Il Gladiatore II di Ridley Scott

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Non so se consigliare o meno al nostro lettore un ripasso del primo Gladiatore (2000), che a rivederlo oggi, come ha fatto chi scrive, era e resta – lo garantisco – un film straordinario, un melodramma shakespeariano di non comune potenza, segnato da una memorabile interpretazione, quella di Joaquin Phoenix nella parte dell’irrequieto e diabolico imperatore Commodo. Non era facile, quindi, quasi un quarto di secolo dopo – e con tutti cambiamenti epocali avvenuti, nel frattempo, al cinema – riprendere in mano più o meno la stessa materia per ri-raccontarla oggi con l’ausilio di un bagaglio di effetti speciali infinitamente più spettacolari e raffinati di quanto si potesse pensare e fare all’inizio del terzo millennio con il digitale quasi agli albori. In più gli anni passano per tutti e Ridley Scott ha raggiunto la veneranda età di 87 anni (li compirà proprio alla fine del mese di novembre) con una ultima parte della sua lunga carriera non più sempre costellata da opere memorabili (come a suo tempo), a partire dalle ultime due: il mediocre e un po’ pomposo Napoleon dell’anno scorso oppure lo stereotipato, noiosetto House of Gucci del 2021.
Insomma, per farla breve e anticipare subito le conclusioni della presente recensione, ci sembra – se la nostra corta memoria non ci inganna – che Scott abbia recuperato piglio e ispirazione, realizzando qui il suo miglior film (o quasi) da almeno un decennio. E, come si accennava, non era semplice né privo di rischi realizzare il sequel di una delle opere in assoluto migliori nella sua filmografia, a partire dalla riformulazione della figura mitica del protagonista del titolo, cioè Massimo Decimo Meridio, interpretato da Russell Crowe, con cui, da allora, il grande regista inglese istaurerà un fortunato sodalizio artistico durato dieci anni e cinque film insieme, dal Gladiatore appunto sino a Robin Hood (2010), passando per Un’ottima annata, American Gangster e Nessuna verità. La palla è passata, qui, all’irlandese Paul Mescal, un bravo ma non ancor particolarmente noto attore emergente, che fa di tutto (e in parte ci riesce) per rivaleggiare con Crowe nella parte di Lucius, figlio di Lucilla (Connie Nielsen) e di Massimo (come scopriamo già dal trailer), salvatosi alla fine del primo film e svanito nel nulla per poi crescere lontano dalla patria e di quella madre che sino ad un certo momento stenta a riconoscerlo.

Connie Nielsen

200 d.C. Siamo circa a due decadi o giù di lì dagli eventi della prima parte: diventato grande, Lucius, che aveva assistito alla morte tragica di Massimo per mano del malvagio zio Commodo, è catturato dall’esercito romano, condotto dal valoroso generale Marco Acacio (Pedro Pascal), in Numidia dove conduceva una vita felice insieme alla sua compagna che resta uccisa in una cruenta, molto spettacolare battaglia. Portato a Roma, ormai uno schiavo come tanti, viene notato dal perfido Macrino (perfetto Denzel Washington nella parte), un ex-schiavo che complotta per assurgere al trono, e si ritrova da gladiatore a combattere nel Colosseo. Cioè nel cuore, panem et circenses, dell’Impero Romano ora governato da due sciroccati e crudeli sovrani, Geta e Caracalla con la sua scimmietta ammaestrata, rispettivamente interpretati, un po’ platealmente, da Fred Hechinger e Joseph Quinn – entrambi hanno dichiarato di essersi ispirati per le loro parti a due membri della band dei Sex Pistols, John Lydon e Sid Vicious.

Il tutto si intreccia e si snocciola tra tradimenti e uccisioni varie, la rabbia e la sete di vendetta del protagonista, agnizioni, complotti e scontri al vertice del potere fra imperatori e Senato, le trame nere di Macrino e quelle “democratiche” di Lucilla per ristabilire l’ordine istituzionale, ecc. ecc. E con alcuni topoi ripresi dalla prima parte della saga: una grande battaglia ultra-spettacolare iniziale che sancisce il destino del protagonista – in Germania tra i boschi nel primo Gladiatore, qui in Africa con la presa dal mare della città-fortezza in Numidia – oppure i giochi e gli scontri nel Colosseo ispirati a grandi battaglie storiche (rispettivamente Zama e Salamina). E poi c’è il ritorno dal passato di due personaggi: quello di Gracco ( ancora Derek Jacobi) che si oppone al dominio incontrollato dei due imperatori in nome del Senato, e soprattutto quello di Lucilla (sempre Connie Nielsen), la temuta e detestata figlia maggiore di Marco Aurelio. Infine, alcuni memento: rivediamo, in brevi lacerti, Russell Crowe; nei titoli di testa realizzati dall’animatore Gianluigi Toccafondo, troviamo un breve riassunto del primo film e ad un certo punto ritorna anche il tema musicale originale di Hans Zimmer e Lisa Gerrard.

Denzel Washington

La sceneggiatura di David Scarpa che per Scott aveva già scritto Tutti i soldi del mondo (2017) e più di recente il Napoleon  (2023), non ci sembra che possa competere con quella precedente firmata da David Franzoni, John Logan e William Nicholson ma possiede, di nuovo, un gran bel personaggio-chiave che Denzel Washington rende con una potenza e un carisma scenico pari a quello del Commodo di Joaquin Phoenix. Per la cronaca anzi per la Storia il personaggio non è proprio mera invenzione di fantasia: il vero Macrinus era un prefetto del pretorio di origine berbera che divenne Imperatore nel 217 d.C., a seguito dell’uccisione misteriosa, probabilmente commissionata, di Caracalla e che governò Roma per meno di un anno e mezzo sino alla sua morte.

Certo il cinema di oggi – anche quello di grande spettacolo – resta quello che è: in esso la perfezione tecnologica sovrasta tutto e va, troppo spesso, a scapito dell’invenzione drammaturgica. Perciò persino da un film accurato e di grande livello di intrattenimento spettacolare come Il Gladiatore II, non ci si devono e possono aspettare troppe sottigliezze. come poteva accadere ancora qualche tempo fa persino in blockbuster d’autore di questa portata e budget (si parla di 310 milioni di costo).
Come pochi, però, Ridley Scott riesce a portare a casa un buon risultato, consegnandoci un’opera convincente e spesso avvincente, comunque ben interpretata e dall’ottimo production value. Restiamo, come si intuisce, una buona spanna al disotto dell’originale del 2000. Ma accontentiamoci lo stesso,  tanto uno sfracello di soldi li farà.

In sala dal 14 novembre 2024.


Il Gladiatore II (Gladiator 2) – Regia: Ridley Scott; sceneggiatura: David Scarpa; fotografia: John Mathieson; montaggio: Sam Restivo, Claire Simpson; musica: Harry Gregson-Williams; interpreti: Paul Mescal, Pedro Pascal, Denzel Washington, Connie Nielsen, Joseph Quinn, Matt Lucas, Fred Hechinger, Derek Jacobi, Tim McInnerny, May Calamawy, Peter Mensah, Lior Raz, Rory McCann, Alec Utgoff, Alexander Karim, Lee Charles; produzione: Parkes/MacDonald Image Nation, Red Wagon Films, Scott Free Enterprises; origine: GB/Usa, 2024; durata: 141 minuti; Distribuzione: Eagle Pictures.

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