Free Guy – eroe per gioco

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“La vita non può semplicemente scivolarci addosso”, così si esprime il protagonista di Free Guy – eroe per gioco quando prende definitivamente coscienza di chi è e di chi può essere. A volte la nostra vita ci sembra cristallizzata, e, come Guy (Ryan Reynolds), desideriamo qualcosa in più, desideriamo essere liberi, aneliamo a un senso diverso di essa. L’ultima opera del canadese Shawn Levy, già regista della fortunata trilogia di Una notte al museo (2006), rappresenta un punto d’arrivo per il suo autore, in quanto è diventato un film ricco come mai di fantasia, umanità ed effetti speciali, ingredienti fondamentali del suo modo di fare cinema.

Guy è un personaggio di contorno del videogioco Free City, in cui recita tutti i giorni la stessa parte, felice di farlo, mentre attorno nella città regna il caos, generato dai giocatori in carne ossa, i player, che, con gli occhiali da sole che li distinguono, si divertono a “spaccare” di tutto. Una volta arriva a indossare questi occhiali e, vedendo il suo mondo con gli occhi dei player, piano piano capisce di essere all’interno di un videogioco. Aiutato dai due giovani programmatori, Milly (Jodie Comer) e Keys (Joe Keery), la cui idea di base, più bella e pacifica, era stata rubata loro da un magnate tecnologico (Taika Waititi), il villain di turno, avido e senza scrupoli, Guy, primo formidabile esempio di intelligenza artificiale con coscienza di se stesso, lotterà per essere libero. Facendo capire ai due ragazzi amici cosa è veramente importante: la complicità, i sentimenti, la bontà, in una parola, il loro desiderio di creare giochi divertenti in cui non si debba necessariamente sparare a tutto e a tutti. In una parola, l’amore.

La parte iniziale del film, dove il mondo sembra perfetto, con la consapevolezza di Guy di essere intrappolato in una non-vita, fa immediatamente tornare in mente il capolavoro di Peter Weir The Truman Show, film di più di venti anni fa ma ancora sempre attuale, commovente e formativo per i tanti umilianti reality realizzati in giro per il mondo. Free Guy – eroe per gioco  comunque si regge poi da solo, con più mirabolante azione ed effetti speciali, che ricordano d’altra parte, due altri grandi film, Inception (2010) di Christopher Nolan e Ready Player One (2018) di Steven Spielberg. Guy decostruisce la sua realtà, la ricostruisce, si fa libero di scegliere.

In definitiva il cinema di Shan Levy è simpatico, divertente e dolce, bastino solo le citazioni della sit-com Il mio amico Arnold o di Guerre stellari, la delicatezza dei rapporto tra i due giovani programmatori o ancora quello tra il protagonista e il suo migliore amico, un poliziotto che non capisce niente di quello che sta succedendo ma che si fida sempre. E noi con lui.

In sala dal 11 agosto 2021 


Free Guy – eroe per gioco – Regia: Shawn Levy; sceneggiatura: Matt Lieberman, Zak Penn; fotografia: George Richmond; montaggio: Dean Zimmerman; effetti speciali: Charles Cooley, Steven Carlton Ficke, Allison Gainza, Juliana Lima, Daniel Sudick, Shawn Windisch; musica: Christophe Beck; interpreti: Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Taika Waititi, Lil Rel Howery; produzione: Greg Berlanti, Adam Kolbrenner, Shawn Levy, Ryan Reynolds; origine: USA 2021; durata: 115’; distribuzione: Walt Disney/20th Century Fox.

1 thought on “Free Guy – eroe per gioco

  1. Divertente e significativa recensione al film, accompagnata dai rimandi a esempi di storie di successo, con in più, in questo caso, una intrigante sollecitazione a vederne di persona la realizzazione in questa nuova pellicola.

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