Hacks di Lucia Aniello, Paul W. Downs, Jen Statsky (Golden Globe – Miglior serie commedia o musical)

  • Voto
3.5

La serie televisiva Hacks, ideata da Lucia Aniello con il marito Paul W. Downs (che si è ritagliato il ruolo de l’agente delle due protagoniste) e Jen Statsky, racconta di Ava Daniels (Hannah Einbinder), giovane sceneggiatrice televisiva, che dopo una battuta sbagliata su un social viene fatta fuori dall’intero sistema produttivo, e di Deborah Vance (Jean Smart), settantenne stand-up comedian, con una carriera cinquantennale nei teatri di Las Vegas in cui registra il tutto esaurito. ce La donna viene consigliata da Marty Ghilain (Christopher McDonald), il manager del Casinò per il quale lavora da anni e con cui, a fasi alterne, intrattiene una liaison amorosa sottobanco, di diminuire il suo impegno lavorativo, non perché abbia meno pubblico, ma perché la società chiede nuove forme di intrattenimento (porta come esempio un buffo gruppo musicale giovanile che ha appena vinto un talent televisivo e che usa l’autotune ed effetti speciali per coprire il fatto di non sapere veramente cantare).

Le due donne sono nel mezzo di una evidente crisi professionale che non vogliono accettare, hanno poco in comune tranne Jimmy LuSaque un agente giovane – interpretato da Paul W. Downs – (appena succeduto al padre, storico manager di attori e scrittori) che, con un colpo di coda, pensa le due possano essere messe insieme a risolvere il momento difficile. La navigata Deborah ha sempre orgogliosamente scritto i testi dei suoi spettacoli da sola, l’indipendente e scorretta Ava considera la matura attrice niente più che una passatista, ma l’incontro-scontro, non voluto da entrambe, è fulminante: al termine del primo episodio Vance ingaggia Ava, “portami domattina venti battute”. Ed è solo il primo dei diciotto disponibili in Italia (in USA è già andata in onda la terza stagione ed è pronta la quarta).

Hacks ai Golden Globes 2025 ha fatto bingo: miglior attrice protagonista in una serie commedia a Jean Smart, miglior attrice non protagonista ad Hannah Einbinder, miglior serie commedia. Hacks è un prodotto di grande qualità artistica, girato bene, scritto magnificamente, recitato in maniera perfetta; ed è attuale nel parlare in maniera chiara di cancel culture, di sessismo, di femminismo, di misogina, di scontro generazionale. Hacks possiede la forza di chi non si vuole schierare, di chi non crede di aver capito tutto, anzi, pone domande per arrivare a capire insieme qualcos’altro. Hacks è politicamente scorretto ogni volta che fa trillare le corde della non familiarità tra le due donne che potrebbero essere madre e figlia e che, forse anche per questo, polemizzano, si scontrano, si lanciano coltelli, avvelenerebbero le bevande e i cibi dell’altra se non fosse che senza l’altra, nel momento presente, non si può andare avanti.

La catena che lega Deborah ad Ava scricchiola ogni momento, il desiderio di fuga è per entrambe motore di rivolta continua, azione e reazione, spinta propulsiva verso la costruzione necessaria a voltare pagina. Nessuno è capace di stare da solo, nemmeno se si hanno ville nei posti più belli, servitori domestici governanti cagnolini ansimanti a seguito. Ava ha venticinque anni, una casa che si è appena comprata sul groppone, due genitori in un’altra parte dell’America con cui va poco d’accordo perché non si sente capita: lesbica, autrice comica, indipendente e autonoma, ha compiuto ogni scelta senza il loro favore. Deborah, dopo lo show serale, ha i suoi riti ossessivi: nutre i cuccioli su piatti di portata appartenenti al servizio di lusso, si spalma con creme costose di cui il comodino è colmo, prende pasticche per dormire, chiude le persiane attraverso un interruttore elettrico. È circondata di persone alle sue dipendenze, pagate per darle sempre ragione. Ha un rapporto complicato con una figlia quarantenne che si è sempre portata in giro, facendola trovare più volte in situazioni spiacevoli che l’hanno resa poco capace di gestire relazioni sentimentali, dipendente da farmaci o sostanze stupefacenti, fragile e bisognosa, che la madre, nonostante le evidenti colpe, bistratta. Ava e Deborah ostentano forza, intransigenza e coerenza l’anziana, ironia e apertura mentale la giovane: entrambe maneggiano in maniera maldestra l’amore ma hanno gli strumenti comici per modificare gli eventi secondo il loro gusto. La creatività le avvicina nei momenti più disparati, nel mezzo del deserto o dopo una corsa in macchina. Attraverso il meccanismo classico dello scontro tra diversità (attrazione degli opposti) Hacks racconta una storia molto contemporanea con acuta precisione – una storia di rinascita, di woman power, di rivolta contro la negatività – ispirando nello spettatore una sana, intelligente, ragionata allegria che non lo annienta sul divano di casa ma che lo spinge a uscire, a guardarsi attorno, a cercare negli altri la possibilità di risolvere delle cose di sé. Chapeau.

Su Netflix


Hacks –  Showrunner: Lucia Aniello, Paul W. Downs, Jen Statsky; sceneggiatura: Lucia Aniello, Paul W. Downs, Jen Statsky, Maria Gonzales, Aika Miyake; fotografia: Adam Bricker; montaggio: Jessica Brunetto, Susan Vaill;  interpreti: Jean Smart (Deborah Vance), Hannah Einbinder (Ava Daniels), Carl Clemons-Hopkins (Marcus), Paul W. Downs (Jimmy LuSaque), Megan Stalter (Kayla Schaefer), Rose Abdoo (Josefina), Mark Indelicato (Damien); produzione: Melanie J. Elin per Universal Television, 3 Arts Entertainment, Fremulon, Paulilu Productions, First Thought Productions; origine: USA, 2021 – in produzione; durata: tre stagioni 27 (a metà 2024) episodi di 26-35 minuti; distribuzione: Netflix.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *