-
Voto
Partiamo dal titolo che in italiano – diciamolo con chiarezza – non produce alcun senso, permettendoci un breve excursus di storia della lingua.
In Tito Livio è attestata l’espressione latina “nondum omnium dierum sol occidit” che equivale a dire non è ancora tramontato il sole di tutti i giorni, in parole povere: non è stata ancora detta l’ultima parola. L’espressione dal latino – via Lutero – transita alla lettera in tedesco (ma non in italiano!) e suona così “es ist noch nicht aller Tage Abend”, il significato è il medesimo.
Il regista Felix Tissi (1955) è un regista svizzero di lingua tedesca e ha dunque intitolato il film Aller Tage Abend, appunto tradotto alla lettera La sera di tutti i giorni, un titolo che però in italiano non produce senso alcuno perché i parlanti italiani a questa espressione non collegano alcun significato proprio o idiomatico. Inoltre – e finisco l’excursus – il titolo tedesco è privo della negazione e non è chiaro se il carattere in fondo ottimistico dell’espressione idiomatica latina e poi tedesca venga qui mantenuto oppure smentito. Non è, quest’ultima, una domanda peregrina, puramente linguistica, perché ne va dell’interpretazione complessiva di questo film. In breve: si tratta di un film che segnala le impensabili possibilità di felicità che ancora si aprono nella terza età o invece (data, appunto, l’assenza della negazione) è un film ineludibilmente pessimista che mette il dito nella piaga della vecchiaia come età del disagio, della sofferenza, della pre-morte?
Questo quesito viene articolato nel film attraverso quattro storie che si intrecciano, tutte contraddistinte da una spiccata paradossalità che hanno fatto parlare, in occasione della presentazione del film ai pochi festival (minori) di un tributo volontario o involontario che sia all’opera di Aki Kaurismäki (ma, detto fra noi, mi sembra troppo scomodare il regista finlandese). Le quattro storie raccontano, in ordine di apparizione, l’amicizia fra due signori anziani che nasce a valle di un incidente automobilistico, personaggi a vario titolo traumatizzati, che decidono di mettere insieme le loro vite e le loro ferite andando a vivere insieme, con alterne fortune; la storia di una coppia di coniugi innamoratissimi e la morte improvvisa della moglie, ciò che getta il vedovo in uno stato di totale sconforto, la storia di un medico che piange calde lacrime ogni volta che si trova a leggere le cartelle cliniche dei propri pazienti, i quali pazienti, in una sorta di spin-off di questa terza storia, si ritirano in una stanza apposita dell’ospedale a fumare presentandosi non tanto pronunciando i propri nomi ma esclusivamente le proprie patologie (una scena ad alto gradiente distopico) e – quarta storia – la vicenda di una fioraia scorbutica che trova una nuova speranza amorosa nell’interesse per un ergastolano rimesso in libertà.

Lo stile del film è pronunciatamene statico, teatrale, i dialoghi ricordano alcune soluzioni del teatro dell’assurdo, i due neo-conquilini sembrano epigoni di Beckett, la macchina da presa si muove solo se costretta con la forza, la suddivisione in capitoli sembra una mera sovrastruttura. Qua e là si sorride, ma nell’insieme il film è piuttosto ripetitivo e noiosetto, malgrado raggiunga a malapena gli 80 minuti. Stando a IMDb il film non è (ancora) uscito neanche in Svizzera.
Perché dunque è arrivato in Italia, seppur a fine stagione e con il contributo dell’iniziativa ministeriale di “Cinema Revolution” con il biglietto a 3,50 euri? Perché il film è una coproduzione italo-svizzera. E la Solaria Film che lo ha prodotto lo ha anche distribuito in Italia. Lodevole, senz’altro, il lavoro che questa piccola realtà produttiva pratese sta conducendo, ma questo film, pur recitato da eccellenti attori, non è un film memorabile. Il regista Felix Tissi, di origini bernesi, è – come detto – alle soglie dei 70 anni, ha una decina di film, sia di finzione che documentari, i quali quasi mai hanno varcato i confini del proprio paese.
In sala dal 13 luglio 2023.
La sera di tutti i giorni (Aller Tage Abend) – regia, sceneggiatura: Felix Tissi; fotografia: Simon Huber; montaggio: Nazzareno Neri; interpreti: Sandro di Stefano, Hiltrud Hauschke,Uli Krohm, Vilmar Bieri, Hans Diehl, Julia Brendler, Marcus Schäfer, Jens Wachholz, Gottfried Breitfuss, Regula Steiner Tomic, Ingrid Resch, Eva-Maria Kurz, Elmar F. Kühling, Gabi Gasser, Stefanie Klemm; produzione: Peacock Film, Solaria Film; origine: Italia/Svizzera, 2022; durata: 80 minuti; distribuzione: Solaria Film.
