Summary
L’otto agosto sarà possibile scaricare l’applicazione di Dazn sul decoder di Sky Q. Un patto per mostrare il calcio su piattaforme diverse. Ma a chi conviene questa alleanza?
Da qualche giorno si leggono e si ascoltano notizie sull’accordo tra la piattaforma satellitare, Sky, e quella Internet, Dazn. Oggetto privilegiato di questo patto è ovviamente il calcio, cioè i diritti per la trasmissione delle partite del campionato di Serie A. Dopo l’evento traumatico dello scorso anno, con l’intero torneo finito sulla Rete (e solo tre partite non in esclusiva sui più tradizionali canali satellitari), in un paese che tecnologicamente non risulta essere proprio all’avanguardia, ora si corre ai ripari con l’applicazione che tanti problemi aveva recato agli utenti scaricabile sul decoder di Sky Q.
Ecco, dunque, che in molti urlano al miracolo. Il calcio è tornato su Sky. TimVision si è fatto da parte o, meglio, ha rinunciato all’esclusività. Titoloni, punti esclamativi, gioia diffusa, amore perpetuo. In pochi, però, hanno sottolineato che la favola ha un lieto fine non certo per utenti e telespettatori. Già perché chi vorrà accedere a Dazn su Sky Q dovrà pagare due abbonamenti a prezzo pieno (perciò tra i cinquanta e i settanta euro), più altri cinque euro nel caso si possedesse Sky nella sua versione antica senza Q, per avere il privilegio di un canale dedicato sul decoder di vecchia generazione. Non sia mai che le cose che costano già care non implicassero un costo ulteriore, un po’ come una marca da bollo. A ulteriore beffa, bisogna aggiungere che Sky Q si riceve dal satellite ma arriva sugli schermi attraverso la Rete. Dunque riproponendo gli stessi problemi a quegli utenti che combattono quotidianamente con una connessione non esattamente a prova di streaming.
Non si possono esprimere giudizi definitivi, perché la questione non è ancora giunta al suo termine. In ogni caso, è sufficiente limitarsi alle informazioni generiche e, nonostante tutto, perentorie che sono state rilasciate in quest’ultima settimana per farsi un’idea abbastanza severa delle persone con le quali abbiamo a che fare in un finto mercato, dove puntualmente alla competizione si preferisce l’accordo per guadagnare un po’ di più ai danni di chi non ha scelta. Tanto più, che tutto ciò accade a una settimana dall’inizio del suddetto torneo che, detto tra noi, non è che sia proprio un gran prodotto da vendere a quei prezzi.
Se ci limitassimo a nove mesi di abbonamento, considerando che dal contratto con Dazn ci si può sottrarre in qualsiasi momento, mentre con Sky Q il recesso assume contorni meno chiari, si potrebbe arrivare a spendere intorno ai quattrocentocinquanta euro, proprio a essere tirati, cioè scegliendo la versione standard di Dazn con un singolo accesso (con Premium si hanno due visioni distinte a circa quaranta euro al mese) e Sky Q con il solo pacchetto Tv. Con la Champions League e altri sport i prezzi sarebbero ben altri. Ognuno è in grado di capire a chi tutto ciò possa giovare.
Come andrà a finire? Probabilmente per chi ha gettato l’amo si tratta di resistere una settimana, poi al primo Var favorevole alla squadra detestata, i doppi abbonamenti, i cinque euro, i capricci dello streaming, diventeranno un mero esercizio di stile su cui misurarsi nei pochi tempi morti, tra una notizia di mercato, un allenatore esonerato e una batosta in Europa. E intanto le istituzioni? Gli enti che dovrebbero vigilare sulle questioni che riguardano l’audiovisivo, cosa ne pensano dell’intera vicenda? L’otto agosto l’offerta diventa realtà e per ora nessuno ha dato segni accettabili di vita superiori a quelli percepiti su Marte.