Modì – Tre giorni sulle ali della follia di Johnny Depp

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L’incontro artistico tra il “bello e dannato” per definizione del cinema statunitense, Johnny Depp, e quello che per molti versi potremmo definire il suo omologo italiano, Riccardo Scamarcio, si è in definitiva risolto in una vorticosa, debordante, tonitruante e costosissima (i soldi investiti dalla munifica produzione – c’è pure il “nostro” Andrea Iervolino – si vedono tutti) bolla di sapone.
Antonia Desplat
Il filmone che dopo essere stato al Festival di San Sebastian, ha chiuso la 19° edizione della Festa del cinema di Roma, diretto dal divo hollywoodiano e interpretato da quello di casa nostra, è – lo possiamo dire senz’altro indugio e senza troppi giri di parole – un chiassoso rollercoaster semiserio che appartiene piuttosto alla tipica narrazione più spettacolare del cinema made in Usa che al desiderio di illustrare la biografia del pittore e scultore livornese Amedeo Modigliani. Ciò dipende in parte dalla genesi di un progetto lontanissimo dal genere “biopic”, basato viceversa sulla commedia Modigliani scritta dal commediografo statunitense Dennis McIntyre; e in parte – si immagina, immersi nel buio della sala mentre si viene storditi dal turbinio di questo squassante divertissement molto americano – dai gusti di grana grossa dell’attore e regista nato in Kentucky, il quale sembrerebbe voler trasferire sulla biografia dell’artista italiano i brividi survoltati di certe sue iconiche avventure filmiche: la serie del personaggio di Jack Sparrow nei vari capitoli dei Pirati dei Caraibi e le derive lisergiche di Paura e delirio a Las Vegas diretto by Terry Gilliam dall’omonimo romanzo di Hunter Stockton Thompson. Modì – Tre giorni sulle ali della follia racconta 72 ore nella vita di Amedeo Modigliani, ribattezzato Modì dai francesi, nell’anno di grazia 1916. Menzioniamo questo dettaglio per dire della giocosa approssimazione filologica degli sceneggiatori che mettono in bocca al loro Modigliani\Scamarcio l’epiteto “fascisti” quando quel movimento, e poi partito, era ancora lungi dall’essere ancora inventato. Un dettaglio magari apparentemente irrilevante, ma che dà invece a nostro avviso precisamente la misura del tipo di operazione “culturale” che sta a monte del film di cui ci stiamo occupando. In fuga dalla polizia, dopo aver compiuto alcune bizzose intemperanze, l’artista livornese vorrebbe scappare da Parigi, ma gli amici e colleghi, Utrillo (Bruno-Gouery) e Soutine (Ryan-McParland), oltre alla sua musa, Beatrice Hastings (Antonia Desplat), tentano di dissuaderlo. Questa in breve la trama del film, però ciò che interessa a Johnny Depp – qui alla sua seconda prova da regista dopo il suo esordio dietro la macchina da presa, Il coraggioso, del lontano 1999 – è piuttosto immergere il suo Modigliani in un turbine di schermaglie da guascone, tra l’ebbro e l’allucinato; in un fuoco di fila di eccessi verbali e gestuali, tra l’acrobatico e il circense; senza che se ne ravveda un plausibile motivo.
Da sinistra a destra: Ryan McParland, Riccardo Scarmacio, Louisa Ranieri e Bruno Gouery.
A ben vedere, infatti, il film partorito dalla coppia Depp-Scamarcio parrebbe non essere in grado di accontentare né i palati del pubblico più largo del cinema mainstream e di quello delle piattaforme, per quanto esso ricerchi una sua radicalità “arty” (inspiegabili gli inserti incongrui in cui sporadicamente il film vira in bianco e nero, quasi a mimare il cinema muto dell’anno di ambientazione); ma nemmeno i gusti di un pubblico più sofisticato di cui si vorrebbe cercare una qualche complicità con delle strizzatine d’occhio intellettualistiche (vi sono, tra gli altri, degli inserti musicali originali dal repertorio di Lou Reed e da quello di Tom Waits, buttati lì però un po’ a casaccio). Cosa resta dunque di questo spettacolone artistoide? A nostro parere la prova gagliarda di Riccardo Scamarcio, che si disimpegna egregiamente in un inglese eccellente, superando a voti quasi pieni l’esame in cinema hollywoodiano; e soprattutto il cameo di Al Pacino (che avrebbe dovuto dirigere il film moltissima anni fa), il quale da qui vita al collezionista bigger than life Maurice Gangnat che vale, da solo, il prezzo del biglietto. Se qualcuno vorrà mai comprarlo dopo aver letto questa personale, nostra severa opinione. In anteprima alla Festa di Roma 2024 (Film di chiusura) In sala dal 21 novembre 2024.
Modì – tre giorni sulle ali della follia (Modi – Three Days on the Wing of Madness)– Regia: Johnny Depp; sceneggiatura: Jerzy Kromolowski e Mary Olson-Kromolowski; fotografia: Darius Wolski; montaggio: Mark Davies; scenografia: Dave Warren; costumi: Penny Rose; interpreti: Riccardo Scamarcio, Antonia Desplat, Bruno Gouery, Ryan McParland, Stephen Graham, Luisa Ranieri e con Al Pacino; produzione: Barry Navidi Productions, In.2 Film, Ilbe S.p.a.; origine: Ungheria/ Italia/ Regno Unito, 2024; durata: 114 minuti; distribuzione: Be Water Film in collaborazione con Maestro Distribution, Medusa Film.    

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