzata Sadaf (Sadaf Asgari) si reca, con serafica compostezza, ad un appuntamento con il commissario statale al Ministero della Cultura. Ma non c’è nulla da fare: nemmeno il suo ultimo film potrà uscire nelle sale iraniane. L’aspetto grottesco della scena, accentuato dall’assurdità del dialogo, è una lunga sequenza senza interruzioni dove proprio la mancanza di controcampo, lascia l’autorità nell’anonimato del senza volto. Bahram però questa volta non ci sta e, in un moto di ribellione, decide di proiettare la sua opera a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione. E i due ripartono con la loro vespa alla ricerca di un cinema che, pure in mancanza di permesso, proietti il film per un pubblico.
Il riferimento alla Divina Commedia, come nel brutto film di Julian Schnabel, sta proprio in questo viaggio metaforico, che partendo dall’inferno di una commissione di censura inflessibile e intollerante, passa poi per il purgatorio, dove fra tentazioni varie Bahram perde un po’ la fiducia in sé stesso, fino ad arrivare infine al tanto desiderato paradiso, ossia la realizzazione del sogno di una proiezione clandestina, organizzata nella casa di un’ambientalista e proprietaria di un cane.

Fra citazioni cinematografiche, manifesti-parodie di commedie di film hollywoodiani, personaggi che rappresentano l’ambigua e farsesca di una cultura iraniana inesistente e solo di facciata, Asgari fa luce su una società dove ormai tutto ciò che conta avviene nell’oscurità dell’ illegalità. Dove ormai è più facile comprare e consumare cocaina, anzi si riesce a farlo alla luce del sole, mentre è impossibile, e quindi molto più eversivo e pericoloso organizzare la proiezione di un film che ha per soggetto un innocuo cane, animale però considerato impuro e quindi malvisto dal regime. Allo stesso tempo Asgari mette in scena le tentazioni alle quali l’uomo-regista facilmente cederebbe se non avesse una forte motivazione creativa. Fra questi la lusinga di un guadagno facile scegliendo di fare un cinema benvisto al regime. La figura del gemello Bahman (Bahman Ark) che appunto, scevro da remore morali, ha fatto molti più soldi di lui, vive in una bella casa e gli paga pure l’affitto, ne è l’esempio.
Per quanto quindi Komedie Elahi voglia, si sforzi quasi, di essere una commedia apparentemente, con una musica jazz allegra e serena, con i colori vivaci, che vanno dal blu dei capelli di Sadaf al rosa della sua vespa, rimane un film politico come quello di Panahi o di Rasoulof. Tuttavia, il cinema di Asgari è più familiare, realizzato con pochi mezzi, ed ha il sapore del cinema sperimentale girato fra amici e parenti, in collettivo. Probabilmente è proprio in questa freschezza che si nasconde tutta la sua forza di ribellione. Ci auguriamo che presto trovi un distributore italiano.
Divine Comedy (Komedie Elahi): – Regia: Ali Asgari; sceneggiatura: Alireza Khatami, Bahram Ark, Bahman Ark, Ali Asgari; fotografia: Amin Jafari; montaggio: Ehsan Veseghi; musica: Hossein Mirzagholi; scenografia: Melika Gholami; interpreti: Hossein Soleimani, Mohammad Soori, Amirreza Ranjbaran, Faezeh Rad, e con Bahram Ark, Bahman Ark, Sadaf Asgari; produzione: Seven Springs Pictures, Taat Films, Kadraj, Zoe Films, Salt for Sugar Films Studio Zentral; origine: Iran,/Italia/ Francia/ Germania/ Turchia 2025; durata: 98 minuti.
