Io ti conosco di Laura Angiulli

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Nel mese di marzo ricorrono diverse iniziative a favore della donna. Da sempre si dice che non dovrebbe essere solo un giorno, appunto l’8 marzo, a ricordarci l’importanza della parità di genere, ma dovrebbe essere ogni giorno dell’anno, indifferentemente dalle ricorrenze. Negli ultimi anni per affinità d’intenti il giorno della donna è diventato l’occasione per parlare apertamente della violenza di genere. E anche se le Nazioni Unite hanno fissato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, viste le incessanti notizie di femminicidi, è sempre bene continuare a parlarne. Il cinema lo fa. Nelle sale cinematografiche scorrono al momento le immagini del film francese Il caso Belle Steiner di Benoît  Jacquot che ha riaperto una nuova discussione sulle molestie sessuali. Fra i film italiani sul tema, dopo il successo di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, arriva ora in sala Io ti conosco.

Sono immagini di una coppia felice quelle che aprono il lungometraggio della regista napoletana Laura Angiulli. Ma sono immagini brevi, ritagliate e montate fra i titoli d’inizio film, che rimangono silenziose e sospese nel vuoto. Lui, Giulio (Ludovico Fededegni) e lei, Nina (Sara Drago è Lea Martelli nella serie Call My Agent Italia su Sky) distesi sul divano, sul terrazzo, si guardano, si accarezzano. Appunto, brevi momenti. Quando il film parte veramente e iniziano i dialoghi non c’è nessun idillio di coppia. Cade un vaso e si frantuma. Giulio decide senza parlarne con Nina di partire per un lungo viaggio di lavoro, Nina d’altro canto è gelosa di un’altra e più giovane collega che il marito frequenta. Girano forbici, coltelli, lame pericolose che non lasciano intendere nulla di buono. La loro storia d’amore comincia a sgretolarsi e si trasforma in una violenta scena di sesso. Dopo un’escursione in barca a vela Giulio sparisce e lo spettatore è lasciato libero di interpretazione: è partito, o è successa una disgrazia? Nina, che lavora al montaggio di un film, torna in continuazione sulle stesse scene in bianco e nero, che mostrano il litigio fra un uomo e una donna. Anche qui gelosia e violenza si ripetono, fino a che le immagini arrivano a perdere consistenza e si fanno irreali. Ma se queste sequenze non le procurano inquietudine lo fanno altre, più reali, che scorge dal terrazzo di casa. Qui, Nina osserva spaventata una scena, ripetuta quasi identica a quella del suo film, che si svolge nella casa dei vicini: un violento battibecco fra marito e moglie.

La regia di Angiulli non intende seguire una narrazione del prima e del dopo, ma confonde e mescola le carte allo scopo di sfuggire da canoni preconfezionati. Sia i personaggi, sia le sequenze si rincorrono e si sistemano a modo loro nello spazio filmico, così come la cinepresa stessa acquista un ruolo autonomo e si muove fra le stanze e il corridoio dell’appartamento, indipendentemente dai suoi protagonisti. Il film si trasforma così in un luogo privilegiato e atemporale dove Nina rielabora un precedente shock di violenza familiare. Le sue reazioni ad ogni storia d’amore, prima con il marito Giulio, poi alla scomparsa di questo con Francesco (Ludovico Fededegni), che pure glielo ricorda, si risolvono sempre in violenza. L’aggressione di gelosia di Nina su Giulio si capovolge in sopraffazione sessuale sulla donna. Allo stesso modo, anche la sua relazione con Francesco sembra risolversi in violenza. L’aggressività subita si ritorce su Nina in forma di autoimposta punizione. O forse nient’altro che la liberazione dall’ossessione del male precedentemente subito. La regista preferisce lasciare lo spettatore libero di decidere su quale esito dare per concludere il percorso intimo di Nina, le sue sofferte esperienze emotive.

Laura Angiulli, fondatrice, direttrice, autrice e regista del Teatro Stabile d’innovazione Galleria Toledo di Napoli, fin dal 1991 lavora con la sperimentazione dei linguaggi artistici e ha portato in scena più di una cinquantina di pièce teatrali. Solo ogni tanto si dedica al cinema. Viene da sé che molto del suo credo teatrale si ritrovi nei suoi lavori cinematografici, primo fra tutti il suo approccio sperimentale e inusuale al medium. La cinepresa, come notavamo, a tratti, si muove in autonomia e diventa protagonista nella genesi del film spostandosi fra le stanze vuote ‘capitando’ solo per caso in quelle riempite da una presenza umana. Anche il montaggio rivela la voglia di sperimentalismo, specie nella sospensione delle immagini nel vuoto, l’uso atemporale dello svolgersi degli eventi e il brusco cambio di scena. Nemmeno il suono è registrato tradizionalmente. Nel sonoro sono stati eliminati alcuni suoni secondari in favore di altri, e questi ultimi presi e isolati allo scopo di metterli in evidenza, così da ottenere uno strano effetto di coibentazione acustica. Il risultato è un’atmosfera vicina all’irrealtà onirica. E infatti viene da chiedersi se il film sia solo un sogno di Nina degenerato in incubo, o quanto delle vicende narrate sia veramente accaduto. Le sequenze girate sulla barca e sulla spiaggia, gli incendi sul cielo di Napoli, con i bruschi risvegli della donna, sono quelle che più si avvicinano al mondo onirico e ci lasciano volutamente interdetti. Angiulli lascia molto spazio all’interpretazione dello spettatore e si astiene dal completare o dare conclusioni facili. Io ti conosco rimane volutamente un film ‘in sospeso’ e riesce a esserlo con grande coerenza sia dal punto di vista formale, che narrativo. Un ottimo esperimento visivo, carico di contenuti importanti che vorremmo non sparisca dalle sale italiane con la fine del mese di marzo.

In sala dal 27 marzo 2025.
Al cinema Delle Provincie a Roma sabato 29 ore 20.30 alla presenza della regista Laura Angiulli.


Io ti conosco  – Regia e sceneggiatura: Laura Angiulli; fotografia: Cesare Accetta; montaggio: Alessio Doglione, Fabio Nunziata; sonoro: Simone Costantino, Giuseppe D’Amato; interpreti: Sara Drago, Ludovico Fededegni; produzione: Galleria Toledo con il contributo del Mic, della Regione Campania e della Film Commission Regione Campania; origine: Italia 2024; durata: 78 minuti; distribuzione: Galleria Toledo, in collaborazione con Cineclub Internazionale Distribuzione.

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