MedFilm Festival – XXX Edizione (Roma 7-17 novembre 2024): Passing Dreams di Rashid Masharawi (Atlante)

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Primo regista palestinese ad avere un film selezionato a Cannes (Haifa, 1996), come film palestinese, Rashid Masharawi è sicuramente un nome importante per la produzione cinematografica locale, attivo dal 1987, ha iniziato a fare film quando in Palestina non c’era una vera industria cinematografica, se non per i film di propaganda dell’OLP. Ha fondato il Cinema Production and Distribution Center (CPC) a Ramallah, che ha come scopo principale l’organizzazione di workshop per permettere ai giovani registi palestinesi di acquisire conoscenze nel campo del cinema, lavorando in produzioni reali.

Fautore di un cinema “in presa diretta” dalle connotazioni realistiche e immediate, che predilige l’utilizzo di strumentazioni snelle quali telefonini piuttosto che l’utilizzo di sofisticate telecamere, si presenta quest’anno con due titoli, il mastodontico From Ground Zero, raccolta di 22 cortometraggi, in cui figura in veste di produttore, e questo Passing Dreams, lungometraggio scritto e diretto da lui, la cui vicenda segue un ragazzo (Adel Abu Ayyash) che perde un piccione. Si utilizza questa premessa per imbastire un road movie che si sposta tra Betlemme, Haifa e Gerusalemme.

Il piccione in questione non è tornato a casa. Al ragazzino hanno assicurato che un piccione, in fondo, ritorna sempre dal suo proprietario. Chiede aiuto allo zio (Ashraf Barhom) ed insieme a lui, accompagnato dalla figlia, partono alla ricerca del proprietario originale del suddetto volatile. Durante questo viaggio, emerge una vecchia questione irrisolta, un conflitto che tempo prima ha portato all’allontanamento dello zio dalla madre del ragazzo. Questo percorso diventa quindi un’occasione per affrontare e guarire quella ferita familiare.

I tre insieme attraversano momenti di pericolo e solidarietà: superano un checkpoint rischioso e offrono un passaggio a uno straniero in difficoltà. Il tempo passato assieme contribuirà ad un avvicinamento ed una comprensione maggiore di episodi sepolti nel passato e mai più affrontati.

Il film è girato in maniera intima, costellato da piccoli episodi che delineano la tenerezza che si cela dietro agli atteggiamenti bruschi nel rapporto tra l’uomo e i due ragazzi, e che ci mostrano la complicata quotidianità dei palestinesi, per i quali anche un ordinario trasporto di merci si può tramutare in un’odissea carica di tensione ed imprevisti.

La pellicola raggiunge l’intento di raccontare il contrasto tra la ricerca di frammenti di umanità e l’ostilità di un ambiente oppressivo e minaccioso, anche se il risultato non contempla picchi emotivi, la sceneggiatura ed i personaggi sono scritti in maniera leggermente scialba, ma tutto sommato la visione si dimostra piacevole e scorrevole.

Il posto di blocco, o checkpoint, che dir si voglia, volto a simboleggiare la separazione e la necessità di attraversare una frontiera sempre più invalicabile, è un topos narrativo molto presente e utilizzato nel cinema palestinese, ma non solo, basti pensare al documentario Checkpoint (2003), diretto dall’Israeliano Yoav Shamir, al surreale Intervento divino, del palestinese Elia Suleiman (2002), gran premio della giuria a Cannes, 200 Metri, di Ameen Nayfeh, anche lui palestinese, sino al recente cortometraggio Orange from Jaffa, di Mohammed Almughanni che sta facendo il giro dei festival in questi giorni (è stato presentato anche al Nazra Short Film Festival).


Passing DreamsRegia: Rashid Masharawi; Sceneggiatura: Rashid Masharawi; Fotografia: Duraid Munajim; Montaggio: Phil Jandaly; Musiche: Johanni Curtet; Scenografia: Ala’ Abu Ghoush; Interpreti: Ashraf Barhom (Kamal), Adel Abu Ayyash (Sami), Emilia Massou (Mariam); Produzione: Cinepal Films; Origine: Palestina, 2023; Durata: 120 minuti.

 

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