Jordan e Pippen, ovvero come essere perfetti nello sport o meglio nel basket

Nel basket Michael Jordan è il re. Giocava in modo esplosivo, difendeva e attaccava con una ferocia agonistica forse irripetibile, e il suo gioco esaltava tutti perché lui letteralmente volava. Aveva un talento debordante ma anche una determinazione unica che lo ha reso invincibile. Ma, e questo ma è molto importante, Scottie Pippen è rimasto per anni nella sua ombra pur giocando un basket di una grazia mai vista e che forse mai si vedrà.

Questa coppia sportiva di cui è difficile scriverne e raccontarne ancora una volta il mito insegna molto: che siano stati amici e che lo siano oggi non importa, quello che conta sono le gesta sportive e ciò che trasmettono noi. I due in campo erano perfetti, in allenamento e in partita: MJ trascinava con prepotenza e creatività infinite, Scottie perfezionava con classe pura. Potere e grazia: il primo era potere e il secondo grazia, insieme sono stati la coppia sportiva più bella e forte che ci sia mai stata.

Si sono spinti al massimo reciprocamente regalando uno spettacolo che nessuno può dimenticare. Si potrebbero vedere le loro partite continuamente, divertendoci sempre e sempre imparando che insieme facevano tutto, difendevano, attaccavano, trascinavano e creavano con un amore contagioso per il gioco e per la libertà che dona a chi vi si applica con talento e metodo.

I due giocavano magnificamente, con creatività il primo e con grazia il secondo, e chiedevano il massimo anche ai loro compagni di squadra perché sapevano bene che senza la squadra non potevano vincere, nemmeno loro, i più forti in assoluto.

Michael Jordan ha donato a tutti la possibilità di crederci sempre, di aggirare gli ostacoli e di volare; Scottie Pippen ha regalato a tutti l’umiltà e la grazia che ne deriva. Jordan faceva canestro a occhi chiusi, Pippen si muoveva con leggerezza inarrivabile.

I soldi, le ragazze, la popolarità, niente accanto alla gioia che si prova nel vederli giocare; l’ispirazione non nasce dal desiderio del successo ma dal desiderio di libertà e di creatività. Dare quello che si può, divertirsi, trascinarsi reciprocamente, sentirsi forti e liberi, ecco la magia dello sport. Ecco ciò che ispirano, l’essere perfetti nello sport. E poi nella vita.

La competizione è in ognuno di noi, ipocrita negarlo, ma lo sport aiuta a gestirla nel modo più giusto. Può sembrare un paradosso ma proprio la competizione che può sembrare un limite per la nostra serenità e felicità è in realtà il motore della nostra libertà. Lo sport ci dona libertà se competiamo con noi stessi e se trasciniamo la squadra, se ci abbandoniamo all’ispirazione, alla gioia di giocare, perché lo sport è gioco. Dimentichiamo l’essere famosi, le ragazze, i soldi e amiamo lo sport per tirare fuori il nostro meglio e per divertirci. Per volare come Jordan e per muoverci come Pippen.

Potremmo anche sfidarli, con lo spirito giusto, contro la versione della loro migliore stagione, e potremmo fare canestro. Potere e grazia, tutti li hanno e tutti sono chiamati a giocare. Purtroppo si confonde spesso il senso ultimo dello sport, che è la libertà: in famiglia, a scuola, a lavoro, in società siamo costretti da regole che è giusto rispettare per una buona e saggia convivenza, ma nello sport possiamo scaricare il nostro spirito, la nostra esigenza di libertà e creatività. Anche nello sport si devono seguire delle regole ma c’è anche e soprattutto lo spazio totalmente libero dell’invenzione, dell’ispirazione, della magia di appartenere a un gruppo concentrato verso uno stesso obiettivo.

Potremmo non esitare a dire che per Dio lo sport è il gioco per eccellenza, il luogo della possibilità, della potenzialità, dove l’uomo può esprimere il meglio di sé, la bellezza frutto dell’unione tra corpo e mente. E veramente Jordan e Pippen possono aiutarci nell’esprimerci tra i professionisti come nel campetto sotto casa. Non è il loro livello di eccellenza a cui dobbiamo aspirare ma alla possibilità di scaricare la rabbia, la frustrazione, il nervosismo che a volte condizionano la nostra vita per essere liberi e cerativi, competitivi nel modo giusto, per divertirci e imparare dallo sport come potremmo vivere bene in tutte le circostanze che la vita ci propone.

Volare, dunque, con Jordan, e danzare con Pippen. Nel basket come nella vita.

 

 

 

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