Io sono nessuno 2 di Timo Tjahjanto

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Secondo capitolo delle avventure dedicate all’ex anonimo impiegato Hutch Mansell (Bob Odenkirk), costretto, da un gruppo di malviventi russi, ad abbandonare la propria vita ordinaria e monotona per (ri)vestire i panni da ex agente CIA spietato e letale, come sa chi ha visto la precedente puntata diretta da Il’ja Najšuller (Io sono nessuno, 2021). Producono, tra gli altri, lo stesso Odenkirk e David Leach già produttore, non a caso, del fortunato franchise dedicato a John Wick.

Uscita indenne dalle minacce di un gruppo di malavitosi russi, la famiglia Mansell ha di nuovo un tetto sopra la testa e le cose sembrano aver ripreso a girare per il verso giusto. I figli  Brady (Gage Munroe) e Sammy (Paisley Cadorath) conducono, tra alti e bassi, la vita dei propri coetanei, mentre Becca (Connie Nielsen) cerca di gestire il ménage familiare, dovendo sopperire alla costante, per certi versi ordinaria e monotona, assenza del marito, sempre fuori per lavoro. La vita di Hutch, invece, di ordinario e monotono non conserva nemmeno l’ombra. Contratto un debito monstre da trenta milioni di dollari, l’uomo è chiamato a ripagarlo trovandosi costretto ad accettare gli incarichi che il controverso The Barber (Colin Salmon) gli affida. Per evitare l’ennesima e ormai prossima crisi familiare, Hutch decide di riprendere in mano le redini della propria vita, concedendo a se stesso e ai suoi cari una meritata vacanza. Coincidenza, o il karma negativo che perseguita il nostro eroe, vuole che la meta scelta per l’agognato riposo della famiglia Mansell sia il vecchio parco acquatico di Plummerville, che però nasconde numerosi misteri e attività che di lecito hanno ben poco a che fare. Hutch, aiutato dal padre David (Christopher Lloyd) e dal fratello neo-samurai Harry (RZA), dall’indole zen (che in una sequenza di lotta con la Katana omaggia Per un pugno di Dollari),  dovranno quindi vedersela con una banda di loschi trafficanti – che utilizzano il parco come copertura per i loro crimini – con il corrotto sceriffo locale (Colin Hanks) che li protegge, e, soprattutto, con la letale e spietata Lendina (una Sharon Stone dall’aria e dall’indole mefistofelica) a capo dell’organizzazione criminale.

Come per il primo capitolo, anche questa volta la pellicola poggia, in buona parte, sul volto e sul corpo attoriale di Bob Odenkirk, sulla sua espressività indolente, sulla sua faccia da schiaffi, che anche questa volta riceve con generosa abnegazione, e su una fisicità destinata ad andare (quasi letteralmente) in pezzi, sorta di ossimoro rispetto al ruolo che è chiamato a interpretare. Un ruolo, quello dell’antieroe e outsider, che l’attore statunitense sa vestire con grande disinvoltura e che ne ha fatto la fortuna, prima in Breacking Bad e poi in Better call Saul.

“Tu non puoi essere un normale padre di famiglia” sentenzierà qualcuno a un certo punto del film, ribadendo questo conflitto irrisolvibile tra l’aspirazione alla normalità di Hutch e quello che poco sopra abbiamo definito come l’emanazione di un Karma negativo, cui il personaggio pare destinato, suo malgrado, a soggiacere.

E nonostante una trama per molti versi scontata e prevedibile – dove uccisioni, scene di lotta sanguinose e amputazioni varie non vengono certo lesinate – è proprio su questa continua riproposizione di una sorta di dialettica degli opposti che poggia quello che a noi pare il buon esito del film diretto da Timo Tjahjanto, regista indonesiano dal solido curriculum composto da pellicole Horror e Action.

Un film che, non prendendosi troppo sul serio, e forse proprio per questo, risulta godibile e ben girato, soprattutto nelle sequenze di lotta, alcune piuttosto cruente e in spazi decisamente angusti, come quella che ha luogo all’interno di un ascensore.

La pellicola di Tjahjanto si presenta, in definitiva, come una delle giostre presenti all’interno del parco a tema di Plummerville, capaci di tenere col fiato sospeso lo spettatore, ma anche di ingannarne la percezione come in una casa degli specchi, dove la violenza, attraverso il fuoricampo, è spesso evocata ma non mostrata. Dove alle sequenze di lotta più fisiche e cruente, è giustapposta l’ironia di cui il protagonista si fa portatore, quasi a ribadirne la doppia natura di assassino efferato e padre di famiglia, di persona che cerca disperatamente di mantenere il controllo, ma che cede, inevitabilmente, all’ira più distruttiva.

Se a tutto ciò aggiungiamo le prove di un cast ben diretto, su cui spiccano Sharon Stone e Christopher Lloyd, con i suoi contrappunti comici, non possiamo che consigliarne la visione, soprattutto agli amanti del genere.

In sala dal 14 agosto 2025.


Io sono nessuno 2 (Nobody 2) – Regia: Timo Tjahjanto; sceneggiatura: Umair Aleem, Derek Kolstad, Bob Odenkirk, Aaron Rabin; fotografia: Callan Green; montaggio: Elísabet Ronaldsdóttir; musica: Dominic Lewis; scenografia: Michael Diner; interpreti: Bob Odenkirk, Connie Nielsen, Sharon Stone, Christopher Lloyd, Colin Hanks, John Ortiz, Daniel Bernhardt, RZA, Gage Munroe, Paisley Cadorath, Colin Salmon; produzione: Kelly McCormick, David Leitch, Bob Odenkirk, Marc Provissiero, Braden Aftergood per 87North Productions, Odenkirk Provissiero Entertainment; origine: Usa, 2025; durata: 89 minuti; distribuzione: Universal Pictures.

 

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