Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna di Greg Berlanti

  • Voto

Vogliono che tu venda la Luna?

Kelly Jones ( Scarlett Johansson) è tanto spericolata quanto geniale nel marketing e potrebbe vendere qualsiasi cosa, anche la Luna. Questo gli viene chiesto: rilanciare l’immagine della Nasa dopo i fallimenti degli anni precedenti, primo fra tutti quello dell’Apollo I, con la morte dell’intero equipaggio. Per vendere il nostro satellite però Kelly ha bisogno di mano libera nell’agire e finisce per disturbare chi sulla Luna sta cercando di andarci veramente, o meglio, di mandarci l’America:

Non vorrai che la Luna diventi comunista?

Cole Davis (Channing Tatum) è il direttore del programma, le responsabilità di andare lassù e rimanerci pesano sulle sue spalle. I due, Kelly e Cole, finiranno per scontrarsi, ma per un bene più grande le antipatie e gli amori si possono mettere da parte. Dopotutto, non possono fallire perché sopra di loro c’è Qualcuno che il fallimento non lo concepisce

Ecco cosa significa lavorare per Richard Nixon.

E così a Kelly verrà così chiesto di non vendere solo la Luna, ma una finta Luna: produrre un film sull’allunaggio, nel caso non tutto vada come programmato… e anche qui gli ostacoli sono dietro l’angolo.

Lo sapevo, dovevamo chiamare Kubrick.

Greg Berlanti è quel regista a cui affidi un film quando vuoi che venga fatto bene. Senza infamia, senza lode. Berlanti ha all’attivo una carriera da produttore/sceneggiatore che parte dalla serie Dawson’s Creek (1998-1999) e arriva a Batwoman (2019-2022) nel mezzo decine di titoli che lo rendono un veterano della produzione pop per il piccolo e il grande schermo. Quando gli Apple Studios si sono comprati il progetto, necessitavano di un regista che portasse a casa il lavoro e insomma: here we are.

Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna è un film che ha tempi comici e tempi cinematografici. Berlanti si trova tra le mani due star, di cui una con la S maiuscola, Johansson, che pare che film di questo calibro li possa girare spendendo la metà della metà del suo talento, e una volta che la chimica tra lei e Tatum è trovata, o ricreata, il film viaggia senza problemi, anzi, persino diverte. Il ritmo diventa così frizzante, i personaggi di contorno aiutano  e i due personaggi protagonisti hanno l’approfondimento necessario perché la leggerezza non renda il prodotto inconsistente. Kelly una bugiarda patentata che necessita di mentire per essere, Cole un uomo in missione per redimersi dagli errori passati.

Abbiamo scelto di andare sulla Luna non perché sia facile, ma perché è difficile.

Ennesimo film sulla Luna, si distingue dai precedenti perché celebra il mito americano evitando di sfoggiare pompa e protagonismo, bensì utilizzando l’arma della commedia. Che è il modo migliore per narrare qualcosa: nulla viene preso più sul serio che le risate. La celebrazione del mito USA – e della superiorità sull’URSS – è quindi ben confezionata con un’attenzione ai dettagli e alla ricreazione di quegli anni ’60 che ha del maniacale. Lode quindi alla scenografia, come ai costumi e al trucco/parrucco.

Il punto forte di Fly Me to the Moon rimane pero la sceneggiatura, oltre a una regia capace di farsi briosa e un montaggio rapido quanto basta per mantenere viva una trama che ha un percorso tutt’altro che lineare e che solo a metà di essa svela l’obbiettivo finale, il finto allunaggio. Prima di allora, la pellicola va avanti per storie e controstorie che sovraccaricano il prodotto e soltanto la comicità riesce a mantenere nei ranghi. Il finale si rivela invece un po’ frettoloso, forse per la troppa carne messa al fuoco precedentemente, ma la simpatia del tutto aiuta a gustarselo, in ogni caso.

Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna è un ottimo lavoro, per famiglie e per coppiette. Famiglie e coppiette ignoranti della lingua inglese si potrebbe pensare, vedendo il pesante sottotitolato aggiunto alla versione italiana. Un amante del cinema non si perde molto nel caso manchi all’appuntamento, certo rimane interessante che questo sia l’ennesimo prodotto celebrante quei mitici anni ’60 che il cinema non riesce proprio a dimenticare.

Pare che il cinema americano abbia trovato nella nostalgia delle epoche d’oro della settima arte e dell’America – creazione e creatore vanno a braccetto – uno scatolone da cui attingere a piene mani: rimane da capire se si parli di uno scatolone pieno come la valigetta di Tarantino o di una grotta in cui rifugiarsi. Con questo film l’impressione è di trovarsi in quella grotta: calda e accogliente ma con quella confortevolezza ben lontana dalla novità o dall’originalità. Sia nei temi, che nel modo in cui li si riprende. In attesa di tempi in cui il presente offra nuovi miti da raccontare, o gli americani ne trovino uno in cui poter di nuovo credere abbastanza. Mal che vada c’è sempre il passato glorioso, con un occhio di riguardo a non inflazionarlo.

Dal 11 luglio in sala


Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna  (Fly Me to the Moon) Regia: Greg Berlanti; soggetto: Keenan Flynn, Bill Kirstein; sceneggiatura: Rose Gilroy; fotografia: Dariusz Wolski; montaggio: Harry Jierjian; scenografia: Shane Valentino; costumi: Mary Zophres; interpreti: Scarlett Johansson, Channing Tatum, Jim Rash, Ray Romano, Woody Harrelson, Anna Garcia, Colin Woodell, Donald Elise Watkins, Noah Robbins; produzione: Apple Studios, Berlanti-Schechter Films, These Pictures; origine: USA, 2024; durata: 132 minuti; distribuzione: Eagle Pictures.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *