The Girl with the Needle di Magnus von Horn

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Il regista svedese-polacco Magnus von Horn (Sweat, 2020), che aveva presentato nel 2015 a Cannes il suo primo lungometraggio The Here After, grazie al quale venne premiato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, ha presentato, e questa volta in Concorso, nell’ultima edizione dello stesso prestigioso festival, il thriller d’epoca, girato in un rigoroso bianco e nero, The Girl with the Needle. La trama prende spunto da un reale e raccapricciante fatto di cronaca avvenuto nel secondo decennio del ‘900, e cerca di ricostruire in versione romanzata le vicende che portarono a scoprire l’assassina seriale danese Dagmar Overby.

Siamo a Copenaghen. La Prima Guerra Mondiale è appena terminata e sebbene la Danimarca non vi abbia partecipato direttamente, anche qui le ristrettezze e la povertà imperano. Karoline Nielsen (Vic Carmen Sonne), che lavora come operaia tessile in una fabbrica, soffre la miseria e lo sfratto anche in conseguenza della mancanza del marito Peter (Besir Zeciri), partito soldato e ora, a quanto pare, disperso. Inoltre, dopo una breve e segreta relazione con il padrone della fabbrica, si ritrova licenziata e sulla strada perché in stato interessante. Ad aumentare i suoi guai riappare all’improvviso il marito rimasto gravemente ferito al fronte, il quale, tornato completamente sfigurato al volto, è costretto a nascondersi dietro una maschera per non spaventare la gente. Disperata, durante un tentativo di suicidio, viene a conoscere Dagmar (Trine Dyrholm) che le offre il suo aiuto e si propone di prendersi il bambino per affidarlo in adozione ad una ricca famiglia. Fra le due donne si viene a creare un forte legame e Karoline comincia ad aiutare Dagmar nei suoi affari, fino a che un giorno decide di seguire la donna nella consegna di un bambino al quale lei stessa è particolarmente affezionata.

Victoria Carmen Sonne

L’atmosfera cupa e lugubre che permea tutto il film – anche grazie all’impeccabile, ma volutamente preciso e freddo, bianco e nero scelto appositamente dal fotografo Michał Dymek – è introdotta fin dall’inizio in forza d’immagini di visi in agonia che appaiono su fondo nero e che, succedendosi in un velocissimo montaggio, arrivano a trasfigurarsi in un mostruoso collage fatto di ombre e luci. Von Horn restituisce una convincente ricostruzione dell’atmosfera del tempo, con un particolare interesse ai dettagli e alla messa in scena. E qui vengono in mente le naturalistiche sequenze realizzate nel bagno pubblico, oppure nel circo. In queste ultime la regia, calcando un poco in particolar modo sul macabro realismo di certi truci aspetti – come l’incontro ravvicinato fra Karoline e Peter – è comunque particolarmente capace nel comporre immagini di grande intensità visiva.

L’uso del bianco e nero non sottolinea solo il dramma narrato, ma anche l’immagine della vita cittadina così come ci è stata tramandata dal cinema dell’epoca. Senza ombra di dubbio non è un caso la scelta dell’attrice Victoria Carmen Sonne nel ruolo della protagonista Karoline Nielsen. La protagonista ricorda non solo fisicamente, ma porta anche il cognome della diva del muto Asta Nielsen (1881-1972), e vuole quindi rendere omaggio all’attrice danese che ha contribuito con il suo stile personale a rivoluzionare la recitazione cinematografica. Inoltre, in una sequenza del film, le due donne si divertono ad andare a vedere al cinema uno slapstick dell’era del muto. Quest’ultimo rimane forse l’unico momento di leggerezza di tutta la pellicola. All’ombra della macabra trama il film ci ricorda le inevitabili conseguenze, sia psicologiche che sociali, sulla popolazione stremata dal primo conflitto mondiale. Una società quindi che, cieca alle necessità umane e basilari dell’individuo e ormai abituata alla violenza, permette il realizzarsi di nuovi orrori e nuove brutalità. Pur non potendolo definire un film femminista The Girl with the Needle permette comunque uno sguardo retrospettivo sulla situazione della donna nell’Europa industrializzata dei primi del XX secolo. Spesso sfruttate come forza lavoro ma prive di reali diritti, le donne dell’era industriale post-bellica, si ritrovavano alla mercé di una società ancora basata su leggi patriarcali che costringeva le meno conformiste alla povertà e all’isolamento. Un ottimo film per chi ama il realismo truce e senza fronzoli di una ricostruzione storica.

In Concorso al Festival di Cannes 2024
Su Mubi dal 24 gennaio 2025


The Girl with the Needle (Pigen med nålen) – Regia: Magnus von Horn; sceneggiatura: Magnus von Horn, Line Langebek; fotografia: Michał Dymek; montaggio: Agnieszka Glinska; musica: Frederikke Hoffmeier; interpreti: Victoria Carmen Sonne, Trine Dyrholm, Besir Zeciri, Tessa Hoder; produzione: Nordisk Film Denmark, Lava Films, Nordisk Film Sweden; origine: Danimarca/Polonia/ Svezia, 2024; durata: 115 minuti; distribuzione: Mubi.

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