Incanto di Pier Paolo Paganelli

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Senza tanto esagerare possiamo dire che in Italia la produzione di un cinema di genere fantastico è quasi nulla. I pochi tentativi in questa categoria, dando uno sguardo alla nostra produzione cinematografica, si possono contare sulle dita di una mano visto che la domanda viene coperta soprattutto da costosi progetti che arrivano dall’estero, più in particolare dagli Stati Uniti. Tuttavia a volerlo cercare qualche titolo si trova. Fra le più ‘casalinghe’ e iconiche opere pensate per la famiglia si ricorda l’ormai non più recente adattamento per il cinema di un classico della letteratura per ragazzi: nientemeno che l’ambizioso Pinocchio (2019) di Matteo Garrone. Uscito invece da appena pochi mesi troviamo il non riuscitissimo Il magico mondo di Billie (2024) del compianto Francesco Cinquemani (1967 –2024) , che si era lasciato ispirare al cartone animato statunitense Puffins e che ha visto nel ruolo principale la giovane attrice bilingue Mia McGovern Zaini (House of Gucci). Degna di nota, vista la rarità del ‘made in Italy’ sul grande schermo, è quindi l’uscita estiva nelle sale dei cinema italiani di Incanto, per la regia di Pier Paolo Paganelli. Un fantasy, coraggioso nel suo piccolo, con una storia originale redatta a sei mani e che non disdegna una buona dose di effetti speciali. È curioso ritrovare nel ruolo principale la stessa attrice del citato film di Cinquemani, McGovern Zaini, come se magicamente il genere fantastico le sia rimasto appiccicato addosso. Per quanto la trama di Incanto non presenti temi o spunti di grande novità, però nell’insieme il lungometraggio rimane apprezzabile e si auspica di vedere più spesso nel futuro fra le produzioni nazionali ulteriori prove di questo livello.

Ma sbirciamo qualcosa della trama. Alla morte del padre Ludovico (Andrea Bosca), gravemente malato, la piccola Margot (Mia McGovern Zaini) viene affidata alla governante Felicia (Vittoria Puccini) a patto che quest’ultima accetti di trasformare la villa padronale in un orfanotrofio e di assumersi il compito di istitutrice. All’ultimo momento, prima di morire e fidandosi poco e con ragione della buona fede di quest’ultima, Ludovico nasconde il prezioso documento di cessione della casa in modo che questa non lo trovi. Interessata al solo patrimonio, Felicia, infatti, rinchiude subito la bambina in una stanza e si circonda sì di bambini, ma solamente con l’intenzione di sfruttarli come forza lavoro per il mantenimento della villa. Sette anni dopo, e nonostante le continue ricerche dell’avida governante insieme al suo tuttofare Max (Claudio Gregori), l’importante documento per il passaggio di proprietà, non si è ancora trovato. In concomitanza con l’arrivo di uno strano circo dal nome Balloon Circus nei dintorni, Margot, con l’aiuto di Daniel (Massimo Pio Giunto), il suo unico amico, fugge di notte, scappando da un passaggio segreto che la porta fuori dalla villa. Impaurita e sola nel bosco trova però presto rifugio fra i saltimbanchi del circo, i quali le si affezionano. All’interno del magico tendone circense Margot si sente al sicuro e protetta dalle insidie dell’esterno, tanto da ritrovare non solo l’amore e l’affetto di una famiglia, che le era da tempo stato negato, ma anche l’uso della parola, che aveva perso con la morte del padre e l’isolamento a cui l’aveva costretta Felicia. Fra le insolite e strambe figure viene a conoscere l’equilibrista Stella (Mia Benedetta), Cosmo (Stefano Pesce), Spoletta (Zackari Delmas), e infine il saggio clown Charlie (Giorgio Panariello). Quest’ultimo le promette di aiutarla nel prossimo futuro e le insegna l’arte dell’equilibrismo. Sennonché un’arrabbiatissima Felicia arriva a scoprire dove si è nascosta la bambina e con uno stratagemma riesce a riportarla alla villa…

Non ci sono dubbi che Pier Paolo Paganelli si sia lasciato ispirare dal clima generale delle atmosfere dark che troviamo principalmente nel cinema di Tim Burton, e più espressamente, per quanto riguarda il finale, è facile pensare ad una ripresa di tematiche da Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali. Mentre guardando all’eccessivo trucco (per esempio i visi emaciati dei bambini) e alla recitazione affettata che accomuna tutti i personaggi, ma più in particolare Felicia e le figure circensi, torna subito in mente lo stile grottesco di Delicatessen (1991) per la regia di Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro.

In questa direzione sembrano quantomeno voler andare le intenzioni della studiata fotografia affidata a Martina Cocco, la quale ha recentemente curato anche quella di N-Ego e Il ragazzo dai pantaloni rosa, e gli effetti speciali di Jacopo Galiano. Di grande effetto e ben curata è inoltre l’attenzione per i dettagli, la scenografia e i costumi: un’accortezza che non sempre è da dare per scontata.

Certo, si sarebbe potuto dare una diversa e più profonda caratterizzazione ai personaggi, che risultano appena abbozzati e con poca sostanza nonostante la bravura degli attori. Di ciò che tormenta Felicia, che nonostante il nome che porta non si può certo definire felice e il cui passato doloroso (una cicatrice le segna il viso) ci rimane ignoto, non si accenna minimamente. Pure il personaggio di Daniel rimane ambiguo, conteso fra l’amore materno per Felicia e uno più fraterno per Margot, ma manca di una motivazione veramente plausibile per il suo tradimento. Forse il personaggio meglio riuscito è l’affettuoso clown Charlie dietro il cui bianco viso si nasconde un Giorgio Panariello in grande forma; mentre la Felicia di Vittoria Puccini avrebbe potuto convincere come cattiva anche senza urlare e ringhiare ad ogni battuta del suo copione.

Incanto è una favola cinematografica che, pur con le sue piccole imperfezioni, promette un piacevole intrattenimento per tutta la famiglia, con una sana dose di magico circo e tanti buoni sentimenti, dove non manca nemmeno la lotta finale fra buoni e cattivi. Consigliato per gli afosi pomeriggi estivi.

In sala dal 3 luglio 2025.


Incanto:  – Regia: Pier Paolo Paganelli; sceneggiatura: Jacopo Del Giudice, Pier Paolo Paganelli, Davide Rossetti; fotografia: Martina Cocco; montaggio: Manuel Grieco; musiche: Mattia Carratello, Stefano Ratchev; scenografia: Federico Costantini; interpreti: Vittoria Puccini, Mia McGovern Zaini, Claudio Gregori, Giorgio Panariello, Mia Benedetta, Stefano Pesce, Massimo Pio Giunto, Zackary Delmas, Lorenzo Nohman, Andrea Bosca, Giorgio Colangeli; produzione: Propaganda Italia, Rai Cinema; genere: Family; origine: Italia/Belgio, 2025; durata: 96 minuti; distribuzione: Adler Entertainment.

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