Luz de Luna per la regia di Michelangelo Campanale

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Uno spazio intimo, raccolto e riservato come una cameretta può diventare il punto di partenza per approfondire sé stessi attraverso la continua scoperta, la meraviglia e il superamento di confini apparentemente angusti?

Si, e oltre ogni aspettativa.

Lo spazio ristretto di una camera si trasforma, in soli sessanta minuti, in un mondo immaginario, nelle sfumature, nei giochi di luce, nelle acrobazie e nello stupore creati in Luz de luna” – lo spettacolo di CIRCO EL GRITO, diretto da Michelangelo Campanale di e con Fabiana Ruiz Diaz e Gennaro Lauro.

Una cameretta diventa quindi strumento di continua meraviglia dove la porta è il confine per il mondo esterno, il letto stimola la possibilità di esplorazione esterna, la finestra è il viatico per nuovi voli pindarici, e la realtà si unisce continuamente con il sogno e con l’ immaginario finché non si capisce dove cominci l’immaginazione e dove la realtà.

L’ approfondimento è esplorazione di sé stessi e dell’ altro: la magia che accompagna la ricerca dell’entrare in relazione con l’ esterno avviene proprio sulla soglia, sul confine che vorrebbe separarci dall’ esterno. Quella soglia magica che può permetterci di farci travolgere dall’ energia e dalla forza di universi altri.

E allora non c’è limite all’immaginazione e la libertà di creazione si nutre di dettagli apparentemente semplici e trascurabili che si trasformano in occasioni e possibilità.

L’ atto della creazione è uno spiraglio di luce che nasce dall’ oscurità, dal silenzio notturno così come dalla tempesta.

Il nuovo germoglia dagli uragani improvvisi, dalle raffiche di vento che sembrano rapirci e donarci nuovi stimoli, se solo chiudiamo gli occhi e ci lasciamo attraversare dall’imprevisto.

Luz de Luna è un continuo inno all’ approfondimento, alla curiosità e alla formazione dell’identità intesa non solo in relazione agli altri, ma anche in relazione al mondo esterno e alle potenzialità espressive e interiori dell’essere umano.

Curiosità, paura di ciò che sembra diverso, stupore, desiderio di libertà: sono tante le sfumature emotive che attraversano lo sguardo della protagonista, in viaggio come la Dorothy del mago di Oz alla scoperta di nuovi orizzonti, a volte comprensibili, altre volte più difficili e tortuosi, proprio come come la vita.

A tratti la purezza dello sguardo di “Dorothy” attraversa la paura e il timore della scoperta quando si tratta di vedere l’altro e l’esplorazione diventa un viaggio simbolico che prevede inquietudine e disagio. E allora il percorso tracciato si tinge di oscurità e suggestioni oniriche lynchane.

Il corpo di Fabiana Ruiz Diaz illuminato dalla luce della luna si dimena e diventa plastico, fonde realtà e immaginazione, spigoli con rotondità, cercando di trovare nei gesti quotidiani una linfa per  nuova vita interiore che sia, al tempo stesso, un punto di arrivo e di continue partenze.

Luz de Luna è un viaggio di soli sessanta minuti ma di un tempo interiore di consapevolezza infinito e in continua evoluzione.

Da vedere.

Dal 2 al 6 gennaio al Teatro Vascello


Luz de Luna di CIRCO EL GRITO in collaborazione “FESTIVAL OPS! di Fondazione Musica per Roma e SIC / Stabile di Innovazione Circense”; regia: Michelangelo Campanale; scenografia: Michelangelo Campanale, Fabiana Ruiz Diaz; costumi: Beatrice Giannini; luci: Tea Primiterra; interpreti: Fabiana Ruiz Diaz, Gennaro Lauro; produzione: SIC / Stabile di Innovazione Circense Realizzato grazie al contributo del Ministero Italiano della Cultura e Regione Marche; Durata: 60 minuti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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