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Ambientato a Umata, una città futuristica nel continente africano, Memory of Princess Mumbi del giovane regista svizzero (con origini keniane) racconta un “triangolo amoroso” tra un regista, un’aspirante attrice e un principe. Per mezzo dell’uso di nuove tecnologie utili a ricostruire visivamente scenografie ispirate a regni del passato, Damien Hauser ci presenta ambientazioni magnifiche, concentrandosi al contempo sull’aspetto umano: in particolare, la vita e la morte della principessa Mumbi (interpretata in modo toccante da Shandra Apondi), raccontata dal regista Kuve (un brillante Abraham Joseph), minacciata dal suo rivale, il principe (interpretato con malizia da Samson Waithaka), a cui la principessa è stata promessa in sposa. Attingendo alla passione per i suoi personaggi e all’affetto per i suoi attori, Hauser porta nel suo quarto lungometraggio emozioni ancora più intense, ad esempio del lutto, e della perdita, e impiega la magia delle immagini per incoraggiarci a catturare (e rivisitare) le vite di coloro che abbiamo amato.
Attraverso il mezzo cinematografico, che spazia dal mockumentary al mainstream, dalle interviste sulla Grande Guerra ai red carpet davanti ai cinema, Hauser si destreggia tra generi e e richiami filmici. Fondendo dunque documentario, dramma improvvisato e paesaggi generati dall’intelligenza artificiale, il film viene presentato come un nuovo genere di fantascienza africana. Dal punto di vista squisitamente narrativo, l’opera si presenta in stile di una commedia romantica (principe e principessa) e si fonde all’umorismo sui veterani di guerra che non sono abbastanza tristi, mentre dichiarano il loro amore per questa forma d’arte e riflettono sul suo futuro. Un trucco di magia digitale quasi interamente autoprodotto (con oltre un anno di post-produzione in solitaria), Memory of Princess Mumbi è la prova che, anche con un budget limitato, si possono realizzare film che coinvolgono e convincono.
Dunque, mescolando fantascienza e memoria personale, Hauser immagina e ci fa immaginare un futuro in cui la creazione artistica (filmica, in particolare) prova a farsi atto di resistenza e di cura, uno strumento per salvaguardare frammenti di vita altrimenti destinati a perdersi. Ciò che risalta agli occhi e rimane impresso nella mente come nel cuore è la sincerità di fondo del film che ci ricorda come la bellezza può essere trovata nei piccoli momenti umani che spesso trascuriamo. In fondo questo film è un piccolo e semplice elogio alla continua ricerca dello stare bene con se stessi e con gli altri. Senza strafare. Il conflitto, in tutte le sue forme possibile, reca solo danni alle nostre coscienze. E qui lo si fa vedere senza scadere in una retorica ingenua.
“Memory of Princess Mumbi – ha dichiarato il regista – nasce dal desiderio di preservare quei ricordi piccoli e fugaci che danno senso alla vita. Ambientato in un paese segnato dalla guerra, il film sceglie di non concentrarsi sulla distruzione, ma sulla bellezza come atto di resistenza […]. Racconta come ciò che scegliamo di osservare e ricordare influenzi la nostra visione del mondo. Spesso sono proprio i gesti più semplici a lasciare il segno più profondo. Inizialmente non avevo intenzione di realizzare un film di fantascienza, ma i mondi che stavo generando hanno iniziato a formare il paesaggio per una storia. È stato tutto molto organico. L’ambientazione futura non era premeditata, ma emergeva da quelle visuali. Col tempo, quelle idee sconnesse hanno iniziato a prendere forma e l’ambientazione futuristica è diventata una parte significativa della narrazione”. Ben detto e ben fatto. Da vedere.
Memory of Princess Mumbi – Regia: Damien Hauser; sceneggiatura: Damien Hauser; fotografia: Damien Hauser; montaggio: Damien Hauser;; interpreti: Shandra Apondi (Mumbi), Ibrahim Joseph (Kuve), Samson Waithaka (principe), Luisa Wolf (psicologa); produzione: Damien Hauser, Kaleem Aftab, Shandra Apondi per Hauserfilm GmbH, Out Of My Mind Films; origine: Svizzera, Kenia, Arabia Saudita, 2025; durata: 79 minuti.
