I misteri del bar Étoile di Dominique Abel e Fiona Gordon

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Interno bar. Un bancone. Una donna giapponese e un uomo al banco. Entra un avventore. Si avvicina apparentemente per chiedere qualcosa da bere. L’ambiente è scuro, notturno, scarno, pochi tavolini, pochi clienti. Sta per succedere qualcosa che muterà lo svolgimento della routine.

L’etoile filante – la stella cadente – è il bar di Boris (Dominique Abel), della sua compagna Kyoko (Kaori Ito) e del loro socio Tim (Philippe Martz). Gli affari vanno bene fino al giorno in cui Georges, un cliente di passaggio (Bruno Romy), accusa Boris di essere il terrorista che ha fatto un attentato nel 1986 in cui lui è stato ferito e ha perso un braccio. Con una protesi scalcagnata tenta di sparare a Boris, invano.

Scampati al primo tentativo di vendetta i tre baristi cercano di escogitare un piano. Circolando per una Bruxelles semi vuota e fantasmatica incappano nel sosia di Boris, Dom, un uomo senza lavoro depresso e solitario (interpretato sempre da Dominique Abel) e decidono di fargli prendere il posto del barista incriminato in attesa del ritorno del vendicatore. Il piano di scambio di persona, come da migliore tradizione slapstick, andrebbe anche a buon fine (droga nel bicchiere, cambio di abiti, proposta di lavorare al banco) se non fosse che la moglie di Dom è Fiona (Fiona Gordon), detective privata, che alla sparizione del marito metterà a soqquadro la città per ritrovarlo.

 

 

 

 

 

Balli, coreografie precisissime, movimenti a sincrono, citazioni, parodia sono i tasselli che compongono un racconto a più strati in cui i livelli di realtà corrispondono a altrettante zone d’ombra: la figlia di Dom e Fiona è sepolta al cimitero (com’è morta? quando?); la coppia che ha perduto la figlia ha un cane (si tratta del medesimo cane cercato dalla signora disperata che si rivolge a Fiona?); la rivolta popolare che irrompe in città (e che consente la fuga di Boris imbracciando il cartello “Il futuro sono io”) è collegata o meno all’attentato del 1986 (la folla intona inni della resistenza italiana); è giusto o sbagliato non prendersi le proprie responsabilità (chi deve assolvere la colpa?). Di notte Georges lo storpio va, come previsto, a vendicarsi, si intrufola nella casa sopra il bar, trova l’uomo sdraiato nel letto a dormire (ma è Dom, non Boris) e invece di riuscire a colpire l’obiettivo (la protesi del braccio rotta gira alla rovescia e spara alle sue spalle) ha un infarto che viene peggiorato da Kyoko che non segue i consigli degli infermieri del 112 e, piuttosto, fa correre l’uomo simulando un cavalluccio in una farsa un po’ humour nero.

La nozione di colpa e quella di identità serpeggiano tra i fili di una estetica da film noir dai contrasti forti (costumi dai vistosi colori primari) coreografato da Charlie Chaplin nei panni di Charlot (molte le gag che tornano in mente), Buster Keaton e molto cinema muto. L’opera è stata presentata in apertura al Festival di Locarno 2023. La coppia di autori Abel e Gordon si confermano sapienti manovratori di pensiero sofisticato e di messa in scena tra il teatrale e il surreale.

Presentato in anteprima a “Rendez-vous – Festival del nuovo cinema francese”
In sala dall’11 aprile 2024


I misteri del bar Étoile (L’etoile filante) Regia e sceneggiatura: Dominique Abel, Fiona Gordon; fotografia: Pascale Marin; montaggio: Julie Brenta; musica: Birds on a Wire; scenografia: Nicolas Girault; interpreti: Fiona Gordon, Dominique Abel, Kaori Ito, Philippe Martz, Bruno Romy; produzione: Courage Mon Amour, MK2 Films, Moteur S’il Vous Plaît;  origine: Francia/Belgio, 2023; durata: 98 minuti; distribuzione:  Academy Two. 

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