La befana vien di notte II – Le origini di Paola Randi

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È bene che un film tradisca le aspettative. A volte ciò può far male, a volte può fare molto bene. Eppure, indizi qua e là a volte ci sono, bisogna solo coglierli, magari leggendosi con attenzione i crediti. La befana vien di notte II – Le origini è infatti diretto da Paola Randi e sceneggiato da Nicola Guaglianone e Menotti, e la cifra stilistica del connubio lancia il progetto in una nuova veste: il fantastico si mescola a un neorealismo dei giorni nostri, il dialetto si conquista quindi un ruolo di diritto e la figura della befana ne esce completamente stravolta. La vecchiaia è lasciata alle spalle, abbiamo una nuova eroina made in Rome.

Paola Diotallevi (Zoe Massenti) è una ladruncola della campagna romana che scende dai camini e rapina ai ricchi per dare ai poveri, cioè a se stessa. Finisce però a rubare nella casa sbagliata e scoperta dallo squallido barone De Michelis (Fabio De Luigi), che in quella stessa cassaforte cerca la lettera che ne comprometterebbe la carriera, si ritrova al rogo. Dal rogo la salva una figura misteriosa con cappello e scopa. Dolores (Monica Bellucci), donna arcana sospesa tra ricordi infiocchettati alla francese e il presente in dialetto romanesco, accoglie Paola nella sua personale ‘isola che non c’è’ dove vivono i figli delle streghe uccise dal barone, ritenute responsabili della morte della promessa sposa Bettina. Dolores vede in Paola la predestinata per portare il sorriso a tutti i bambini del mondo, Paola vede in Dolores la possibilità di imparare le arti magiche e rubare la Madonna d’oro massiccio contenuta nel duomo. Tra le due, chi avrà visto giusto?

Paola Randi è da sempre una regista amante dell’effetto speciale nonché dell’eccezionalità che contraddistingue il cinema rispetto alla realtà, la pellicola è perciò occasione propizia per sperimentare l’uno e l’altra.  La CGI viene chiamata in causa e risponde in modo affermativo nell’essere credibile agli occhi dello spettatore, peccando solo nei voli di scopa laddove si chiede uno sforzo immaginifico per non intravedere il green screen sullo sfondo e il braccio su cui il legno è poggiato. Oltre a una risposta dal computer grafica, la regista trova una sceneggiatura che aiuta la ricerca del fantastico: Guaglianone e Menotti, già sceneggiatori tra le altre cose de Lo chiamavano Jeeg Robot (2015), scrivono personaggi solidi e fissati su un terreno come quello della fiaba riletta in chiave moderna, con l’aggiunta del romanesco che permette quell’empatia da sempre propria di un linguaggio tanto popolare quanto caro alla cinematografia.

Moderna è la fiaba, moderna è la magia. L’immaginario richiama quello degli anni 2000 e i rimandi alla saghe cinematografiche nate dalla mente di J.K.Rowling e J.R.R.Tolkien strabordano dalla semplice citazione per sostenere una visione dei poteri magici che designa la nuova immagine della befana. Questa non è più vecchia né brutta, è invece la befana adolescente e i suoi poteri hanno consistenza, possono fare male se scatenati: è insomma un’eroina dei film nostri, imperfetta e decisa. Zoe Massenti è pure brava nel darle voce e faccia, Fabio De Luigi funziona come cattivo perché gli si dà occasione di essere ridicolo oltre che malvagio, mentre a Monica Bellucci si chiede di essere elegante e misteriosa, caratteristiche che al cv dell’attrice appartengono da un’intera carriera.

La befana vien di notte II – Le origini acquisisce l’aria dell’esperimento, di quello però riuscito e che ha dato risultati interessanti sia per gli ingredienti mescolati sia per il prodotto innovativo che ne esce. La solidità della sceneggiatura e la cura di costumi/scenografia/trucco costituiscono le fondamenta, gli effetti speciali fanno il resto per costruire un edificio di peculiare attrattiva con alcune partecipazioni d’eccezione, Corrado Guzzanti nel ruolo del Papa, che chiamano immancabilmente il (sor)riso. Rimane forse qualche pecca di ritmo nella fase iniziale (troppo incalzante), la densità degli eventi a riempire il minutaggio (tanto), tuttavia ogni cosa si scioglie nella danza finale e tutto si perdona. Insomma, le origini sono state raccontate, e ora? Per bocca della stessa protagonista, e poi da quella di Monica Bellucci medesima: «se vedemo e se nun se rivedemo, se ribeccamo».


Dal 30 dicembre al cinema 

La befana vien di notte II – Le origini – regia: Paola Randi; sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti; fotografia: Gherardo Gossi; montaggio: Chiara Griziotti; scenografia: Francesco Frigeri; costumi: Mary Montalto; interpreti: Monica Bellucci, Zoe Massenti, Alessandro Haber, Luigi Luciano a.k.a. Herbert Ballerina, Corrado Guzzanti, Fabio De Luigi, Guja Jelo; produzione: Lucky Red, RAI Cinema; origine: Italia, 2021; durata: 116’; distributori: 01 Distribution.

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