Heretic di Scott Beck e Bryan Woods

  • Voto

 

Più sai, meno sai.

La religione è spesso considerata un faro di speranza, una guida che offre risposte alle incertezze della vita. Cosa accade quando diventa solo uno strumento di controllo? Heretic parte proprio da qui, da questa inquietante prospettiva: mostrare come la fede possa essere distorta, usata contro chi la professa. La religione è così dipinta non come una verità assoluta, ma come una costruzione umana imposta da altri, capace di soffocare il libero pensiero. Lo spettatore è costretto a riflettere su quanto sia labile il confine tra fede e prigionia mentale. Insomma, l’orrore non è nei demoni ultraterreni, ma nel potere che gli uomini esercitano sugli altri in nome di una presunta verità divina.

Fuori si avvicina una tempesta, e due giovani missionarie mormoni, la determinata Sorella Barnes e la timida Sorella Paxton, bussano alla porta di un uomo di mezza età, il Signor Reed. Benché fuori piova, le due non possono entrare se non c’è una terza donna presente. Ma la donna c’è, è la moglie dell’ospite. È di là, impegnata a cucinare una torta di mirtilli: perché intanto non si possono scambiare due chiacchiere?

Quello che inizia come un incontro cordiale si trasforma in un incubo psicologico. Con la sua mente contorta, l’uomo smonta le loro credenze, mettendo a nudo le fragilità della fede. Le due si trovano intrappolate in una casa che diventa una prigione mentale: ogni parola è una lama affilata, ogni sorriso nasconde un tranello o una doppia faccia. La tensione cresce inesorabilmente, portando le protagoniste a confrontarsi con le proprie paure e a mettere in discussione ciò in cui hanno sempre creduto.

Non abbiate paura. Assisterete a un miracolo.

La regia di Heretic è sapientemente curata da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver scritto A Quiet Place (2018). Si parte da un’ambientazione chiusa e oppressiva per creare un’atmosfera di costante disagio. La fotografia è studiata per aumentare il senso di claustrofobia, inquadrature strette e uso strategico delle ombre, mentre la colonna sonora amplifica la tensione e la sceneggiatura costruisce dialoghi pungenti e carichi di sottotesto, tutt’altro che noiosi anche se a volte prosastici. Hugh Grant è in un ruolo lontano dalle sue interpretazioni classiche, dà vita a un personaggio tanto affascinante quanto inquietante, con quella faccia da bravo ragazzo prestata al lato oscuro. Accanto a lui, Sophie Thatcher e Chloe East offrono performance intense e trasmettono il crescente senso di smarrimento e terrore che pervade l’intera pellicola.

È un thriller psicologico che sfida le certezze, e spinge alla riflessione. La combinazione tra una trama avvincente, interpretazioni di alto livello e una messa in scena accurata rende il film un’esperienza coinvolgente e disturbante. Senza dare tregua, Heretic non lascia spazio a compromessi: turba, inquieta e spinge a mettere in discussione tutto ciò che si credeva certo. Partendo dall’idea stessa del credere.

In sala dal 27 febbraio.


Hereticregia: Scott Beck e Bryan Woods; sceneggiatura: Scott Beck e Bryan Woods; fotografia: Chung Chung-hoon; colonna sonora: Chris Bacon; interpreti: Hugh Grant, Sophie Thatcher, Chloe East, Topher Grace; produzione: Beck/Woods, Shiny Penny Productions, Catchlight Studios; origine: Stati Uniti; durata: 111’; distribuzione: A24.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *