Kitz di Maurice Hübner e Lea Becker

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La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Anzi freddissimo… sottozero, se possibile… e data la location di cui parliamo, la splendida e gelida Kitzbühel, la rivincita, può avvenire anche un anno dopo.
La migliore strategia per una vendetta coi fiocchi è quella di infilarsi nella stretta cerchia del nemico, diventare l’ amico/a più fidato per poi manipolare il gioco e riuscire a condurlo con altero distacco, proprio come fosse una partita a scacchi.
In Kitz, serie serie tedesca di Maurice Hübner e Lea Becker ambientata nella nota meta turistica tirolese di Kitzbühel, la sete di giustizia è abilmente mascherata dallo sguardo innocente di un’ apparentemente innocua diciannovenne… scoprire la trama del sottile gioco oscuro diventa a questo punto ancora più difficile.
Dietro il bel faccino angelico della giovane protagonista, incastonato in un comportamento falsamente umile si nascondono intenzioni diaboliche e malvagie.
Trama, però, già vista e già digerita ampiamente.
Cerchiamo di approfondire l’ intreccio di questo teen-drama dalle tinte fosche: Lisi Madlmeyer (Sofie Eifertinger) cameriera a Kitzbuel, alla ricerca della verità sulla morte del fratello, cerca di intrufolarsi nella ristretta cerchia della sofisticata e agiata Vaness von Höhenfeldta  (interpretata da Valerie Huber) e amante di suo fratello, dato che la reputa la principale responsabile della sua morte.

La sete di giustizia spinge la semplice ragazza dal sorriso pulito ad elaborare un piano per incastrare Vanessa e rovinarle la carriera, in un’escalation di eventi capaci di mostrare verità nascoste e segreti mai svelati e di far crollare il falso mondo di apparenze costruito su una struttura fasulla e molto poco solida.

L’ ingrediente principale di questo  teen drama è l’ antitesi sociale/economica tra le agiate famiglie di Kitzbuhel, prese solo da feste esclusive e capaci di affogare tristezza dietro a fiumi di champagne e di coca, e Lisi, che rappresenta quella ” normalità” che i suoi coetanei ricchi appunto, snobbano in continuazione. Questa difficile convivenza viene fuori molto bene, come anche il carattere superficiale e poco approfondito dei ricchi protagonisti, tutti fatti con lo stampino e troppo “non umani”.

Un continuo elenco  di luoghi comuni che evidenziano un mancato approfondimento della psicologia di questi personaggi che fanno parte di un Olimpo lontano e irraggiungibile.

Non solo.

In tutte e sei le puntate manca ( o non viene fuori a sufficienza) la vera motivazione nella vendetta di Lisi: la cameriera diciannovenne,  crede fortemente nella responsabilità di Vanessa per la morte del fratello ma non ha prove concrete e pur avendo architettato un piano astuto, sembra muoversi goffamente e non secondo linee ben definite.

Questo porta quindi il pubblico a non empatizzare con la protagonista, proprio perché Lisi sembra mossa da istinto misto a rabbia e violenza represse e non da fondate motivazioni.

Le azioni messe in atto sembrano quindi un regolamento di conti basato sull’odio per ciò che Vanessa rappresenta (ricchezza, spreco, bellezza, apparenza) e non la vendetta di una post adolescente distrutta dal dolore e divorata dalla rabbia per la mancanza affettiva del fratello.

A ciò si aggiunge la mancanza di grandi colpi di scena: la sensazione è quella di rincorrere in continuazione Lisi alla scoperta del particolare da svelare o del segreto capace di dare la svolta definitiva all’ intreccio, ma l’ attesissima svolta non arriverà mai, se non in un finale molto prevedibile.

 

A parte la bellezza di paesaggi incredibili e lo splendore di una località da cartolina illustrata, Kitz non cattura l’attenzione del pubblico (o almeno il nostro) per il prevedibile intreccio e per le trame relazionali dei protagonisti che sembrano senza spessore e costruite con scarso approfondimento delle dinamiche psicologiche dei singoli personaggi.

Su Netflix dal 30 dicembre 2021


Kitz –  genere: drammatico; showrunner: Maurice Hübner, Lea Becker;  sceneggiatura: Daniela Baumgärtl, Tanja Bubbel, Janina Dahse, Korbinian Hamberger, Vitus Reinbold, Niko Schulz-Dornburg; fotografia: Karl Kürten; montaggio: Katja Fischer, Boris Gromatzki, Carolin Biesenbach, Till Ufer; musica:  Heiko Maile;  interpreti: Valerie Huber, Felix Mayr, Sofie Eifertinger, Bless Amada, Zoran Pingel, Ben Felipe, Tatjana Alexander, Souhaila Amade, Florence Kasumba, Johannes Zeiler;  produzione: Vitus Reinbold per Odeon Fiction; origine: Germania, Austria, 2021; episodi miniserie: 6;  durata: 35′-48′ minuti.

 

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