Maracuda – Diventare grandi è una giungla di Viktor Glukhushin

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Maracuda – Diventare grandi è una giungla è un film di animazione per famiglie diretto dal regista russo Viktor Glukhushin esperto di effetti visivi (Wanted, Apollo 18) e con alle spalle alcune regie in animazione realizzate come produzioni indipendenti dallo studio CTB Film Company che ha sede a San Pietroburgo. Dalla loro collaborazione è uscito in sala in Italia fino ad ora solo Lo schiaccianoci e il flauto magico (2022).

Per la storia originale Glukhushin si è lasciato ispirare da altri esemplari soggetti (come vedremo non solo di cartoni animati), in particolare quelli creati dagli studi di animazione americani. A venire subito in mente è inevitabilmente la famiglia di preistorici cavernicoli in I Croods (2013), con l’aggiunta di una punta di fantascienza e di magia. Le avventure di Maracuda, quindi, ci presentano un mondo preistorico fantastico, dove una specie progredita e sapiente proveniente da un altro pianeta incontra trogloditi umani dell’età della pietra. Nella casistica delle possibilità e probabilità ogni cosa qui è possibile. Ecco, quindi che, fra il fantastico e l’esotico di un mondo primitivo, saturo di  libertà inventiva,  le zanzare hanno l’aspetto di cavallucci marini e le capre sono dotate di proboscide.

In un veloce preludio, che scomoda addirittura Stanley Kubrick, arriva come un meteorite sulla terra, dentro un liscio uovo gigantesco, lo strano uccello extraterrestre Tink che, con il suo potente soffio rosa – lui lo chiama ‘sbuffo’ – e di cui non riesce bene a controllare l’effetto, trasforma delle scimmie in esseri umani. Viaggiamo velocemente nel tempo, fino ad un miliardo di anni dopo per arrivare, anche noi catapultati, nell’età della pietra. La tribù nomade del giovane Maracuda, figlio del capo tribù Rock, si appresta ad abitare una nuova grotta. Maracuda soffre della poca considerazione che il padre e la sorella Spring hanno di lui, specie dopo che gli si è spento il fuoco, elemento di vitale importanza di cui la tribù non può fare a meno. Per riconquistare la loro fiducia si avventura da solo nella foresta e si imbatte nello strano uccello Tink, idolatrato come un dio da un gruppo di suricati. Quando Tink per errore usa il suo sbuffo su Maracuda, questo all’improvviso acquista la sorprendente capacità di comprendere il linguaggio degli animali. Nel frattempo, preoccupato dal suo non ritorno, Rock padre parte alla ricerca del figlio, e successivamente anche la sorella si mette sulle loro tracce. Senza rivelare oltre, diciamo che ancora molte avventure capiteranno al nostro eroe prima che riesca a tornare sano e salvo alla grotta e alla tribù, e non solo ricco di nuove esperienze, ma nel lieto finale, forte di un nuovo amico e del rispetto di tutti.

Come abbiamo già accennato il soggetto di partenza segue, sulla falsariga della famiglia de I Croods, sia l’ambientazione dell’età della pietra, sia anche alcune delle gag. Le riprese che imitano il volo d’uccello raso terra e i momenti al ralenti, vanno a completare  il panorama di quegli escamotage di forma e di scelta estetica che sono ormai diventati comuni nel genere dell’animazione avventurosa. L’ensemble di animali ricorda invece vagamente alcune figure secondarie dell’Era glaciale, così come alcune situazioni – per esempio il cimitero di carcasse d’ossa– prendono spunto da Il re leone della Disney. Il modo in cui il conflitto generazionale fra padre e figlio è risolto si rivela forse come uno degli aspetti più interessanti, proprio per l’inattesa inversione delle parti, dovuta al cambio di dimensioni, e quindi di rapporti, fra protetto e protettore.

Ma tante sono le digressioni, quanti i molti personaggi e animali che arricchiscono e inspessiscono la trama. Inevitabili le coincidenze, gli incontri e gli scontri, e se già in partenza sappiamo che senza la lucida e trasparente pietra Tink non potrà tornare a casa nel suo pianeta d’origine, nel finale non sembra più avere molta importanza che questa sia tornata in possesso del suo proprietario, ma forse è solo l’urgenza del ritorno nello spazio a venire a mancare visto l’andamento delle vicende.

La costruzione digitale delle figure e degli sfondi è volutamente solida, plasticamente massiccia e a colori vivaci e saturi. Strano invece come la colonna sonora sia decisamente limitata e siano poche e rare le musiche che accompagnano le improbabili avventure di questa futuribile preistoria.

Da notare inoltre che non ci sono veri malvagi o cattivi contro cui difendersi, ma a parte la solita lotta per la sopravvivenza, rimane qualche rivale per il posto di capo tribù e qualche dinosauro rinato dalle vecchie ossa a provocare la fuga, ma niente di ‘veramente‘ grave sembra insidiare queste figure decisamente positive e allegre che sono i nostri ‘variegati’ protagonisti.

Inutile dire che in ogni caso c’è tanto, forse anche troppo. Sicuramente niente che non sia già stato visto in cartoni realizzati negli ultimi anni. Nonostante ciò, i personaggi si lasciano guardare con simpatia e bonarietà anche grazie all’ottima sincronizzazione delle voci italiane che hanno fatto un buon lavoro nell’interpretare i personaggi conferendogli un certo carisma. Un film carico di avventure, piacevole, scorrevole e pensato in generale per le famiglie. La mancanza di veri cattivi e di suspence rendono il film adatto anche ai più piccoli.

In sala dal 5 giugno 2025.


Maracuda – Diventare grandi è una giungla (Marakuda):  – Regia: Viktor Glukhushin, sceneggiatura: Aleksandr Arkhipov ; produzione: CTB Film Company, Animatsionnaya studiya Voronezh; origine: Russia 2025; durata: 90 minuti; distribuzione: Adler Entertainment.

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