Ci sono due amici un’estate. È il 1992. Non vanno in villeggiatura. Non sono ricchi. Non hanno mezzi di trasporto a parte due bici scalcagnate. Vanno al lago. Rubano una canoa per raggiungere la spiaggia dei nudisti, da uno dei due soprannominata spiaggia dei culi l’aria. Rifuggono i proprietari delle canoe pagaiando a più non posso. Alla spiaggetta ci sono due ragazze, una la conoscono di vista, è la figlia di un costruttore locale, a differenza loro ricca, dunque. Scambiano con loro quattro chiacchiere e un joint, Anthony (Paul Kircher) è palesemente attratto da Stephanie (Angélina Woreth), le sfiora la gamba, si emoziona e si vede, la ragazza ha due anni e molta esperienza di più, si intenerisce, li invita la sera ad una festa in piscina da un amico. Anthony torna a casa, sa che a quattordici anni non può chiedere ai suoi di uscire così tardi la sera, risuonano in lui le offese dell’amico: torna a casa e fatti le seghe sui giochi elettronici…
Non riuscendo a togliersi dalla mente la bella Stephanie il ragazzo prende coraggio, va in garage e ruba la moto del padre per raggiungere le ragazze alla festa. Durante la serata i ragazzi fumano canne, bevono, sniffano Popper. Si intrufolano due imbucati: sono dei ragazzi di origine mediorientale, vengono mandati via malamente, uno dei due Hacine va fuori di testa e ribalta un barbecue che si incendia ai piedi di Steph. Anthony gli fa lo sgambetto davanti a tutti. Il marocchino gli giura vendetta. Quando Anthony e suo cugino vanno via la mattina dopo, davanti alla villa, nel posto dove avevano parcheggiato la moto è sparita. Risulta ovvio chi l’ha presa. L’indomani inizia la tragedia per ritrovare la due ruote del padre (Gilles Lellouche), ex corridore, di cui Anthony indossa sempre la giacca di pelle delle competizioni.
La madre (Ludivine Sagnier) aiuta il figlio nella ricerca ma il tutto non avrà che esiti definitivi.
Due anni dopo, nel 1994, altro giro altra corsa. Anthony cresce, incontra nuovamente Steph che lo usa come uno yo-yo dichiarandosi immersa in altre acque. I genitori si sono lasciati, lui vive con la madre, che lo ama moltissimo. In paese hanno aperto una struttura sportiva con la pista di neve, Anthony lavora lì come cameriere. All’inaugurazione rivede Stephanie, le fa subito la complimenti. Dicono di vedersi dopo il turno di lavoro di lui. Invece, all’orario stabilito, la becca nelle docce col suo collega cameriere. Si menano nella neve, Anthony ottiene un licenziamento in tronco. Ma piuttosto che arrabbiarsi con la bella, le dà un biglietto con un appuntamento per il giorno dopo. Invece il giorno successivo deve andare con la famiglia al funerale di un operaio compagno di fabbrica del padre. Nel frattempo, è tornato dal Marocco Hacine, pieno di soldi, col macchinone, borioso, violento, con l’aria di uno che è tornato per farsi valere: evidentemente nella terra di origine ha fatto fortuna con lo spaccio di droga. Al pub dopo il funerale la tensione sale tra i genitori. Il padre – che si dichiara sobrio da un anno – porta un barattolo di risparmi che vuole offrire alla madre per regalarle finalmente la villeggiatura che tanto desiderava quando stavano insieme. La donna non li vuole. Lui le tira addosso il recipiente: cadono monete e banconote per terra. Il padre di Hacine saluta affettuosamente il padre di Anthony: erano colleghi negli altiforni dove lavoravano.
Anthony va in bagno e Hacine lo assale. Interviene il violento padre di Anthony che poi esce e si attacca all’alcol, lasciando il marocchino sicuramente malmesso.
Nel 1996 Anthony si taglia tutti i capelli perché si è arruolato militare, partirà l’indomani. Alla parata del 14 luglio Stephanie si lascia toccare. Il padre di Anthony dopo aver visto la madre con un altro e essersi sentito respinto per l’ennesima volta, va al lago e vi si butta dentro. Hacine lo guarda dalla riva e non lo soccorre.
Mondiali di calcio del ‘98. Alla semifinale vince la Francia. I due antichi rivali si abbracciano festeggiando fino a quando si accorgono chi sono e si slacciano. Si raccontano. Hacine ha una moto, gli propone di fare un giro per chiudere il cerchio. Sono grandi ormai. Anthony, presa confidenza, chiede di provare la moto da solo. Hacine glielo concede. Si confrontano come in un duello. Ma il tempo è passato, sono cresciuti, le cose sono superate, sono diventati adulti. Anthony prende in prestito la moto e va dal suo antico amore. Stephanie è sempre bella. Fanno una ultima corsa in motocicletta. Lui la ama ancora. Lei gli dà l’ennesima buca: sta per trasferirsi in un altro paese dal fidanzato. Tra loro non funzionerà mai.
La musica degli anni Novanta punteggia il film scandendo i capitoli come di un libro: la trama proviene dall’omonimo romanzo premio Goncourt scritto da Nicolas Mathieu. La matrice letteraria, evidente nella ripartizione in quattro capitoli presente nel film, è rispettosa e precisa, sebbene vada perdendosi lungo la strada della trasposizione da parola scritta a immagini alcune sfumature dei personaggi che crescono via via. Gli attori sono aderenti alle difficoltà umane della crescita, i ragazzi, e del passaggio sociale di un paese della Francia in cui chiudono le fabbriche e cambia il tessuto sociale attorno, gli adulti. I registi Zoran Boukherma e Ludovic Boukherma, nati proprio negli anni che raccontano, si sono documentati ampiamente e hanno maneggiato la storia in maniera acuta.
Leurs enfants après d’eux – Regia e sceneggiatura: Zoran Boukherma, Ludovic Boukherma; fotografia: Augustin Barbaroux; montaggio: Géraldine Mangenot; musica: Amaury Chabauty; interpreti: Paul Kircher, Angélina Woreth, Sayyid El Alami, Gilles Lellouche, Ludivine Sagnier, Louis Memmi; produzione: Trésor Films, Chi-Fou-Mi Productions; origine: Francia, 2024; durata: 144 minuti.