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In Concorso alla “Settimana della Critica” di Venezia 2025, Gorgonà, che in greco significa “sirena”, è ambientato in una piccola città-stato in decadenza, dove si staglia una gigantesca raffineria che domina il paesaggio e produce l’unica risorsa disponibile per i suoi abitanti: il petrolio. Uomini armati detengono il potere assoluto. Mentre il leader malato Nikos si prepara a nominare il suo successore, sorprende tutti includendo Maria, la sua fidata protetta, tra i candidati. L’equilibrio di potere inizia a cambiare quando Eleni, una cantante del bar locale, entra prepotentemente nella vita di Maria, innescando un profondo risveglio personale e una sfida all’ordine patriarcale vigente nel clan. L’attrice greco-canadese Melissanthi Mahut (Eurovision Song Contest: The Story of Fire Saga) guida il cast insieme alla belga Aurora Marion (A Wedding) e agli attori greci Christos Loulis (Adults in the Room) e Kostas Nikouli (Xenia). La regista Kalogiropoulou, che vanta diverse selezioni, ad esempio per il Concorso Cortometraggi di Cannes nel 2020 con Motorway 65 e per la Settimana della Critica a sempre a Venezia nel 2022 con On Xerxes’ Throne, ha co-firmato la sceneggiatura con la scrittrice francese Louise Groult.
Gorgonà combina una narrazione di genere, a metà tra il fantastico e il combat film, con un linguaggio visivo stilizzato, attingendo sia a temi socio-politici contemporanei che al mito della Medusa. L’ambiente è ispirato all’antica città di Elefsina, storicamente associata ai Misteri Eleusini che celebravano il potere femminile. Questo aspetto dell’opera tende a tracciare un parallelo tra il degrado rappresentato che circonda gli eventi raccontati e l’assoluto controllo patriarcale (stando almeno a ciò che in apparenza si vede), utilizzando la scenografia urbana come riflesso sia dell’oppressione che della resistenza. Inoltre, il film esplora i temi dell’esclusione e dell’inclusione, dell’identità multiculturale, della presenza femminile attraverso la lente dell’antica mitologia greca e dei paesaggi post-apocalittici. Nel complesso ci è sembrato un film che aspira a una forma compiuta e che quindi tende a rimanere come sospeso in cerca di una più solida coerenza, sia narrativa che estetica. Ridurre il tutto quasi a uno scontro tra il genere maschile e quello femminile, tra un patriarcato che sa solo mostrare violenza e cecità e un orgoglio femminile che invece tende ad avere uno sguardo lungo sulle cose, rischia di rivelarsi una scelta abbastanza sterile e forse anche datata in termini narrativi. Il rancore da parte delle protagoniste, che poi sfocia in analoga violenza maschile ci appare come un cane che si morde la coda e, soprattutto, non fa ben sperare che si possa pervenire a una qualche soluzione utile e positiva in relazione all’annoso dibattito di genere a noi contemporaneo. La “vittoria” finale del femminile, alla fine dei conti, non convince lo spettatore che rimane come freddato da una così infeconda e reiterata prepotenza, senza alcun avvenire. Sembra non esserci via di scampo in questo futuro che ci appare troppo copia superflua di un passato che non riusciamo a scrollarci di dosso. Ci sarebbe poi da affrontare anche una questione legata all’esposizione voluta dei corpi (in particolare, quelli femminili). In effetti corpi eccessivamente belli e perfetti fanno da scenario, quasi da scenografia si direbbe, in maniera ci sembra assai spudorata di cui non se ne coglie bene il senso (se non quello ornamentale). E anche qui il femminile “perde”, sembra depauperarsi per una non giusta causa, d’altronde. Una nota positiva viene certamente dalle scelte musicali ben riuscite e che si adattano alle circostanze raccontate.
Gorgonà – Regia: Evi Kalogiropoulou; sceneggiatura: Louise Groult, Evi Kalogiropoulou; fotografia: Giorgos Valsamis; montaggio: Yorgos Zafeiris; musica: Aggela Kollia; scenografia: Stavros Liokalos; interpreti: Melissanthi Mahut, Aurora Marion, Christos Loulis, Kostas Nikouli, Stavros Svigos, Errika Bigiou, Niki Vakali, Ksenia Dania, Erifili Kitzoglou, Myrto Kontoni, Nayla Gougni, Hercules Tsuzinov, Vasilis Mihas; produzione: Amanda Livanou, Bertrand Gore, Nathalie Mesuret, Alexandre Perrier, Fenia Cossovitsa per Neda Film production; origine: Grecia/Francia, 2025; durata: 95 minuti.
