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Voto
Gruppo di amici. Casa isolata. Gioco spiritico. Film curioso, La profezia del male, che usa tutti i cliché del genere horror di serie b o z, a seconda da dove si guarda, nella prima parte, e che, nella seconda, non sviluppa mai le premesse di scene potenzialmente avvincenti. Un gruppo di amici decide di leggere i Tarocchi per divertimento, ma il mazzo di carte si rivela sinistro e maledetto. Ignorando la regola sacra di non utilizzare le carte di qualcun altro, i giovani scoprono una profezia che li condanna a morte uno dopo l’altro. Intrappolati nel destino predetto, dovranno trovare un modo per sfuggire a questa tragica maledizione prima che sia troppo tardi. È preferibile l’horror efferato che si basa sul sangue e su sacrifici sempre più realistici e violenti, o questo tipo di horror, puro, che cerca di far paura, di emozionare? A ciascuno il suo.
I registi e sceneggiatori esordienti, Spenser Cohen e Anna Halberg, sembra che potessero sfruttare meglio alcune idee, svilupparle, ma così non è stato, forse per non escludere nessun pubblico. Le metamorfosi della strega evocata nei personaggi dei Tarocchi sono buone, quando non sono eccellenti, come nei casi del Jolly e del Mago, ma gli autori sono come bloccati, accennano e non spingono il pedale sull’acceleratore. La regia è buona, avrebbe potuto essere ottima e spaventare davvero. Il Jolly si contorce e insegue fino a un certo punto, appare e scompare ma non infierisce riducendo la sua stessa carica orrorifica. Ancora più bella la scena per l’arrivo del Mago e della sua vittima, una specie di circo maledetto che intrattiene torturando psicologicamente e fisicamente la sua assistente involontaria. Suggestioni, ombre, finalmente un po’ di malignità, per una scena riuscita che, di nuovo, poteva perdersi nell’ispirazione, se pur estemporanea, capace di esaltare il film tutto. Da una parte una serie di cliché cinefili, dall’altra scene poco spaventose, contratte, bloccate là dove cominciavano a intrattenere veramente.

Un modesto horror quindi di serie b, ispirato a metà, contratto, su cui però gli autori esordienti possono e devono lavorare per fare meglio, per non avere paura di fare paura. Certo è che l’horror, lungi dall’essere un genere prevedibile, si rinnova sempre divertendo anche dove potrebbe andare oltre. Del resto, quando entriamo in sala, speriamo sempre in un L’esorcista, in uno Shining, o in un Cronenberg prima maniera, ma anche i film minori nascondono una loro bellezza, un loro senso, che può diventare nostro se l’aspettativa non diventa pregiudizio ma scoperta. Come in ogni uomo c’è qualcosa di buono, così in ogni film. L’originalità non sta nel film, ma in come noi lo percepiamo, se guardiamo il film con amore per l’arte e per chi prova a farla, scopriremo sempre un film nuovo anche se ripete sempre la stessa storia. Non il film modifica noi, ma noi modifichiamo il film. Ecco che, così, La profezia del male diventa ispirazione per gli autori stessi e per noi.
In sala dal 9 maggio 2024
La profezia del male (Tarot) – Regia: Spenser Cohen, Anna Halberg; sceneggiatura: Spenser Cohen, Anna Halberg, Nicholas Adams; fotografia: Elie Smolkin; montaggio: Tom Elkins; scenografia: Dragan Kaplarevic; effetti speciali: Adrian Popescu; musica: Joseph Bishara; interpreti: Harriet Slater; Jacob Batalon, Avantika, Adain Bradley, Humberly González, Alana Boden, Olwen Fouéré; produzione: Screen Gems; origine: USA, 2024; durata: 92 minuti; distribuzione: Sony Pictures Entertainment.
