Il caso Josette di Fred Cavaye

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Nel 17° secolo, gli animali potevano essere processati per aver commesso un crimine. L’avvocato Pompignac (Dany Boon) è allora convinto di aver trovato il caso della vita: difendere la giovane ed innocente capra Josette, accusata ingiustamente dell’omicidio di un maresciallo. Ma dovrà fare i conti con il suo avversario, il formidabile e celebre Valvert (Jerome Commandeur), capace di vincere sempre, davanti alla corte e soprattutto davanti alla folla, che stimola, aizza e rende complice nel deridere il collega, capace, al contrario, di perdere sempre.

Il caso Josette di Fred Cavaye ha avuto in Francia un grandissimo successo che auguriamo avvenga anche nel nostro paese anche se dubitiamo un po’, trattandosi di una commedia grottesca, diretta e recitata sopra le righe, che non fa ridere delle smorfie o dei monologhi ciarlatani, ma fa sorridere del racconto nel suo insieme. Che è stato messo in scena davvero bene, con scenografie e costumi perfetti, colorati, poveri e ricchi, con parrucche vistose intorno a volti espressivi, caratterizzanti bene la  personalità dei ruoli. L’avvocato vanaglorioso, antagonista destinato all’umiliazione, l’avvocato perdente scarruffato, protagonista verso la gloria inaspettata e agognata, il giovane ingenuo innamorato, la bella onesta e determinata, il giudice incancrenito, il popolo sempre, sempre usato e condizionato nelle sue prese di posizioni più o meno pacifiche, spesso violente.

Non è difficile ipotizzare che per i Francesi il film abbia significati e sfumature che noi non possiamo cogliere e sono questi, crediamo o, meglio, ipotizziamo, che ne hanno fatto un successo. Storie e personaggi che rimandano all’attualità del paese transalpino, forse, ma sicuramente anche il messaggio virtuoso contro l’intolleranza verso gli stranieri e soprattutto verso i francesi di origine straniera ma nati in Francia e Francesi per diritto di suolo. Anche se gli uomini sembrano imparare, e, un secondo dopo, sono pronti a rinnegare i buoni propositi. Personaggio veramente spassoso è il cardinale Mazzarino (Gregory Gadebois), saggio quanto ingordo di politica e di dolci, mediatore e capo di una Francia sempre in fibrillazione, sempre pronta alla rivoluzione. E a tagliare teste, anche prima che avvenisse più tardi in modo estremo, e prima dei nostri tempi e delle loro proteste.

Il caso Josette è confezionato molto bene, a volte accademico nel montaggio e nella regia, ma, sempre curioso, stimola la curiosità degli spettatori per come andrà a finire la causa contro una capra, forse simbolo dell’innocenza, o almeno dei più deboli. I poveri e i deboli, il cinema dovrebbe raccontarli sempre, perché tra loro ci sono eroi e antieroi straordinari, protagonisti di storie folli e autentiche, vere e narrabili attraverso tutti i generi che la 7 arte propone.

In sala dal 25 aprile 2024


Il caso Josette (Les chevres!) – Regia: Fred Cavaye; sceneggiatura: Fred Cavaye, Sarah Caminisky, Matthieu Rumani; fotografia: Denis Rouden; montaggio: Mickael Dumontier; musica: Christophe Julien; interpreti: Dany Boon, Jerome Commandeur, Gregory Gadebois, Marie-Anne Chazel, Alexandre Desrousseaux; produzione: Fabrice Gianfermi; origine: Francia, Belgio 2024; durata: 100’; distribuzione: Notorious Pictures.

 

 

 

1 thought on “Il caso Josette di Fred Cavaye

  1. Questa recensione, condotta con un registro leggero e divertente come la materia narrata e mediando tra rimandi a un’epoca storica riconoscibile e parodie favolistiche, spinge il lettore alla visione del film con aspettative promettenti di divertimento e riflessione. Molta filmografia francese ha questi registri narrativi.

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