Cyclades è un film che mette addosso l’estate: i panorami greci sono un tripudio luminoso, i vestiti di una delle due protagoniste Magalie – una vulcanica Laure Calamy – ricordano le feste in discoteca degli anni Ottanta, le location abbagliano di colore, la musica invita sempre a dimenarsi su una pista d ballo. I caratteri dei personaggi partecipano alla atmosfera colorata: nella prima scena una ragazza adolescente sta in una casa sola dove viene raggiunta da un’amica e si mettono a bere un drink e ad ascoltare la colonna sonora di Le gran bleu (film del 1988 di Luc Besson); i padroni di casa tornano in anticipo e si infuriano con la baby-sitter del figlioletto che sta facendo festa con l’amica quando dovrebbe badare al figlioletto nell’altra stanza, mandano via le due ragazze che, in ascensore, sscoppiano a ridere, complici e soddisfatte della marachella. Questo il rapporto tra due adolescenti nel 1989.
Nel 2019, trent’anni dopo, Blandine, la baby-sitter del flashback, è una divorziata con figlio ventenne e marito che sta per risposarsi con una donna più giovane incinta. Dopo due anni dalla separazione, è una donna sola che piange in silenzio, che finge di stare bene, che non ammette nemmeno con sé stessa lo stato depressivo in cui versa. Aiutando il figlio Benjamin a fare scatoloni per il suo trasloco in una casa con amici, Blandine trova un cd (“Le grand bleu”) dei vecchi tempi: sulla copertina è scritto che è di Magalie, la sua vecchia compagna della’adolescenza. Ne parla col figlio che le fa la sorpresa di ritrovarla sui social network e organizzarle un appuntamento a sorpresa per una grande rimpatriata. Le due ex amiche non potrebbero essere più diverse, la cena è un disastro, Blandine trova Magalie sopra le righe, molesta, imbarazzante in pubblico: la giudica e malamente riesce a non farlo trapelare. Mentre consumano portate speziate al ristorante indiano parlano della Grecia, di un famoso viaggio a Amorgos, progettato insieme e mai fatto: l’isola dove fu girata la pellicola tanto amata, appunto, Le grand bleu. Magalie chiede a Blandine se poi ci è mai andata. La donna dice di no ma che lo farà tra qualche tempo con suo figlio. Un cambiamento di programma – o il destino – le porterà a fare una vacanza insieme alle Cicladi. Durante il viaggio, tra incontri con giovani surfisti, inconvenienti, dirottamenti, equivoci e piccole truffe di poco conto, le due compagne di viaggio si scoprono diverse dall’apparenza, si conoscono, si insultano poi si scusano e infine imparano a rispettarsi e accettarsi coi rispettivi difetti e le debolezze umane di ognuna.
Scrittura prevedibile, personaggi scolpiti con l’accetta, parole maschili stereotipate messe in bocca a donne di mezza età vitali e vincenti (la migliore, Bijou, interpretata da Kristin Scott Thomas, dal fisico asciutto e la lunga chioma bianca), luoghi comuni da villaggio vacanze conducono la trama verso un finale leggero e festoso perché, ormai si è capito, secondo Fitoussi la vita va vissuta come una eterna villeggiatura al sole (siamo proprio sicuri?). Film per un pubblico nostalgico.
Les Cyclades – Regia: Marc Fitoussi; sceneggiatura: Marc Fitoussi; fotografia: Antoine Roch; montaggio: Catherine Schwartz; musica: Mocky; interpreti: Laure Calamy, Olivia Côte, Kristin Scott Thomas, Alexandre Desrousseaux, Nicolas Bridet, Panos Koronis, Leelou Laridan, Marie Mallia, Sarah Le Picard, Antoine Levannier; produzione: Avenue B Productions, Vito Films, Blonde Audiovisual Productions; origine: Francia/ Grecia/ Belgio, 2022; durata: 110’; distribuzione: Movies Inspired.
Proposta di voto: 3 su 5 stelle.