-
Voto
Tra gli horror proposti da Netflix, in questo periodo, spunta, curiosamente, Outside, un film filippino del regista Carlo Ledesma, già autore di un altro horror, Sunod (2019). Confessiamo, doverosamente, di non conoscere la tradizione filippina nel cinema horror, né quella nel cinema filippino in generale, e questo evidenzia solo i nostri limiti e non quelli, eventuali, del cinema delle Filippine. Ecco che l’avverbio “curiosamente” sta a indicare la nostra inconsapevolezza di un cinema, buono, altrove. Outside diventa così per noi un film molto interessante.
E allora: in seguito a un’epidemia zombie, una famiglia – gli Abel, composti dai genitori Francis (Sid Lucero) e Iris (Beauty Gonzalez) e i figli Joshua (Marco Masa) e Lucas (Aiden Tyler Patdu) – fugge in campagna. E raggiunge la villa dei genitori di Francis, situata in una piantagione di canne da zucchero; il padre di Francis e un servitore si sono suicidati dopo essere stati infettati, mentre la madre di Francis è stata trasformata in uno zombie, venendo uccisa dal figlio prima che possa aggredirlo. Nel corso della storia alcuni flashback alludono al fatto che Francis abbia avuto un’infanzia traumatica, venendo chiuso in cantina dal padre che gli preferiva il fratello maggiore Diego. Inoltre, il matrimonio tra Francis e Iris è in crisi, in quanto l’uomo ha scoperto che la moglie lo ha tradito con Diego e che quest’ultimo è il padre biologico di Joshua.

Questo aspetto della storia, che, in un primo momento, sembrava marginale, è, in realtà, il suo centro, un dramma psicologico profondo che ha nell’epidemia zombie solo un pretesto per narrarlo. La seconda parte del film è in effetti la migliore, facendo implodere i complessi del protagonista, il padre di famiglia che vuole proteggere una famiglia che non lo considera più il marito e il padre che lui vorrebbe essere. Per gelosia, rancore e odio, diventerà lui carnefice della famiglia e non gli zombie, unico alibi, il maltrattamento da lui stesso subito da parte del proprio padre. Ma niente può giustificare il suo comportamento, che, filologicamente, passa dal Dustin Hoffman di Cane di paglia (Sam Peckinpah, 1971), alla follia del Jack Nicholson in Shining di Kubrick (1980), facendosi lui carceriere della famiglia indifesa e impotente, almeno fino a che la madre non difenda con estremo coraggio i suoi figli. Questi riferimenti sono a film leggendari di autori che lo sono altrettanto, anche se il primo, Sam Peckinpah, ultimamente è stato poco celebrato come invece meriterebbe ancora, ma stanno solo a affermare la possibilità suggestiva che il regista del nostro Outside si sia ad essi ispirato, oltre, ovviamente, agli horror di zombie più famosi, primi, tra tutti, quelli di George Romero.
Almeno due scene, infatti, rimandano a questi ultimi, molto riuscite nel generare paura e un certo compiaciuto disgusto, compiaciuto per la nostra “morbosità” di spettatori di cinema horror. Sicuramente un buon film, questo Outside, sulla complessità delle relazioni all’interno di famiglie apparentemente unite, ma anche sulla fuga da un mondo impazzito senza un motivo, cosa che, tra l’altro, può valere per ciò che stiamo effettivamente vivendo anche oggi, sollevati solo dalla catarsi artistica e dalla redenzione dei personaggi e dalla nostra.
Su Netflix
Outside – Regia: Carlo Ledesma; sceneggiatura: Carlo Ledesma; fotografia: Shing -Fung Cheung; musica: Allen Roy Santos; interpreti: Sid Lucero, Beauty Gonzalez, Marco Masa, Aiden Tyler Patdu, James Blanco; produzione: Black Cap Pictures; origine: Filippine, 2024; durata: 142 minuti; distribuzione: Netflix.

Interessanti osservazioni generali sul genere del film e sulla vicenda familiare su cui si interseca la vicenda. Inoltre, il generoso apporto critico sul genere a cui il film appartiene, prepara lo spettatore a una visione consapevole e documentata. Grazie.